Esistono legami di ogni tipo nel mondo del calcio: quelli decennali, quelli di una vita passata con la stessa maglia. Poi ci sono avventure più brevi, ma non per questo meno intense: è proprio questo il caso di Mark Van Bommel , che in un solo anno e mezzo con la maglia del Milan è riuscito a creare un feeling tutto speciale con i colori rossoneri.
Siamo nel gennaio 2011 con un Diavolo in piena corsa per il titolo quando Adriano Galliani mette a segno l'ennesimo colpo low cost per rinforzare un centrocampo in emergenza. Serve un profilo di spessore, capace di integrarsi velocemente nei meccanismi della squadra per sopperire immediatamente ai problemi fisici di elementi chiave come Gattuso e Seedorf.
Il rinforzo arriva addirittura dal Bayern Monaco e nonostante i quasi 34 anni è il profilo perfetto per una squadra che ha bisogno di sostanza ed esperienza in un ruolo chiave: Van Bommel prende immediatamente in mano le redini del gioco milanista offrendo solidità ed equilibrio al reparto, portando caratteristiche totalmente diverse ma altrettanto efficaci nel contesto.
GettyLo stesso giocatore parlerà poi da ex qualche anno più tardi, svelando i dettagli di una particolare chiacchierata che sbloccò definitivamente il suo arrivo a Milano, con 'sua maestà' Zlatan Ibrahimovic ancora inevitabilmente protagonista e decisivo nel destino rossonero.
"Galliani ha chiesto a Ibra: “Zlatan, che ne pensi di Mark van Bommel? Lo compriamo o no?” E Zlatan ha risposto: “Compratelo! È un bene per noi. E’ un giocatore scomodo per i rivali… E preferirei giocare con lui piuttosto che contro di lui”.
L'esordio con il Diavolo arriva il 26 gennaio nei quarti di finale di Coppa Italia contro la Sampdoria, mentre il primissimo approccio in Serie A non è idilliaco: appena tre giorni dopo viene espulso durante il match contro il Catania, ma nelle successive apparizioni il ruvido centrocampista olandese fa letteralmente innamorare l'esigente pubblico di San Siro.
Contrasti sporchi, entrate decise, agonismo da vendere e personalità debordante: il Milan scopre in pochissimo tempo un nuovo leader, fondamentale dentro e fuori dal campo per il delicatissimo rush finale.
Bastano poche partite per 'strappare' a Galliani il meritato soprannome di 'Generale': Van Bommel riesce nell'impresa di far dimenticare nella stagione successiva un monumento del ruolo come Andrea Pirlo, passato da poco ai rivali della Juventus.
Dopo l'ottavo campionato vinto in carriera tra PSV, Barcellona, Bayern e Milan il classe '77 porta a casa il successivo 6 agosto a Pechino anche una Supercoppa Italiana ai danni dell'Inter. Una vera e propria macchina da titoli.
GettySaranno 50 le presenze totali con la maglia del Diavolo, ma al termine della stagione successiva il richiamo di casa si fa sentire: la parola al PSV è già data da qualche settimana quando il Milan gli chiede invano di restare ancora un anno.
Il 13 maggio 2012 è una data che segna la fine di un'era in casa rossonera: a San Siro va in scena Milan-Novara, partita senza nessuna importanza ai fini della classifica ma carica di emozioni. E' la partita degli addii: salutano in un solo colpo Nesta, Inzaghi, Seedorf, Gattuso e Zambrotta... ma tra le tante lacrime di San Siro si ritagliano un posto quelle di Van Bommel.
GettyTra le tante ovazioni per il saluto dei senatori, il numero 4 olandese strappa un sentito applauso a quello che è diventato anche il suo pubblico. Indimenticabili le lacrime ai microfoni della stampa, un tatuaggio nella memoria dei tifosi, la chiara immagine di un uomo che in poco tempo è riuscito ad amare e farsi amare.
"È difficile dire qualcosa in questo momento. Ripeto che per me non è facile lasciare questi colori anche solo dopo un anno e mezzo. Fin dall’inizio mi avevano detto che era una famiglia questa squadra ed è davvero così. E' dura lasciare questa squadra".
Perchè poco importa se è durato un solo anno e mezzo, se per quella maglia hai dato tutto ogni singolo minuto fino all'ultima goccia di sudore. Quello sguardo di ghiaccio tradito dalle forti emozioni: dopo aver vestito maglie prestigiose come Barcellona e Bayern Monaco, Van Bommel non ha avuto dubbi nel definire quella rossonera come la miglior parentesi della sua carriera.
"E' stato un periodo fantastico, penso di aver giocato il miglior calcio della mia carriera. Mi chiesero di rimanere, ma avevo promesso di chiudere col PSV".
Oggi l'ex giocatore olandese ha già messo in archivio 75 presenze da allenatore con il PSV, in passato è già stato accostato alla panchina milanista per sostituire proprio l'ex compagno Gattuso e chissà che in futuro il 'generale' non possa tornare in quella che per un anno e mezzo è stata davvero casa sua.


