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Salernitana players Frosinone Salernitana Serie AGetty

C’è la certezza matematica, la Salernitana retrocede in Serie B: un’annata tra problemi e cambi in panchina

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Serviva una vittoria contro il Frosinone alla Salernitana per rimandare ciò che da settimane ormai è inevitabile e invece al Benito Stirpe è arrivata la ventitreesima sconfitta (questa volta per 3-0) in trentaquattro partite di campionato, un k.o. come tanti altri subiti nel corso di questa durissima stagione, ma questa volta accompagnato da un retrogusto molto diverso.

La certezza matematica è arrivata e si è presentata all’appuntamento con larghissimo anticipo: la compagine campana retrocede in Serie B.

La Serie A 2023-2024 regala dunque il suo secondo verdetto ufficiale e lo fa a poco meno di una settimana dalla conquista dello Scudetto da parte dell’Inter.

La Salernitana saluta la Serie A dopo tre annate vissute tra le ‘grandi’. Un epilogo atteso ormai da tempo per una stagione da dimenticare su tutti i fronti.

  • I NUMERI DELLA SALERNITANA

    Basta dare uno sguardo alla classifica per rendersi conto di quanto dura sia stata l’annata della Salernitana.

    Nelle trentaquattro partite giocate, la compagine campana ha totalizzato appena 15 punti, frutto di due sole vittorie, nove pareggi e ben ventitré sconfitte.

    Numeri freddi, è vero, ma accompagnati da altri dati che raccontano di una squadra incapace di vincere una sola partita di campionato nel 2024, con evidenti problemi in fase offensiva (26 goal segnati), ancor più grandi in fase difensiva (qualcosa come 73 subiti), non in grado di proporre gioco (nessuna ha fatto peggio in termini in possesso palla) e di dare il meglio di sé in quello che una volta era il suo fortino: l’Arechi (una sola vittoria a fronte di undici sconfitte).

    Un rendimento da dimenticare e molto diverso da quello della scorsa stagione quando riuscì a chiudere il campionato in una dignitosissima quindicesima posizione.

    Un declino rapito e inesorabile e figlio di diverse cause.

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  • UN’ESTATE COMPLICATA

    Che per la Salernitana potesse trattarsi di una stagione difficile lo si è capito già la scorsa estate.

    La società ha fatto fatica a muoversi sul mercato, costringendo Paulo Sousa, che nel frattempo era stato accostato con forza al Napoli, ad inventarsi costantemente qualcosa nelle partitelle di pre-campionato.

    Chi è arrivato a ridosso dell’inizio del campionato non è riuscito a dare il contributo sperato (quello di Tchaouna si è rivelato l’acquisto più azzeccato) e la squadra sostanzialmente non è parsa realmente rafforzata rispetto all’annata precedente.

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  • Dia SalernitanaGetty Images

    IL TRASCINATORE MANCATO

    Il vero colpo messo a segno dalla Salernitana è stato il riscatto di Boulaye Dia. Il club campano ha versato nelle casse del Villarreal qualcosa come 12 milioni di euro pur di fare totalmente suo un giocatore che nella sua prima stagione in Serie A era riuscito a segnare qualcosa come 16 reti in 33 partite, imponendosi come una delle più grandi rivelazioni della Serie A 2022-2023.

    L’attaccante senegalese, dopo essere stato accostato a tante squadre di rango superiore nel corso dell’estate, è alla fine rimasto a Salerno.

    Una permanenza vissuta come forzata e la cosa è parsa evidente quando gli è stata negata la possibilità di concludere positivamente una trattativa che aveva portato avanti con il Wolverhampton (ad insaputa della società). Le bizze, la multa da 30mila euro e l’estromissione dagli allenamenti, sono stati solo l’antipasto di una stagione poi condita da un infortunio che lo costringerà a saltare la Coppa d’Africa e al rifiuto ad inizio marzo di entrare durante una sfida con l’Udinese per gli ultimi 8’ di gara.

    Da quel momento in poi l’attaccante al quale erano affidate molte delle speranze di salvezza non si vedrà più in campo.

    La stagione di quello che è stato uno degli attaccanti più discussi dell’estate, sin qui parla di 17 presenze in campionato con soli 4 goal all’attivo.

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  • SabatiniGetty Images

    “NON HO INCISO, CHIEDO SCUSA”

    E’ il 19 dicembre quando la Salernitana annuncia il ritorno di Walter Sabatini in veste di direttore generale.

    Una notizia accolta a Salerno con grande entusiasmo poiché Sabatini aveva già lavorato per il club campano tra il gennaio ed il giugno 2022, facendo cose incredibili.

    Pochi mesi, ma rimasti nella storia della Salernitana, visto che durante la sessione di mercato invernale riuscì ad assicurarsi le firme di giocatori come Perotti, Sepe, Mazzocchi, Radovanovic, Verdi, Fazio ed Ederson che poi si rivelarono fondamentali per la conquista di una salvezza parsa fino a quel momento quasi impossibile.

    Da lui tutti si aspettavano una nuova impresa che però questa volta non è riuscita. Quando è arrivato la Salernitana era sì ultima in classifica con 8 punti raccolti in 16 turni di campionato, ma in piena corsa salvezza (a -5 dal quartultimo posto).

    La sua mano non si è vista ed è stato lui stesso ad inizio marzo a non nascondere la sua delusione.

    “Non posso che prendere atto del fatto che non ho inciso come pensavo. Avevo immaginato un percorso diverso. Chiedo scusa al club, al presidente che mi ha sempre assecondato e soprattutto a tutti i tifosi”.

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  • Filippo Inzaghi SalernitanaGetty Images

    I QUATTRO ALLENATORI

    A scandire la stagione della Salernitana, oltre che i risultati deludenti, sono stati i tanti cambi in panchina.

    La squadra è stata inizialmente affidata a Paulo Sousa, tecnico che bene aveva fatto nella seconda parte dell’annata precedente, ma dopo otto giornate e un avvio deludente, viene esonerato per far posto a Filippo Inzaghi.

    L’ex allenatore di Milan, Venezia, Bologna e Benevento, verrà a sua volta sollevato dall’incarico a metà febbraio, per far posto a Fabio Liverani (al ritorno in Serie A dopo tre anni) la cui avventura durerà appena cinque partite. Il 19 marzo l’ennesimo cambio di rotta con la decisione di affidare la squadra a Stefano Colantuono.

    Quattro tecnici diversi, ma nessun cambiamento dai frutti sperati: 0.38 i punti a partita per Paulo Sousa in campionato (in 8 gare), 0.63 quelli per Inzaghi (in 16 gare), 0.2 per Liverani (in 5 gare) e 0.2 anche per Stefano Colantuono sin qui (in 5 gare).

  • DA QUANDO NON RETROCEDEVA LA SALERNITANA IN B?

    Bisogna tornare alla stagione 1998-1999 per quella che fino ad oggi è stata l’ultima retrocessione della Salernitana in Serie B.

    Allora la Serie A era a 18 squadre e ne scendevano in quattro. La compagine campana, guidata prima da Delio Rossi e poi da Francesco Oddo, riuscì a mettere in cascina ben 38 punti in quel torneo, ovvero uno solo in meno del Perugia che si salvò da quintultimo.

    La Salernitana riuscì a precedere Sampdoria, Vicenza ed Empoli, ma non bastò per ottenere una prima storica salvezza in Serie A.

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