"Yannick mi chiese: 'Puoi filmare una partita?'. Certo che posso farlo. 'Puoi tagliare un video?'. Certo che posso tagliare un video. 'Il nostro primo avversario gioca domani: va a vederlo, filmalo e dammi dei feedback in due giorni'. Quindi, ci sono andato: mi sono messo alla prova. Non avete idea di quante volte ho rivisto quella partita, e lui mi disse: 'E' incredibile, hai fatto qualcosa di grandioso'".
E' in quel momento, forse, che Will Still ha compreso, a fondo, il suo destino da "prescelto": non uno qualunque, ma uno tra i tanti scelti dal Dio del calcio per diffondere il suo Verbo. Con la V maiuscola. Per intenderci meglio: è in quel momento che Will Still ha compreso, pienamente, che sarebbe diventato un allenatore.
Ha 30 anni, Will: è nato in Belgio, ma ha studiato in Inghilterra, a Preston. E, da metà ottobre, è l'allenatore in prima dello Stade de Reims: un sogno che si avvera. Una panchina di un Top campionato europeo, capitata un po' per caso. Perché Will Still, al momento dell'esonero di Oscar Garcia Junyent, è il suo vice: insomma, viene nominato ad interim e, poi, resta come guida tecnica della prima squadra.
Per questo, però, il Reims paga puntualmente poco più di 25 mila euro di multa a partita: perché Will Still non ha ancora la licenza UEFA Pro, ma è anche troppo bravo per essere lasciato a piedi. Ne vale la pena, insomma: senza se e senza ma. Soldi ben spesi, verrebbe da dire.
Il fatto, che rende poi speciale la storia di Will Still, è l'inizio della stessa: intrisa di simbolismo e di significati profondi, legati all'etica del lavoro, ma anche e soprattutto a una passione che, in qualche modo, coinvolge tutti.
Piccolissimo passo, indietro, per contestualizzare: la prima esperienza da allenatore è stata al Preston North End: da vice, nelle giovanili. Un percorso formativo, a 19 anni, caratterizzato dal più classico degli invii di curricula a destra e sinistra.
"Quando sono tornato in Belgio dopo aver finito il college, ho deciso di intraprendere un avventura a livello professionistico, bussando alle porte dei club. 'Sono giovane e non sono nessuno', dicevo. 'Ma ho un'esperienza al Preston: posso in qualche modo essere d'aiuto?'. Le risposte? Continui no dopo no. Porta dopo porta, sbattuta in faccia", ha raccontato al Guardian. "Stavo iniziando a perdere la speranza".
Fino a quel giorno e all'incontro con l'ultimo degli allenatori disponibili in lista: Yannick Ferrera, giovane tecnico del Sint-Truiden, in Serie B belga. Da lì è partito tutto: o meglio, è partita la prima parte dell'esperienza di Will Still. Non una guida, quando un video analyst. Meglio di niente.
Anche perché tre anni dopo quella porta spalancata da Ferrera (attualmente allenatore all'Omonia Nicosia) si ritrova nello staff del Lierse, ma da vice. Un segno del destino? Sì. Lo stesso che gli permette di essere nominato tecnico della prima squadra. Ecco, dopo aver contestualizzato, arriva il nodo che lega noi comuni mortali a Will Still
"Anche se ero l'allenatore di una squadra professionistica, provavo le tattiche in Football Manager. Non avevo mai pensato che Football Manager avesse avuto tutta quest'influenza sulla mia carriera, ma pensandoci ora sicuramente è stato così. Da bambino ero fissato, ne ero ossessionato. Io e mio fratello ci giocavamo senza sosta: ha acceso quel fuoco che adesso arde in me".
Il resto è noto: Will Still oggi è imbattuto: uno dei pochi allenatori, da quando ha iniziato a sedere sulla panchina del Reims, a riuscirci. Ha fermato il PSG, pochi giorni fa, e può contare, nella sua squadra, sul capocannoniere della Ligue 1: Folarin Balogun. Sui 25 mila euro di multa a partita nulla da dire: spesi bene, come dicevamo. Senza dubbio.
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