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Malesani VeronaGetty

L'harakiri del Verona 2001/2002: dal sogno Europa alla retrocessione

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Immaginatevi in Europa dopo esservi salvati all'ultima giornata l'anno prima. Adesso, immaginatevi in Serie B nella stessa stagione in cui potevate andare in Europa. E' successo davvero, è successo al Verona di Malesani.

Siamo nel 2001/2002, l'Hellas è reduce da una retrocessione scampata di un niente e patron Pastorello le rifà il look per non sbagliare più. Nigmatullin e giovani di belle speranze come Gilardino, 'Ciro' Montaño e Paolo Cannavaro si aggiungono ad altri gioielli già in Veneto: Adailton, Camoranesi (scovato in Messico), Mutu, preso in comproprietà dall'Inter, e Oddo. Nonchè Cassetti e Dossena.

Mutu Camoranesi Gilardino Verona

Un organico che a leggere i nomi oggi in Europa poteva andarci eccome, ma parliamo di ragazzi allora in rampa di lancio e ancora privi della giusta esperienza.

Talento ed entusiasmo, un mix con cui la 'banda' Malesani si regala un girone d'andata coi fiocchi: 25 punti in 17 partite, accarezza la zona Coppe, vince il primo derby di Verona nella storia della A, batte Fiorentina e Lazio, ferma Juve, Parma e Roma. Mamma mia.

Giulietta gongola, il neopromosso Chievo di Del Neri e l'Hellas danno fastidio alle big! Arriva l'incrocio, è il 18 novembre 2001, una notte in cui il 'Bentegodi' ha gli occhi puntati addosso. Verona-Chievo 3-2, l'ex Malesani impazzisce di gioia.

Corsa sfrenata e braccia al cielo sotto la Curva, con annesse polemiche dall'ala opposta dell'Arena. Esultanza smodata, poco rispetto per i 'cugini' con cui il tecnico si fece un nome: accuse che l'allenatore respinge a modo suo.

"Me me frego, potevo fare anche di peggio. Io sono fatto così, lasciatemi stare. In questo calcio sembra che la cosa più importante sia essere finti, di plastica. A me piace esultare. Voglio che prevalga l'aspetto ludico del calcio, voglio che si sia liberi di manifestare la propria gioia. Chi rovina il calcio sono i benpensanti, sono i dirigenti".

"Cosa avreste fatto, voi, dopo aver sentito gli insulti dei tifosi del Chievo? Ho accumulato tanta rabbia: io allenavo il Chievo che non lo conosceva nessuno, le donne cucinavano la pearà e gli uomini non sapevano neanche cosa fosse, il Chievo. E mi hanno ringraziato così... Lancio una crociata in favore di chi esulta, perché il calcio deve essere questo. Lasciamo libertà di gioire a tutti, in campo, perché la gente così è felice".

Malesani derby Verona 2001

Malesani ruggisce, il suo Verona fa risultati e gioca bene: 3-4-3, Cannavaro 'jr' in difesa, Oddo e Seric esterni, Italiano a dare i tempi e Camoranesi-Gilardino/Frick-Mutu liberi di far male. Un giocattolo intrigante.

"Questo modulo è innovativo, è una mia idea, porta una ventata di novità nel calcio. E' un modo per far giocare queste benedette mezze punte che nessuno vuole più, io con Mutu e Camoranesi ci riesco. Spero che la mia idea sia ripresa dagli altri".

Il mondo Hellas e il suo condottiero ci credono, sognano ad occhi aperti, spingono sull'acceleratore. Ma quel derby si rivela un 'boomerang', perchè nel girone di ritorno il giocattolo si inceppa. Passo falso dopo passo falso.

"Sarei un folle se non fossi preoccupato, ma la classifica in fondo è buona".

PS Verona 2001/2002

Undici sconfitte sono il termometro che misura il crollo, il Verona coglie la miseria di 14 punti e precipita dalla favola all'incubo in 4 mesi. Capolinea del folle viaggio Piacenza, dove i ragazzi di Malesani scendono dal treno e prende quello per la B.

Un harakiri, aggravato dal ko in rimonta nella seconda stracittadina. Lo stesso Chievo a cui Malesani ha esultato in faccia, va in UEFA al primo anno di Serie A. Giulietta, adesso, sorride a metà.

Problemi societari? Spogliatoio spaccato? Pastorello, a distanza di tempo, parlando a 'Tg gialloblù' non se ne fa una ragione.

"Ero indietro di tre mesi con gli stipendi, ma non era tutta 'sta cosa, l'avremmo risolta. Avevo rifiutato 25 miliardi a gennaio per Mutu, il Verona non era in difficoltà. Se è accaduto qualcosa anche al nostro interno? Questo non lo so, bisognerebbe chiederlo ai calciatori, sicuramente qualcosa di strano è successo, perché una squadra che termina il girone di andata a 25 punti non può retrocedere. Neanche facendolo apposta".

Piacenza-Verona 3-0, 5 maggio 2002, la data 'shock' per tutti gli interisti. Ma anche per gli scaligeri, che mentre Ronaldo perde lo Scudetto a Roma versano lacrime al 'Garilli'. Un qualcosa ancora oggi di inspiegabile.

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