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Peñaranda Messi

Un'illusione chiamata Peñaranda: dal record scippato a Messi al dimenticatoio

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Quanti giocatori ci hanno illuso? Quanti sembravano fortissimi e poi ci hanno lasciato soltanto col desiderio di vederli diventare campioni? Tanti, troppi. Tra cui Adalberto Peñaranda, uno che sembrava poter spaccare il mondo con i suoi capelli biondo platino e la sua travolgente accelerazione che lo facevano sembrare un personaggio venuto fuori direttamente da Dragon Ball.

La sua aura appariva potentissima già dalla prima stagione disputata in Europa con la maglia del Granada. Era appena maggiorenne, eppure non gli pesava affatto misurarsi in uno dei campionato più importanti al mondo. Tra novembre 2015 e gennaio 2016 il suo nome ha iniziato inevitabilmente a circolare sul taccuino dei top club europei.

In quel periodo il ragazzino venuto dal Venezuela si è presentato alla Spagna con una doppietta rifilata al Levante alla sua quarta partita in assoluto giocata con il Granada. Una doppietta segnata a 18 anni e 195 giorni, il più giovane calciatore nella storia della Liga a realizzarne una. Superato persino Messi, che prima di lui deteneva questo record.

Nelle settimane successive Peñaranda ha segnato altri due goal, concludendo la stagione con cinque reti complessive e quattro assist. Non male per un 18enne al primo anno in Europa. Del suo potenziale se ne sono resi conto tutti, specialmente l''Udinese, sempre attento a questi profili, che si è mosso per primo e l'ha portato in Italia con la formula del prestito con diritto di riscatto.

L'ennesimo colpo in stile Pozzo, l'ennesimo affare in stile Sanchez, al quale tra l'altro Peñaranda si è paragonato nel corso della conferenza stampa di presentazione in bianconero. Un paragone che non ha portato ovviamente troppo bene, visto che nei successivi sei mesi il fulmine venezuleano non ha praticamente mai giocato in Friuli: 7 presenze soltanto tra campionato e Coppa Italia, appena 156 minuti giocati e zero goal messi a segno.

Già a gennaio ha rifatto le valigie per tornare in Spagna, questa volta al Malaga, ma il trend non è cambiato. Il vero Peñaranda (o quello che a Udine erano convinti di aver acquistato) si è rivisto nell'estate del 2017 durante il Mondiale Under 20 giocato in Corea del Sud, dove con il suo Venezuela è arrivato sino alla finale poi persa contro l'Inghilterra. Due goal segnati, tre assist, praticamente immarcabile per gli avversari. Un baby fenomeno ritrovato. O forse no.

Presto ci siamo resi conto che quella di Peñaranda è stata solo una grande illusione, testimoniata dalle prestazioni e soprattutto dai numeri, davvero impietosi. Prima di questa stagione, dove ha ritrovato un briciolo di continuità con il Las Palmas nella seconda serie spagnola, Peñaranda ha giocato appena 19 partite in 3 anni tra Watford (che lo aveva acquistato per 10 milioni), Eupen e CSKA Sofia.

"Il Granada è stato per me un palcoscenico straordinario, da lì non sarei  dovuto andare all'Udinese, è stato un grosso errore da parte mia. Se mi fossi consultato con mio padre, lui non sarebbe stato d'accordo con la mia decisione e la verità è che me ne pento".

Dalle sue dichiarazioni sembra che la colpa della sua mancata esplosione sia stata dell'Udinese, ma la verità è che Peñaranda non è mai stato quello che pensavamo potesse essere. Tra infortuni e problemi comportamentali, il picco della sua carriera è rimasto quel record scippato a Messi ormai sbiadito e a sua volta superato da Ansu Fati, uno che, sfortuna permettendo, non sarà un altro Peñaranda.

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