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Wilfried Gnonto ItalyGetty

"Ecco 'Willy' Gnonto", il talento ex Inter che si è preso la Nazionale

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Verbania sembra un luogo uscito fuori da un capitolo di Final Fantasy: un insieme di edifici sapientemente alternati tra stile classico e moderno che si affaccia su una distesa d’acqua, il Lago Maggiore, racchiusa da monti silenziosi e imponenti. Un fiordo, in pratica: ma il lato curioso di questa storia, se vogliamo, è che i 238km che separano Verbania (o giù di lì) da Zurigo, percorribili in auto tramite una deviazione di percorso, segnano in linea d’aria una retta che punta a Nord. Un percorso ideale guidato dalla Stella Polare.

“Sembra un vortice come Taz”: basta cercare Marco Schönbi su YouTube per rendersi conto dell’impatto di Wilfried “Willy” Gnonto nel mondo del calcio professionistico. Un canale con pochissimi iscritti e un solo video: “Willy Gnonto Song”, cantata e composta da Albis Ryders, presente anche su Spotify. Poco più di due minuti scanditi da un video in loop della caricatura di “Willy” che danza sorridente, sul rettangolo verde. A dir poco ipnotico.

Al decimo ascolto il ritornello è già fisso in testa, entrato senza neanche chiedere il permesso: “S isch dä Willy Gnonto Dä Superjoker us Italie”, “Ecco ‘Willy’ Gnonto, il ‘Superjolly’ italiano”. Tutto più o meno con la stessa prepotenza mostrata, calcisticamente, dal giovane classe 2003, un talento psichedelico.

Il resto dei video su YouTube sul suo conto riguarda le classiche raccolte di “Skills and Goals”, ma con una particolarità: l’estrema somiglianza tra le giocate nelle diverse partite giocate con la maglia dello Zurigo, in Super League. Gnonto si abbassa a centrocampo per raccogliere palla, elude l’intervento dell’avversario in pressing e trotterella verso la porta, trovando quasi sempre il varco giusto per servire un compagno. Quando non ci riesce prova il tiro, segnando pure.

Le movenze e la struttura fisica ingannano la mente: a tratti sembra di veder giocare Franck Ribery, ma il riferimento diretto gioca in Premier League con la maglia del Manchester City. “Mi ispiro a Raheem Sterling, ma gioco a calcio grazie a Lionel Messi”, racconta a Cronache di Spogliatoio. L’icona e l’idolo: giocatori che hanno fatto della velocità di pensiero, ancor prima di quella delle gambe, la spinta caratteristica del loro calcio. “Per me è il migliore della storia”, spiegherà ai canali ufficiali dello Zurigo.

Il resto è quella sensazione di trovarsi di fronte a un giocatore fuori dal comune. Ha ragione Albis Ryders quando lo paragona a “Taz”, iconico personaggio dei Looney Tunes. Anche perché se parte non lo fermi mica. È l’impronta del destino, d’altronde: i suoi genitori si sono trasferiti in Italia all’inizio dei Duemila dalla Costa d’Avorio, offrendo a “Willy” la possibilità di crescere dalle parti di quel luogo da sempre fuori dalle canoniche dimensioni di spazio-tempo che, col passare del tempo, sarebbe diventato la sua casa.

“Mio padre ha fatto l’operaio, mia madre la cameriera: non mi hanno mai fatto mancare nulla. Abitavamo sopra un campetto: quando guardavo dalla finestra vedevo solo il pallone”.
Wilfried Gnonto NXGN GFXGetty/GOAL

Si diceva di Verbania, del luogo incantato: le Isole Borromee dividono Suno da Baveno, che si guardano l’un l’altro dalle sponde opposte del Lago. È lì che “Willy” è cresciuto davvero: “scuola, calcio, scuola e ancora calcio”, racconta sorridendo. E amici. Poi in auto per poco più di 100km, direzione Milano.

“Dopo due stagioni a Suno, scuola calcio affiliata all’Inter, ho fatto alcuni provini: andavo ad Appiano una volta a settimana, poi tornavo a casa”: i nerazzurri lo presero.

Ha fatto parte della “generazione forte”, quella di Sebastiano Esposito, suo grande amico, che ha ritrovato in Svizzera, ma da avversario al Basilea. Poi la scelta: il coraggio che contraddistingue i talenti puri.

Nel 2020 Gnonto è l’attaccante dell’Inter Primavera: ha ancora 16 anni, ma decide di trasferirsi altrove, dove può trovare spazio e libertà di movimento. Non firma un contratto da professionista con i nerazzurri: temprato dal clima alpino, si trasferisce allo Zurigo. Spiazza tutti, soprattutto i “puristi” legati ai trasferimenti mainstream. Anche in questo Gnonto è diverso.

In un certo senso, però, si può dire che è al Lichtenstein che deve le due sue più importanti giornate calcistiche, almeno per ora. Vaduz è una città quasi al confine con la Svizzera, oltre a essere la capitale del piccolo Stato liechtensteiniano: la sua squadra gioca in Super League svizzera e a fine ottobre 2020 ospita lo Zurigo di Massimo Rizzo al ‘Rheinpark’ Stadion. Circa settemila anime a vedere la storia di “Willy” compiersi. “Taz” subentra a venti minuti dalla fine e serve un assist a Kramer per l’1-4 finale. Esistono debutti da professionista peggiori.

Ma non solo: è la Stella Polare a guidarlo. L’ultima gara di quella stagione è sempre contro il Vaduz, ma questa volta al Letzigrund: soliti venti minuti finali, ma questa volta con goal. È storia.

Oggi Gnonto è una delle certezze dell’attacco della formazione allenata da André Breitenreiter: ha saltato solo una gara, contro il Sion a novembre per squalifica, poi le ha giocate tutte. Ha siglato 10 reti in 30 presenze totali tra campionato e coppa svizzera, alcuni dei quali spettacolari.

Il sorriso, nascosto dall’apparecchio, inganna il tempo: nonostante faccia parte della Nazionale italiana Under 19 (visti i 5 goal in 6 partite nei giorni di qualificazione, sarà uno dei profili più interessanti da seguire agli Europei in Slovacchia a giugno), e nonostante non abbia ancora compiuto 19 anni di lui si parlava già in ottica Under 21 prima che Mancini lo convocasse addirittura in Nazionale maggiore per la Finalissima tra Italia e Argentina. Contro il Bologna, in Nations League, è arrivato l'esordio con assist per Pellegrini dopo pochi minuti.

Brucia le tappe, un po’ come brucia gli avversari: “Il mio motto è ‘divertirmi sempre’. Qualsiasi cosa faccia cerco di divertirmi”, racconta ai canali ufficiali. Si divertono meno i difensori costretti a rincorrerlo per tutto il campo, invano. Il contratto in scadenza nel 2023 lo rende obiettivo di mercato di diversi Top club, che lo osservano attentamente: dovrà solo pensare a giocare. Al resto ci penseranno il tempo e la Stella Polare che lo ha sempre guidato, sulle note della canzone di Albis Ryders. “Ecco ‘Willy’ Gnonto”.

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