Che cosa è successo a Donny van de Beek? Gli eroi sono tutti giovani e belli, diceva Francesco Guccini, e van de Beek dell’eroico aveva un po’ tutto: il fascino nordico, con quel ciuffo biondo che lo rende riconoscibile a qualsiasi distanza, il talento e la giovanissima età. Classe ’97, fisico asciutto, grande tecnica, una visione di gioco che gli ha permesso di distinguersi, all’Ajax, per la capacità di giocare di prima. Un centrocampista completo, a tratti, in grado di interdire con un ottimo pressing e anche di inserirsi tra le linee, con buona corsa. Un eroe olandese. Un eroe che, però, quest’anno ha deciso di perdersi.
Il suo passaggio dall’Ajax al Manchester United aveva convinto tutti: a 23 anni era arrivato il momento di separarsi dai Lancieri, che lo avevano accolto e cresciuto sin dal settore giovanile. Era un ciclo che andava a chiudersi, quello che ha visto la squadra di Amsterdam rinunciare a de Ligt, de Jong e poi anche a van de Beek, in direzione grandi club europei, per investimenti da capogiro. Solskjaer lo voleva nel suo centrocampo a tre, accanto a Bruno Fernandes, un altro che di qualità da vendere ne ha, e Paul Pogba, che non ha bisogno di alcun tipo di presentazione.
Speranze e scelte che al tecnico norvegese, però, non sono andate bene. All’Old Trafford, infatti, quest’anno van de Beek lo hanno visto titolare appena due volte in Premier League, poi in 12 occasioni è entrato dalla panchina. I minuti a oggi sono 319, con un solo goal e un cartellino giallo inserito a referto. Un bottino misero, che si riscatta in Champions League con sei presenze, ma non in Europa League: complice un infortunio muscolare, si è rivisto in campo per cinque minuti contro il Granada, nulla di più. Stefano Pioli, agli Ottavi, non l’ha dovuto nemmeno considerare nei suoi schemi difensivi.
Donny van de Beek continua a godere di grande stima e rispetto in patria, con Frank de Boer, CT della nazionale olandese, che non si è fatto intimorire dallo scarso minutaggio del centrocampista con il suo club. Gli Oranje lo hanno convocato per le tre sfide del Girone G, ma ha collezionato appena 24 minuti su 180 a disposizione: il CT lo ha incoraggiato, lo ha galvanizzato, eppure il risultato è sotto gli occhi di tutti. L’esperienza in Inghilterra, d’altronde, è impalpabile, è di difficile valutazione.
A gennaio si era ipotizzato il possibile trasferimento all’Ajax, in prestito, per ritrovare la continuità persa e riabbracciare un ambiente familiare, poi invece negli ultimi giorni è tornata a farsi viva la pista Juventus, dove ritroverebbe De Ligt. La vera domanda, però, è se van de Beek ha davvero qualcosa da offrire al calcio europeo o se la bocciatura di Solskjaer, che di trequartisti se ne intende, va letta in un modo diverso.
Getty ImagesSe in Champions League la continuità è stata premiata, a voler guardare diversamente il dato ci troviamo a notare che Solskjaer lo ha fatto giocare titolare contro l’abbordabile Basaksehir, mentre nelle sfide decisive per il passaggio del turno contro Lipsia e PSG l’olandese ha dovuto sedersi in panchina e attendere il suo momento per entrare in campo.
Nelle coppe locali l’andamento è sicuramente più confortante, ma se paragoniamo la FA Cup e la EFL Cup alla nostra Coppa Italia è facile capire qual è la situazione: titolare in tutte le gare, compresa quella che ha sancito l’eliminazione dei Red Devils a marzo contro il Leicester, van de Beek ha addirittura collezionato appena 2 minuti nella sfida di semifinale di coppa di Lega contro il Manchester City il 6 gennaio: un trattamento à la Eriksen dei primi mesi all’Inter, insomma. Una passerella inutile in un derby che i Citizens hanno vinto 2-0.
Eppure, le qualità di van de Beek sono state sotto gli occhi di tutti e nella sfida tra Leicester e Manchester United terminata 1-1 il 21 marzo scorso abbiamo avuto la possibilità di ammirare anche la visione di gioco di cui sopra. Nell’azione che ha portato al gol Greenwood, d’altronde, il centrocampista olandese si rende protagonista di un ottimo velo in favore dell’inserimento del compagno, che gli arriva alle spalle. Come se lo sentisse arrivare, probabilmente anche perché chiamato a lasciarla, e con un guizzo immediato la fa scorrere e favorisce l’1-1 dei Red Devils al 37’. Sarebbe semplicistico dire che la sua miglior azione l’ha compiuta senza toccare la palla, ma il talento è anche questo, è anche nel momento in cui si crea lo spazio, si porta via l’uomo, si genera superiorità.
Minutaggi alla mano, infine, persino Matic ha raccolto più spazio di van de Beek, che se a marzo ha chiesto la cessione ha avuto la ragione dalla sua. Meno dell’olandese ha saputo fare soltanto Juan Manuel Mata, che dalla sua però ha l’età che avanza (32 anni) e il costo di 45 milioni di euro dal 2014 a oggi è stato abbondantemente ammortizzato. I 40 milioni di van de Beek, invece, restano ancora un po’ eccessivi, per i minuti giocati.
La speranza per lui potrebbe essere quella di una cessione di Pogba, possibilità che a gennaio non sembrava eccessiva o troppo peregrina, ma che non si è concretizzata. Il futuro non sembra essere al momento una nave tutta d’oro e non si pensa che possa portare van de Beek molto lontano, a meno che quel “lontano” non si intenda via da Manchester.


