Una delle più grandi delusioni vissute dal calcio italiano negli ultimi anni sono stati sicuramente gli Europei 1996, quando gli Azzurri vennero eliminati al primo turno da vicecampioni del Mondo .
L'Italia, reduce dal secondo posto ai Mondiali del 1994, partiva ovviamente tra le favorite per la vittoria finale come racconta Gianfranco Zola in esclusiva a Goal.
"Eravamo tutti molto motivati. Prima degli Europei avevamo prodotto un buon calcio, facendo bene in amichevole. Sacchi aveva avuto molto successo nel 1994. Aveva guidato la squadra fino alla finale dei Mondiali, dove abbiamo perso solo ai rigori ma era stato criticato perché non aveva fatto vedere un bel calcio. E credo che nella preparazione di questi Europei, Sacchi avesse lavorato molto per migliorare la qualità del gioco. Avevamo trovato un buon equilibrio in campo e stavamo giocando un buon calcio. Quindi quando siamo partiti per l'Inghilterra pensavamo di poter fare bene".
L'assenza di Roberto Baggio, grande protagonista due anni prima e stella indiscussa della squadra, non ha pesato sulle spalle di Zola.
"A quel tempo ero abituato ad avere responsabilità nelle varie squadre di alto livello in cui avevo giocato. Ero solo concentrato su cosa fare. Penso che in quella squadra ci sentivamo tutti come un pezzo di un meccanismo. Sapevamo che tutti dovevano dare il massimo, non mi sentivo di dover risolvere tutti i problemi della squadra. Dovevo dare il mio contributo, quello sì. Ma non fare dimenticare Baggio. In ogni caso, c'erano molte aspettative su tutta la squadra".
Zola si presentava agli Europei in un ottimo stato di forma.
"Sì, è vero, venivo da da due grandi stagioni a Parma. Sentivo che stavo migliorando di anno in anno. Ero in ottime condizioni e pronto per giocare a questo livello. Dieci giorni prima dell'inizio degli Europei però avevo contratto un'infezione (virus intestinale). Io e altri 2-3 compagni. Quindi dovevamo restare a letto. Eravamo riusciti a recuperare e scendere in campo ma non eravamo al top".
L'ex fantasista azzurro spiega poi come Sacchi abbia spiegato al resto del gruppo l'esclusione di Baggio.
"Non aveva sentito il bisogno di spiegarcela. E non credo che abbia mai escluso nessuno per liberare la squadra da un 'peso'. Puoi creare un buon equilibrio e un buono spirito anche quando hai giocatori di carattere nella tua squadra. Più buoni giocatori ci sono, migliore sarà la tua squadra. Non ha spiegato nulla, noi sapevamo solo che dovevamo lavorare sodo per fare bene nonostante le assenze. Quando sai di poter contare su grandi giocatori nella tua squadra, sei più sicuro di te. E vuoi far parte di quel tipo di squadre".
Dopo un buon inizio contro la Russia è arrivata la sconfitta inaspettata contro la Repubblica Ceca.
"Contro la Russia, nel primo tempo, avevamo avuto problemi ma poi abbiamo reagito bene e abbiamo vinto con merito. Nella seconda partita invece credo che Sacchi non abbia avuto le giuste informazioni sulla Repubblica Ceca. Gli era stato detto che non era una squadra atletica e che non era molto forte. Così decise di cambiare quasi metà della rosa, compresi me e Casiraghi. La prima partita era stata dispendiosa per molti giocatori e poi avremmo incontrato la Germania. I giocatori che aveva messo in campo non erano male, ma cinque cambi in una volta erano troppi. E siamo rimasti sorpresi dalla qualità dei cechi. Ed è per questo che abbiamo perso. Siamo partiti male, abbiamo reagito un po' dopo ma era troppo tardi. Quindi non è stato un problema di eccessiva sicurezza, ma piuttosto avevamo sottovalutato il valore dell'avversario. Ad essere onesti, c'erano alcuni buoni giocatori in questa squadra come Nedved, Smicer ma allora erano giovani allora e ancora nessuno li conosceva".
Il pareggio contro la Germania nell'ultima partita del girone non bastò per qualificarsi.
"Non conoscevamo il risultato dell'altra partita, perché le partite si giocavano contemporaneamente. Sapevamo di dover vincere contro la Germania per essere sicuri di passare al turno successivo. Eravamo concentrati solo su quello. Purtroppo non abbiamo potuto fare meglio di un pareggio. Io ho anche sbagliato un rigore. Abbiamo attaccato tutta la partita, ma non abbiamo prodotto un gran calcio. E non siamo stati abbastanza concreti. Ci abbiamo provato, ma i tedeschi si erano difesi molto bene. Nessuno si aspettava che venissimo eliminati al primo turno, eravamo tra le favorite. E' stato doloroso per tutta la squadra e per me personalmente. Ma è il calcio, a volte vivi bei momenti, altre volte quelli brutti. Penso che queste cose facciano crescere".
L'Italia non vince gli Europei dal 1968 ma Zola esclude che la competizione venga sottovalutata rispetto ai Mondiali.
"La prova è l'edizione del 2000 dove l'Italia perse in finale. Eravamo molto concentrati sulla vittoria. Non credo che diamo più importanza ai Mondiali che agli Europei. È che a volte va meglio in alcuni tornei rispetto ad altri. È solo una coincidenza".
Gli Europei 1996 sono stati l'ultima competizione internazionale giocata da Zola con la maglia della Nazionale.
"Quando ho lasciato l'Italia per l'Inghilterra, ho capito che stavo lasciando il miglior campionato d'Europa. I vari allenatori che si sono succeduti hanno preferito i più grandi giocatori del campionato italiano. In quel momento nel mio ruolo c'erano molti giocatori che stavano facendo bene. Io stavo facendo bene al Chelsea, ma c'erano Alessandro Del Piero, Roberto Baggio e Francesco Totti. Quindi la concorrenza era molto forte. Avrei potuto portare la mia esperienza, ma è andata così. La Nazionale mi mancava, è stato doloroso per me restare fuori ma questo è il calcio. Avrei voluto dare il mio contributo, ma sono state scelte rispettabili".
