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Vitor Baia GFXGOAL

Vitor Baía, il portiere della generazione d'oro del Portogallo: dalla Juventus sfiorata ai trionfi con Mourinho

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Aveva talento, mezzi fisici eccezionali (un metro e 85 di altezza per 78 chilogrammi di peso forma), agilità, istinto e grande personalità. Vitor Baía è considerato un'autentica leggenda del calcio portoghese ed è stato il portiere della cosiddetta 'generazione d'oro' del calcio lusitano, l'insieme di talenti nati fra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta del secolo scorso.

A differenza dei vari Luís Figo, Manuel Rui Costa, Fernando Couto e João Pinto, però, l'estremo difensore di São Pedro de Afuraba non vanta grandi vittorie con le Rappresentative giovanili, ma solo perché a 19 anni è già un titolare del Porto nella Prima Divisione portoghese.

Si rifarà con gli interessi nella sua carriera di club da senior, nella quale conquisterà ben 32 trofei, diventando uno dei giocatori più vincenti di sempre, pur non riuscendo (come gli altri campioni della 'generazione d'oro') a trionfare in un grande torneo con la sua Nazionale.

Nel suo percorso calcistico, a metà anni Novanta, ha sfiorato anche la Serie A: pur avendo firmato un precontratto con la Juventus, però, preferirà giocare nella Liga con il Barcellona. Oggi è il vicepresidente dei Dragoni.

Vitor BaiaGetty

PORTIERE PRODIGIO E LA RINUNCIA AL MONDIALE UNDER 20

Nato in località São Pedro de Afuraba, nella città di Vila Nova de Gaia, il 15 ottobre 1969, Vitor Baía inizia a giocare a calcio da bambino nell'Académica de Leça, ma per le sue qualità da portiere già a 13 anni entra nel Settore giovanile del Porto.

Autentico enfant prodige del suo ruolo, a 16 anni un infortunio alla mano mette a rischio il prosieguo della sua carriera, ma a 19 anni il tecnico Quinito lo convoca in Prima squadra dopo che il titolare Józef Mlynarczyk si frattura una spalla in allenamento.

È l'11 settembre del 1988 e Vitor Baía fa il suo esordio fra i professionisti in una partita contro il Vitoria Guimarães valida per la 4ª giornata del torneo. In quella stagione il giovane portiere colleziona 16 presenze.

Le sue prestazioni di ottimo livello fanno sì che nella stagione seguente, il 1989/90, con il ritorno in panchina di Artur Jorge, che aveva vinto la Coppa dei Campioni nel 1987 con i Dragoni, sia promosso come titolare in modo definitivo, iniziando un percorso che locondurrà adiventare un pilastro della squadra biancoblù.

Il 12 settembre del 1989 il portiere fa il suo debutto anche nelle Competizioni europee, disputando dal 1' il confronto di Coppa UEFA con i rumeni del Flacara Moreni (vittoria per 2-0 dei lusitani).

LE PRIME VITTORIE CON IL PORTO

Vitor Baía diventa il titolare inamovibile del Porto, con cui gioca altre 7 stagioni consecutive e conquista le prime vittorie di una fortunata carriera, imponendosi fra i migliori nel ruolo nel Vecchio continente.

Nei suoi primi 8 anni da estremo difensore dei Dragoni colleziona 341 presenze complessive in tutte le competizioni, e nei 7 anni da titolare subisce 116 reti, con una media di appena 16 reti e mezzo al passivo a stagione.

Vince 5 Campionati nazionali portoghesi (1989/90, 1991/92, 1992/93, 1994/95 e 1995/96), 2 Coppe del Portogallo (1990/91 e 1993/94) e 5 Supercoppe nazionali (1990, 1991, 1993, 1994, 1995) e nel 1989 e nel 1991 è nominato 'Calciatore portoghese dell'anno'.

Con 1191 minuti senza subire goal, collezionati dal settembre del 1991 al gennaio del 1992, stabilisce il primato di imbattibilità nel campionato portoghese, che durerà fino al marzo 2015.

Vitor BaiaGetty Images

IL PERCORSO CON IL PORTOGALLO

Intanto il portiere del Porto milita nelle Rappresentative giovanili lusitane: gioca con l'Under 16 (4 presenze), l'Under 18 (11 partite) el'Under 21 (8 gare), ma, suo malgrado, deve rinunciare ai Mondiali Under 20 del 1989, che i suoi compagni vinceranno, dopo esser diventato il titolare dei Dragoni.

Il 19 dicembre 1990, all'età di 21 anni, fa il suo esordio nella Nazionale maggiore del Portogallo nell'amichevole vinta 1-0 sugli Stati Uniti. Diventa presto il numero uno titolare della Nazionale lusitana: nelle Qualificazioni ai Mondiali di USA '94 è avversario dell'Italia di Arrigo Sacchi, che conquista il pass per gli Stati Uniti, poi gioca Euro '96 (4 partite e 2 goal presi) ed Euro 2000 (4 presenze, 4 reti subite e un rigore parato al turco Erif Erdem nei quarti di finale).

Nel 1996 il Portogallo esce ai quarti di finale con la Repubblica Ceca, mentre nel 2000 gli è fatale il golden goal, un calcio di rigore trasformato da Zinedine Zidane che regala alla Francia campione del Mondo la finale. Ripresosi da un infortunio al ginocchio patito nell'anno precedente, nel 2002 Vitor Baía gioca a sorpresa da titolare i Mondiali in Corea e Giappone (4 presenze e 4 goal), venendo preferito a Ricardo dal Ct. Antonio Oliveira.

Chiude la sua militanza di 12 anni in Nazionale nell'amichevole post Mondiale del 7 settembre 2002 contro l'Inghilterra, pareggiata 1-1, dopo 80 presenze totali con 47 reti subite, fra cui 44 con la fascia da capitano al braccio.

Vitor Baia ex Barcelona player

IL PRECONTRATTO CON LA JUVE E IL PASSAGGIO AL BARCELLONA

Dopo gli Europei giocati in Inghilterra con la Nazionale, Vitor Baía, nell'estate del 1996 si trova di fronte al primo bivio importante della sua carriera. Il portiere ha infatti deciso di lasciare il Porto per approdare in un grande club europeo, sulla scia di quanto fatto dai suoi compagni più talentuosi.

Il portiere finisce nel mirino niente meno che dei campioni d'Europa della Juventus, guidati da Marcello Lippi. Il club bianconero, gestito dalla celebre 'Triade' composta dall'a.d. Antonio Giraudo, dal General manager Luciano Moggi e dal vicepresidente Roberto Bettega. Con l'obiettivo di alzare il livello tecnico della rosa, la dirigenza bianconera fa firmare a Vitor Baía un precontratto.

L'idea è infatti quella di portare il venticinquenne portiere a Torino per farne il dodicesimo della Vecchia Signora, la riserva di Angelo Peruzzi, facendo scalare il trentaquattrenne Michelangelo Rampulla al ruolo di terzo portiere. Sembra fatta ma le cose alla fine vanno in modo diverso rispetto al preventivato.

"Fui molto vicino ad andare alla Juventus - ammetterà Vitor Baía nel 2020 ai microfoni di 'Sky Sport' -, avevo firmato un precontratto ma alla fine scelsi il Barcellona".

Niente Serie A, dunque, per l'estremo difensore classe 1969, ma l'approdo nella Liga spagnola. I blaugrana pagano il suo cartellino il corrispondente di 13 miliardi di Lire e di 6 milioni e mezzo di euro attuali, cifra che lo rende il portiere più costoso al Mondo in quel momento. A volerlo al Barcellona è infatti il tecnico inglese Bobby Robson, che già lo ha allenato nelle ultime due stagioni col Porto.

La prima annata con i catalani, che annoverano in squadra campioni come Ronaldo, Stoichkov e Figo, è estremamente positiva, e porta in dote al portiere i primi tre titoli della sua avventura spagnola: la Supercoppa di Spagna (a spese dell'Atletico Madrid), la Copa del Rey (vittoria per 3-2 ai supplementari sul Betis) e la Coppa delle Coppe (1-0 in finale sul PSG).

fernando couto ronaldo nazario vitor baia luis figo - barcelona cup winners cup - 1997Getty Images

Ma il portoghese (51 presenze in tutte le competizioni) inizia ad accusare problemi alle ginocchia che a lungo andare ne comprometteranno l'integrità fisica. Con l'arrivo in panchina di Louis Van Gaal, quest'ultimo, complice un infortunio in estate, gli preferisce Ruud Hesp.

Vitor Baía perde così la maglia da titolare, sebbene, pur con sole 2 presenze totali in campionato, si aggiudichi con i compagni la Liga spagnola e a questa aggiunga anche una seconda Copa del Rey da comprimario e la Supercoppa europea, conquistata dai compagni battendo 2-0 il Borussia Dortmund.Finito ormai ai margini della squadra blaugrana, nel gennaio del 1999 viene ceduto in prestito al suo vecchio club. Sarà spesso considerato uno dei peggiori acquisti della storia del Barcellona e ricordato per i 4 goal subiti al Camp Nou nella sfida di Champions League del 1997 contro la Dinamo Kiev di un giovane Shevchenko.

IL RITORNO AL PORTO E I TRIONFI CON MOURINHO

Vitor Baía, tornato al Porto per rilanciarsi dopo 54 presenze complessive in blaugrana, abbandona la maglia numero 1 per prendere la maglia numero 99 e con Fernando Santos in panchina inizia una nuova era di grandi successi conquistando a fine anno il sesto Scudetto portoghese in carriera.

Nel 1999/00 conquista la quinta Supercoppa nazionale e la terza Coppa del Portogallo, ma dopo gli Europei del 2000 finisce sotto i ferri per gli annosi problemi alle ginocchia e anche a causa di due placche metalliche che gli vengono inserite per evitare di claudicare, il recupero è lento e difficoltoso.

Il carismatico portiere salta praticamente l'intera stagione 2000/01, ma quando in tanti lo danno ormai avviato al ritiro dal calcio giocato rientra a inizio 2002 e con José Mourinho subentrato alla guida della squadra a Octavio Machado, si riprende il posto da titolare.

Il peggio per Vitor Baía sembra ormai alle spalle, tuttavia all'inizio della stagione 2002/03litiga pesantemente con il suo allenatore e viene messo fuori rosa. Tuttavia le parti si riconciliano, l'estremo difensore dopo poche settimane torna fra i pali del Porto e sarà uno dei trascinatori della squadra nel ciclo di trionfi con colui che verrà ribattezzato 'Special One'.

"José aveva bisogno di un bersaglio per affermare la propria leadership, e quel bersaglio fui io - racconterà Vitor Baía anni dopo -. Allora non ne rimasi certo contento, ma oggi, dopo aver parlato con tanti miei compagni, e anche con Mourinho stesso, posso dire che era tutto un piano. Aveva bisogno di dimostrare che era lui a comandare, era la sua filosofia: amici fuori dal campo, giocatori sul campo. Un mese dopo Mourinho venne da me, mi abbracciò calorosamente e mi diede il bentornato in Prima squadra".

Con Mourinho alla guida Vitor Baía conquista nel 2002/03 ben 3 titoli: il settimo Scudetto, la quarta Coppa nazionale e, soprattutto, la Coppa UEFA, primo trofeo continentale vinto dall'estremo difensore. Il 21 maggio 2003 a Siviglia i Dragoni sconfiggono 2-3 dopo i tempi supplementari gli scozzesi del Celtic.

Vitor Baia 2004Getty Images

La stagione 2003/04 è addirittura più esaltante: il Porto si aggiudica infatti, oltre a Supercoppa del Portogallo (sesta affermazione personale) e campionato (ottava vittoria per Vitor Baía) la seconda Coppa dei Campioni della storia del club. Grazie al successo per 3-0 nella finale di Gelsenkirchen sul Monaco, Vitor Baía può alzare al cielo il trofeo più importante d'Europa e diventa il primo calciatore portoghese ed uno degli unici nove della storia a centrare il cosiddetto 'Grande Slam', ovvero la vittoria di tutte le principali competizioni UEFA: Coppa UEFA, Coppa delle Coppe e Champions.

Le sue parate e le prestazioni di alto livello gli valgono a livello personale il premio come miglior portiere della Champions League 2003/04, che sarà poi bissato a fine 2004 con il riconoscimento di miglior interprete del ruolo secondo la FIFA.

Il triennio d'oro si completa con il 2004/05, stagione che sotto la gestione dello spagnolo Victor Fernández porta nel palmarès del portiere, oltre all'ennesima Supercoppa nazionale (la settima nel personale palmarès di Vitor Baía), anche la Coppa Intercontinentale, vinta il 12 dicembre 2004 8-7 ai calci di rigore contro i colombiani dell'Once Caldas dopo un pareggio per 0-0 al termine dei supplementari. Baía non partecipa tuttavia alla lotteria finale perché sostituito nel corso dell'extra time.

Vitor Baia FC Porto - Inter Milan 23022005Getty Images

Verso la fine del 2005, all'età di 36 anni, Vitor Baía perde il posto da titolare a vantaggio di Helton sotto la gestione della squadra del tecnico olandese Co Adriaanse. Autentica bandiera del Porto, resta in squadra fino alla stagione 2006/07, arricchendo la sua bacheca di ulteriori trofei: il 9° (2005/06) e il 10° (2006/07) Scudetto portoghese, l'8ª Supercoppa del Portogallo (2006/07) e la quinta Coppa nazionale (2005/06).

Il 20 maggio 2007 gioca la sua ultima partita col Porto, subentrando a 3 minuti dal termine dell'ultima gara di campionato contro il Desportivo Aves (4-1 per i Dragoni) al posto di Helton, acclamato a lungo dai suoi tifosi. Colleziona così la sua 700ª gara in carriera, sommando le presenze fra squadre di club e Nazionale maggiore portoghese.

Dall'alto dei suoi 32 trofei vinti in carriera (35 per chi gli conteggia anche la Liga 1998/99, che lo vide riserva blaugrana fino a gennaio, e la Taça de Portugal 2000/01 e la Supercoppa portoghese 2001/02, vinte dai Dragoni nel periodo in cui non faceva parte della rosa dopo l'intervento alle ginocchia) saluta da idolo ammirato e amato dai tifosi biancoblù e appende i guanti al chiodo all'età di 37 anni, con un bilancio col Porto di ben 566 partite ufficiali in fra le due diverse esperienze.

Vitor Baia, FC portoGetty Images

PERSONAGGIO TV E VICEPRESIDENTE DEL PORTO

Vivace in porta come nella vita, Vitor Baía è padre di 5 figli, avuti da 3 donne diverse: Diogo (1993) e Beatriz (1997) li ha avuti dalla prima moglie Alexandra Almeida, Afonso (2007) è nato dalla relazione con Elisabete Carvalho e Rodrigo (2018) e Matilde (2021) frutto del rapporto con la nutrizionista Andreia Santos, sua attuale compagna.

Nel 2007, dopo il ritiro, è diventato responsabile delle relazioni internazionali del Porto. Nel 2008 è stato anche insignito del titolo onorifico di 'Ufficiale dell'ordine dell'Infante D. Henrique' e nel 2019 ha intrapreso la conduzione di un programma televisivo in onda la domenica sera, denominato 'Camisola 11', nel quale racconta storie e personaggi del mondo del calcio. Dal 6 giugno 2020, quando Pinto Da Costa è stato rieletto per la 15ª volta consecutiva come presidente del Porto, Vitor Baía è diventato il vicepresidente del club biancoblù.

Parlando di se stesso, ricordando gli anni in cui faceva il portiere, non ha dubbi:

"Per essere gentili e politicamente corretti, stiamo spesso attenti alle parole che proferiamo. Ma dall'alto della mia esperienza maturata in campo e nella vita non ho dubbi di essere stato il miglior portiere del Portogallo. Sono stanco di sentire certi giudizi da una generazione che nemmeno ci ha visti giocare (riferendosi alla sua generazione d'oro, ndr). Abbiamo giocato a lungo e, senza dubbio, noi siamo stati i migliori".

Non ditelo però ai tifosi del Barcellona...

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