GOALSecondo uno studio condotto negli ultimi anni, solamente il 20% dei giocatori brasiliani, in patria, guadagna più di 300 euro mensili. L'80%, lontano dai 60 maggiori club impegnati tutto l'anno, fatica a sbarcare il lunario nelle serie inferiori. In un paese che vive per il calcio, la mole di militanti è enorme. La stragrande maggioranza non vedrà mai la luce della ribalta, nè il calcio europeo. Per farcela il talento non basta, nella nazione che ha creato la concezione di qualità futbolistica. Serve un episodio per cambiare la propria vita. Salvarla. Come capitato a Wendell Lira.
Per ogni Neymar la lista di giocatori normali, sotto la soglia di povertà, è composta da un numero a più cifre. Wendell Lira era uno di loro, prima che il caso lo rendesse testimone di una nuova era. Di chi ha sempre saputo di avere delle qualità, senza mai però essere uno tra tanti. Solamente un altro brasiliano talentuoso tra tanti. Ala rapida votata al dribbling, tecnico, joga bonito. La solita vecchia storia. Il paese però abbonda di aspiranti maghi come lui. Non può definirsi nè Houdinì nè Copperfield.
Figlio di Goiânia, la più grande città nello stato di Goiás, viene scelto dalla squadra locale per entrare nelle giovanili prima e nella squadra principale poi. Viene chiamato a far parte del Brasile Under 20, conquista il campionato goiano, riceve proposte importanti. Insomma, a inizio carriera, appena ventenne, sembra essere uno di quei brasiliani che può permettersi di sognare subito il calcio europeo, o farsi largo in patria a lungo per poi sì, permettere al Vecchio Continente di contrattare. Prima di Pato, sulle sue tracce c'è il Milan:
"Avevo fatto molto bene e suscitato diversi interessamenti. Anche il Milan aveva fatto una proposta ufficiale, ma Goiás in quel momento non voleva vendermi, perché avevo appena firmato un contratto da professionista per cinque anni. Si aspettavano di guadagnare di più. Ero molto triste in quel momento, perché era un sogno giocare lì, ma dato che sono molto calmo, ho sempre creduto che un giorno le cose potessero funzionare. C'è voluto un po', ma è successo".
Se, ma, forse. Chissà come sarebbero stati il Milan, l'Europa e Wendell Lira davanti al trasferimento in rossonero. Impossibile dirlo. Di certo il ragazzo non avrà sempre grandi speranze positive sul futuro, soppiantate dall'entrata nella triste statistica di uno stipendio troppo basso per poter campare avanti. Causa continui gravi infortuni, non riuscirà a sfondare al Goias, finendo nelle serie inferiori e nei campi pregni di rimpianti. Serie B, serie C, serie D. Gironi infernali di chi ha sentito quelle parole. Copia e incolla, hanno creduto di essere il futuro del Brasile, senza riuscirci.
Nell'estate 2015 Wendell è un numero. Uno dei tanti giocatori brasiliani che non riesce ad ottenere uno stipendio regolare, a volte senza per parecchi mesi. Tanto da essere costretto a lavorare nel ristorante della madre per poter portare il pane a casa. Le bollette si accumulano, i pensieri negativi anche. Con una compagna e una figlia, la situazione per Lira si fa sempre più dura. Vaga di notte alla ricerca di una risposta, di un modo per cambiare la propria vita:
"Non avevo soldi per pagare il latte di mia figlia. Soffrivo una pressione enorme perché ero disoccupato, senza prospettiva. Non riuscivo a vedermi allo specchio".
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IL GOAL DELL'ANNO 2015: IL PUSKAS AWARD
Sono i mesi in cui fa parte del Goianésia Esporte Clube, con cui si è classificato al terzo posto nel Campeonato Goiano 2015. A marzo, davanti a 300 persone, ha segnato un goal da antologia, di quelli che compongono le top sulle migliori reti dilaganti su Youtube. E' una realizzazione di squadra, che trasuda preparazione da ogni poro. Palla dalla destra per Wendell Lira, sulla trequarti. Attende l'avversario, scarica per un compagno sulla linea dell'area. C'è l'uno-due, tentato, che il classe 1989 non riesce a chiudere.
Per sua fortuna, visto che dietro di lui c'è un altro giocatore nerazzurro (i colori della sua squadra). La magia continua: stop, palla alzata con un pallonetto per Wendell, che ha superato velocemente il mancato stop per correre in area e ricevere l'assist del numero 10. I giocatori dell'Atletico-Go perdono la bussola nel guardare quel pallonetto, a bocca aperta. Non si accorgono che in posizione regolare è scattato Lira. Guarda il pallone, spalle alla porta. Si gira verso di essa, sforbiciata col destro. Arte marziale, arte su tela.
Nonostante le pochissime persone allo stadio, il video comincia a circolare sul web. Oh, santo internet. Benevolenza e malignità del mondo. La rete viene presa a simbolo del gioco di squadra e allo stesso tempo del calcio brasiliano. Arriva da una serie inferiore? Poco importa, Wendell Lira è tutti. E' la classe operaia che sale in quel posto che alcuni chiamano Paradiso. Il cellulare comincia a squillare. Una, tre, venti, cento volte. E' costretto a staccarlo, dopo che la FIFA ha ufficializzato la nomination al Premio Puskas come miglior goal al mondo. Insieme a lui ci sono Florenzi e il suo goal da centrocampo contro il Barcellona e Messi, che da centrocampo è partito per fare a fette l'Atletico Bilbao in finale di Coppa del Re.
La follia vincente del romanista e la capacità di rendere l'impossibile possibile dell'argentino, nelle immagini che sul palco di Zurigo scorrono insieme a quelle dedicate a Wendell Lira. Indossa un abito nero, fatto su misura da una società che lo ha contattato dopo essere venuta a conoscenza della nomination. Al suo fianco c'è la moglie Ludymila Miranda e seduti tutt'attorno i più grandi campioni del calcio mondiale. Cristiano Ronaldo, il suo idolo, ma anche Luka Modric, un giocatore con cui ha passato tante notti. Utilizzandolo su FIFA, il videogioco calcistico più giocato al mondo.
Quando Hidetoshi Nakata, sul palco del galà del Pallone d'Oro 2015, che vedrà Messi portarsi a casa il premio più importante, pronuncia il nome dei Wendell Lira, il brasiliano chiude gli occhi, guarda in basso. Riceve gli applausi, si alza, bacia Ludymila condividendo le sue lacrime. Condividendo la sua emozione sul palco:
"Oggi vivo un sogno, poter essere qui con gli idoli che vedevo soltanto nei videogiochi è straordinario. Vorrei citare un passo della Bibbia, la mia sembra la storia di Davide e Golia. Oggi mi sento così ed è una sensazione bellissima".
Reprodução/YouTube
15 MINUTI DI CELEBRITÀ
Finalmente per Wendell Lira è il momento di passare alla cassa. Deve provvedere alla famiglia e l'aver vinto il premio per il miglior goal al mondo, nel galà sportivo con maggiore risalto mondiale, apre un mondo nuovo. Fioccano gli sponsor, le richieste da parte dei maggiori club mondiali. Fate finta di non aver letto le ultime due righe. Perchè la realtà è diversa. La sua vita non cambia immediatamente. Per nulla. Ok il premio, ma Lira finisce presto nel dimenticatoio. L'unica squadra che si fa avanti seriamente gioca in Serie D, la Tombense. Dovendo pagare i conti, non può dire no. La Svizzera è già lontana, ricordata solamente da quel riconoscimento dorato in salotto:
"La gente pensa che, poiché ho vinto il Puskas, avessi uno stipendio enorme. Non è mai stato così".
Il suo corpo fatica a trovare continuità, vittima di problemi fisici continui e fantasmi mentali del passato, per nulla lontano. La Tombense è la sua realtà, a cui seguirà il Vila Nova. Con una e con l'altra i soliti vecchi problemi. Si arriva a fine mese con difficoltà, anche firmando autografi e rispondendo alle telefonate di vecchi compagni divenuti famosi. Regolarmente, senza stop wendelliani.
Con tutta la notorietà ottenuta nella serata del Pallone d'Oro e sui social, Wendell Lira non passa però inosservato. Il mondo di opportunità che credeva di poter avere subito fatica ad arrivare e in termini di calcio giocato, in realtà, non arriverà mai. Rimarrà inosservato, tanto da appendere gli scarpini al chiodo ad appena 27 anni. Troppi dolori, troppa fatica. Eppure, quella giornata dell'11 gennaio 2016, gli aprirà comunque le porte. Porte a cui ha sempre guardato sognante, senza mai prenderle sul serio. Quelle porte che la routine hanno chiuso, aperte da umiltà e destino.
La FIFA ha organizzato a Zurigo un evento combinato tra il calcio giocato e quello videogiocato. A maggio, in quel di Monaco di Baviera, il saudita Abdulaziz Alshehri ha battuto il francese Julien Dassonville, laureandosi Campione del Mondo di FIFA 15. Il Pallone d'Oro di gennaio è l'occasione per lui, e per l'organizzazione calcistica internazionale, di unire i due mondi. Cristiano Ronaldo, Messi e Neymar, interrogati su una possibile sfida con il numero uno mondiale rispondono no grazie. Non sono videogiocatori assidui e preferiscono non essere strapazzati in mondovisione sul web. Come ultima chance, così da non far saltare in aria l'incontro promozionale, la stessa richiesta viene fatta a Wendell Lira:
"Avevo rifiutato, sarebbe stato vergognoso sfidare il miglior giocatore del mondo".
Non si sa come e perchè abbia cambiato idea, ma alla fine Wendell Lira, utilizzando il Real Madrid su FIFA 16, surclassa il Barcellona di Alsehri, un vero mito nel mondo degli Esports. Finisce 6-1:
"Non sapevo quanto fossi bravo".
UNA NUOVA VITA: YOUTUBER E STREAMER
Wendell Lira ci sa fare con i videogiochi. Li ha utilizzati nei momenti più bui della sua vita, quando non riuscita a trovare una squadra, nel calcio reale e non videoludico. Grazie agli insegnamenti da professionista, ha imparato come posizionare la squadra su FIFA, come utilizzare la miglior tattica e andare oltre le indisponibilità. E così il 6-1 di Zurigo non passa inosservato. Non può più mostrare qualità dilaganti in campo per i troppi problemi fisici, ma può essere protagonista con un joystick in mano: un'azienda di marketing sportivo di Porto Alegre gli offre un contratto quinquennale come atleta elettronico:
"Ho sempre sognato di guadagnarmi da vivere come giocatore di videogiochi, ma non avrei mai pensato che il sogno si sarebbe avverato. Invece è andata così".
Come professionista degli eSports, sotto il nome di WLira, comincia realmente a guadagnare. Sei, sette volte di più della sua difficile vita da calciatore. Può permettersi qualche lusso in più, senza dover tirare la cinghia. Apre un canale Youtube, partecipa agli eventi competitivi di FIFA, entrando regolarmente tra i migliori 15 del mondo, nella top 3 americana. In un mercato, quello sudamericano, secondo solamente a quello del sud-est asiatico, gli appassionati sono milioni.
La nomea di giocatore che ha battuto Messi nel galà del Pallone d'Oro, il vecchio interesse del Milan e la sua risata contagiosa, lo rendono uno dei più seguiti pro-player, tanto da sfondare il muro dei 500.000 iscritti sul proprio canale Youtube, al quale seguirà anche l'ingresso su Twitch. Dirette, suggerimenti, spacchettamenti. Wendell Lira diventa FIFA. Diventa uno streamer in tutto e per tutto. Uno di quelli che ringrazia il cielo per aver trovato De Bruyne nei pacchetti, che maledice il mondo intero per un goal sbagliato.
Grazie a FIFA riesce anche a realizzare il sogno di giocare in Europa. Chiusa la carriera calcistica, è durante quella da proplayer che il Vecchio Continente si interessa a lui. Nel 2019 lo ingaggia lo Sporting Lisbona:
"Fin da bambino ho sognato di giocare in Europa. Purtroppo non potevo realizzare quel sogno da calciatore. Per molto tempo ho pensato che non l'avrei mai realizzato. Devo ringraziare tante persone. La mia storia è diversa da tante. Quando ero allo stadio José Alvalade guardavo il campo e pensavo a tutto quello che ho passato. Non mi sono mai arreso e sto vivendo un sogno".
Ore di allenamento ogni giorno davanti allo schermo, ma anche tanta palestra (reale, non su Wii Sports) e studio di marketing e social, per rimanere al top con le visualizzazioni. Studia le fasce orarie, le statistiche del suo canale. Ci dà dentro. L'avventura come proplayer dello Sporting finisce nel 2020, quando firma con il Netshoes E-Sports. Che no, non è stata l'ultima esperienza da videogiocatore, nonostante le dichiarazioni rilasciate nel 2021 a TBC Sports:
"Rimarrò solo un altro anno come giocatore competitivo, poi avvierò il mio corso di allenamento e passerò all'area di team manager. Voglio fare questo passaggio, c'è bisogno di queste figure. I club stanno perdendo una grossa opportunità di avvicinare i tifosi sin dalla giovane età, in ogni diretta ci sono 3000 persone. E' la professione del futuro, guadagno sei volte in più rispetto alla mia era da calciatore".
Di questa rimangono solo tracce. La più importante e mainstream è sicuramente la vittoria del Puskas, dalla quale può raccontare di aver battuto Messi e aver conversato con Cristiano Ronaldo, Marcelo e Modric, quel piccoletto che utilizzava solamente su FIFA, incontrato dal vivo e osservato con occhi enormi e sognanti. Rimane un passato al Goias, in una squadra che contava anche Rafael Toloi. Tanto che in passato nei video su Youtube compare proprio con la maglia dell'Atalanta, con il cognome del vecchio compagno sulle spalle.
Il difensore italo-brasiliano è partito da Glória d'Oeste vincendo gli Europei e divenendo un volto noto in Champions League e Serie A. Douglas Pereira dos Santos, suo compagno al Goias, ha giocato per il Barcellona vincendo tutto, seppur da attore mai protagonista. Wendell Lira? Alla fine ce l'ha fatta anche lui. In maniera diversa, forse più ispiratrice. Le strade del calcio sono infinite.


