
Quando Trent Sainsbury - o se - avrà dei nipoti, probabilmente eviterà di raccontare loro nei dettagli la sua carriera calcistica. ometterà i dettagli più particolari, quelli che generano click e curiosità. I chi, i davvero? Perchè il ragazzo australiano, durante la sua era calcistica che sembra essere ben lontana dalla conclusione in virtù dei trent'anni appena compiuti, si è tolto diverse soddisfazioni, e raccontare ai più piccoli la leggenda di chi ce l'ha fatta, è decisamente meglio che annoiare gli stessi con dettagli burocratici e retroscena horror su come il suo sogno di essere un calciatore professionista abbia sbandato. Del resto la Serie A, i Mondiali e la Champions League non sono certo prerogativa di tutti. E volete mettere narrare in questi termini a dei ragazzini desiderosi di mettersi in mostra con i propri coetanei?
Del resto, Sainsury ci è riuscito. Ha giocato i migliori tornei calcistici, riuscendo anche a conoscere nuove culture. Ha diverse storie da raccontare. E anche se in un futuro i parenti con gli occhi spalancati potranno rovistare nel web alla ricerca del vecchio Trent, saranno solo i dettagli via via più ricercati a limitare la sua storia. Nata in Australia. Figlio di Scott, emigrante dall'Inghilterra (in cui è celeberrima una catena di alimentari con il cognome del ragazzo classe 1992), arrivato a Perth per lasciare il grigio clima britannico e tuffarsi tra le acque dell'oceano.
Ha sangue europeo e la carriera di Sainsbury non inizia con le casacche del football locale, ma bensì il vecchio e caro football britannico. Da una parte i West Coast Eagles e il Fremantle Football Club, le maggiori squadre nel capoluogo dell'Australia occidentale. Dall'altra il Glory di Perth, gloria e vanto di chi in città non usa le mani (a meno che non sia il portiere) per praticare uno sport.
Il Perth Glory ha vinto pochi anni prima due titoli calcisti nazionali ed entrare nelle sue giovanili non è facile. Ci riesce però Sainsbury, scelto dal club viola a sedici anni. Sono i primi passi con una realtà professionista, nonostante militi nella Primavera, a cui segue l'annata successiva l'Australian Institute of Sport, college dall'altra parte del paese. A Canberra, infatti, il ragazzo comincerà a vivere con altri coetanei e non più coi genitori, imparando giovanissimo come sopravvivere alle insidie della vita.
Da una parte all'altra dell'Australia la distanza non è certo percorribile in auto, vista una distanza di quaranta ore su quattro ruote. Sainsbury torna a casa quando può, o incontra parenti e amici a Perth, distante circa cinque ore in aereo. Poche volte può sentirsi veramente a casa, fino a quando arriva la chiamata nel 2009 dei Central Coast Mariners Football Club di Gosford, a mezzora dalla cara e vecchia casa. Qui si mette in mostra, felice di essere nei dintorni della natia Thornlie. Il padre gli regala consigli derivanti dal vecchio calcio inglese della sua gioventù e Sainsbury, supportato da un fisico non colossale, ma abbastanza forte per essere un centrale difficilmente superabile.
IL MALEDETTO IRRIGATORE: K.O AL PRIMO MATCH
Non ci vuole molto prima che si sblocchi il suo obiettivo principale: l'Europa. L'Australia è una terra dal fascino unico, ma il suo calcio è lontano anni luce da quello del Vecchio Continente. Si accorge di lui il PEC Zwolle, compagine di Eredivisie, il massimo campionato olandese, che decide di dargli un'opportunità intermedia. Il torneo dei Paesi Bassi, nel 2014, vive un periodo distante da quello degli anni '90, soppiantato da Premier League, Liga, Serie A e Bundesliga. Ma l'Olanda è sempre l'Olanda, anche se non si parla di Ajax o PSV. Futuro possibile, nuova tappa prima di puntare ad un club di prima fascia.
A gennaio 2014, forte del titolo campionato vinto con i Mariners, Sainsbury sbarca a Zwolle. Paragona a Perth, dove Trent è cresciuto, è una piccola realtà: due milioni di abitanti contro 100.000. Un abisso, con l'Oceano Indiano e diversi mari nel mezzo. In Olanda succede il primo di quei dettagli che probabilmente Trent Lucas Sainsbury eviterà di raccontare, se non quando disposto a ridere delle proprie disgrazie.
L'inverno olandese è freddo, ma Sainsbury è caldissimo. Ci mette pochi giorni ad esordire, partendo titolare nella sfida contro l'Utrecht del 6 febbraio giocata allo Stadion Galgenwaard. Parte titolare al fianco di Broense e la sua prestazione non è particolarmente eccelsa per ovvi motivi di trasferimento appena effettuato e meccaniche di gioco non ancora assimilate. I padroni di casa segnano con Agudelo, ma il PEC è in partita. All'improvviso, il crack.
Al 70', sull'1-0 per i padroni di casa, Sainsbury finisce a terra. Non si capisce il motivo. Nessuno lo sa: arrivano fischi dalle tribune, spenti dal gioco fermo e dalla preoccupazione. Il ragazzo, alla prima gara europea della sua carriera, non si rialza. Tra l'incredulità generale, comincia a girare voce sugli spalti riguardo il motivo: il direttore di gara ha infatti appena spostato qualcosa dal terreno di gioco. In tv la dinamica è chiara, e pian piano la voce gira anche nell'impianto dell'Utrecht. La parola impianto, già. La più efficace da usare in questo contesto: Trent ha appena colpito un dispositivo nel terreno, una parte del sistema di irrigazione lasciata lì per errore.
Sainsbury si è appena fratturato la rotula nell'impatto con l'oggetto e la conseguente caduta. Dopo settanta minuti, la sua prima stagione europea è già finita. Inutile dire che il PEC, vicino al ragazzo, sarà su tutte le furie nei confronti dell'Utrecht. Richiesta di risarcimento immediata, in virtù dell'impossibilità di utilizzare il ragazzo per il resto dell'annata 2013/2014: la palla passa al comune e alla compagnia di assicurazioni, mentre Trent rimane fermo fino ad agosto, perdendo l'opportunità di essere convocato ai Mondiali brasiliani, proprio quando il cambio in panchina sembra avergli aperto la strada ad una possibile chiamata.
"È stata quasi come una brutta rottura con una ragazza. Non ti aspetti che succeda qualcosa del genere su un campo da calcio professionistico in Europa in uno dei campionati più grandi. È stato qualcosa di assurdo. Ora posso solo guardare indietro e ridere ora perché sono tornato in forma e sto giocando pienamente".
Già, nel 2016, due anni dopo l'incredibile infortunio che frantuma la possibilità di giocare i Mondiali, Sainsbury gioca regolarmente con il PEC Zwolle, riuscendo persino a vincere la Coppa d'Asia. Come di consueto l'Australia partecipa al torneo della federazione AFC (tra l'altro come paese organizzatore) e Trent ne è uno degli imprescindibili, una volta tornato dall'infortunio. Per la prima volta con la casacca dei Canguri a settembre 2014, a gennaio 2015 solleva il trofeo più importante della sua carriera come centrale titolare. Viene inserito nella top 11 del torneo - insieme ai compagni Ryan, Luongo e Cahill, attirando l'interesse di nuovi club europei, alla pari di quelli cinesi.
CINA VICINA: LONTANA ALL'IMPROVVISO
Negli ottavi della competizione, infatti, l'Australia affronta la Cina, riuscita a superare agevolmente il proprio girone. Nella prima fase ad eliminazione diretta, però, non c'è storia: 2-0 secco e prestazione sontuosa di Sainsbury. Siamo nel periodo di massima spesa da parte dell'emergente calcio cinese e i tentativi per far crescere il movimento, unendo i grandi campioni mondiali a quelli locali, è al suo massimo storico. L'ottima impressione fatta da Sainsbury in Cina-Australia, fa guadagnare al difensore una chiamata da parte del Jiangsu Suning, squadra che nel frattempo ha messo le mani anche sull'Inter.
E' il 2016 e Sainsbury ha firmato con il Jiangsu. La spesa - 1 milione di euro - è minima, rispetto a quelle che le squadre del campionato cinese hanno operato nel triennio precedente: basti pensare che il club di Nánjīng ha portato in Cina i brasiliani Alex Teixeira e Ramires per 80 milioni complessivi. Non solo: nei giorni che precedono l'arrivo dell'australiano alla corte di mister Dan Petrescu, il calcio europeo ha lasciato partire Oscar e Hulk allo Shanghai SIPG per 120 milioni di euro totali, nonchè Jackson Martinez all'Evergrande per 42.
Sainsbury si piazza al fianco di Ang Li (non quello de 'La Tigre e il dragone' e l'Hulk di Eric Bana) e si gode un ingaggio importante, marcando Demba Ba, Zahavi, Burak Yılmaz, Graziano Pellè e Hulk. Il Suning chiude al secondo posto alle spalle del dominatore Guangzhou Evergrande di Scolari, Guówáng del torneo per la sesta volta consecutiva. Imprescindibile, si gode una titolarità indiscussa, togliendosi la soddisfazione di segnare due reti, incrementando il bottino di gare con la propria Nazionale.
I Renminbi cinese non sono però così luccicante. Il calcio locale ha perso una quantità spropositata di milioni in virtù degli ingaggi spropositati (che renderanno Tevez il più pagato al mondo) e le offerte da record per incrementare il proprio roster di campioni provenienti dal pallone d'elite. Serve porre un freno. Del resto la volontà di far crescere il campionato non sta funzionando: i big firmano, guadagnano, ma fuggono nel breve periodo. Interviene il Governo della Repubblica Popolare cinese: freno alle spese irrazionali e tetto massimo di stranieri modificato all'improvviso, proprio nel bel mezzo della sessione di calciomercato 2017.
Fino all'inverno 2017, infatti, il regolamento del torneo cinese prevede l'ingaggio massimo di cinque stranieri, di cui uno asiatico. Da qui la possibilità di schierarne un massimo di quattro, comprendente però il calciatore asiatico, con il quinto in panchina e utilizzabile solamente al posto di uno dei tre colleghi provenienti da nazioni esterne alla federazione continentale. La rivoluzione improvvisa, tale proprio perchè arrivata pochi giorni i ricchi ingaggi stranieri da parte di quasi tutti i club del campionato, abbassa la soglia.
Nonostante il numero di cinque stranieri sia confermato, solamente tre possono scendere in campo. Gli altri due non possono nemmeno sedersi in panchina, mentre il +1 asiatico è ormai assimilato agli altri stranieri. Il Jiangsu Suning si ritrova così ad avere in squadra i brasiliani Ramires ed Alex Teixeira, il colombiano Roger Martinez, il coreano Hong Jeong-ho, il croato Sammir e lo stesso Trent Sainsbury. Mentre Sammir è appena tornato da un prestito e verrà nuovamente ceduto senza troppi giri di parole, il club è consapevole di non poter rinunciare alle stelle sudamericane.
Nonostante di giornata in giornata si possa decidere i due giocatori da mandare in tribuna, nessuno vuole rimanere a guardare per più sfide consecutive. Un solo giocatore non convocato può essere gestito di volta in volta, ma due no: tra Ramires, Teixeira, Martinez, Hong e Sainsbury c'è qualcuno che deve lasciare. Trent.
LA SOLUZIONE INTER: TOCCATA E FUGA
Il Jiangsu cerca una soluzione rapidamente. Passano due secondi e la soluzione è già trovata: spedire Sainsbury all'Inter, l'altra proprietà di Zhang Jindong. Del resto i nerazzurri hanno appena girato in prestito Ranocchia e c'è bisogno di qualcuno per ricoprire il ruolo di ultimo centrale a disposizione di Stefano Pioli. Dopo le prime voci, all'improvviso l'accelerata e l'ufficialità:
"F.C. Internazionale comunica di aver raggiunto un accordo con il Jiangsu Suning per l'arrivo a titolo temporaneo di Trent Lucas Sainsbury. Il difensore australiano classe 1992 si trasferisce in nerazzurro fino al 30 giugno 2017".
Una data, quella di giugno, in cui torneranno i centrali in prestiti, ma anche in cui il calciomercato cinese potrebbe portare a nuove soluzioni. Per qualche mese Sainsbury rimarrà all'Inter, ma il destino è già quello di tornare in Cina e vedersela con gli altri stranieri per un posto in squadra, con la consapevolezza che un massimo di tre dovrà sempre essere rispettato. Il ragazzo che alla prima gara europea ha subito un grave infortunio, può passare dalla cassa: giocare in uno dei più grandi club d'Italia e dell'intero pianeta.
Maglia numero venti sulle spalle ed entusiasmo a mille per il primo australiano della storia interista, che esulta come un canguro. Il motivo? A parte l'ovvio collegamento con la sua patria, il motivo principale è l'amore del suo vecchio tecnico olandese per un programma tv con protagonista il marsupiale 'Skippy', divenuto soprannome dello stesso nuovo giocatore interista:
"Questo trasferimento è uno shock. Non voglio andare all'Inter solo per aggiungere questa esperienza al mio curriculum personale, ma voglio lasciare un grande segno. Ho sempre pensato che sarei tornato in Olanda, per dimostrare il mio valore in Europa. Ma ora ho avuto un'opportunità così rara come l'Inter e non potevo rifiutare. "Sarà soltanto un prestito, ma potrò dimostrare tutto il mio valore. La concorrenza è molto agguerrita, ma se riuscirò ad esprimermi ad alti livelli penso che avrò la mia occasione".
Non avrà mai questa opportunità, chiuso da Murillo e Miranda, titolarissimi interisti del 2016/2017. Scoprirà Milano e i tifosi interisti, in anni a dir poco duri per tifare nerazzurro. Aspetterà il suo momento a febbraio e poi a marzo. Comincerà a girare più leggero ad aprile, senza però avere la mente, leggera.
Nessuna gara ufficiale, solo panchina. Man mano capisce che il suo prestito è dovuto al cambio di regolamento in Cina e alla cessione di Ranocchia, un modo per non mettere mano al portafoglio e sistemare tutto tra le mura amiche. Il contentino della prima e unica presenza arriverà contro l'Udinese, nella gara che chiude la stagione di Serie A e l'avventura italiana di Trent.
A 'PassioneInter', nel 2020, Sainsbury tornerà indietro senza rimpianti:
"Ricordo l'emozione quando mi hanno detto di riscaldarmi. Poi mi chiamano, poi tutto è diventato quasi surreale. Sono tornato in panchina per prendere i miei parastinchi e tutti i ragazzi mi hanno augurato buona fortuna. Dopo essere entrato in campo ricordo di aver detto a me stesso che dovevo godermi ogni secondo. Penso comunque di aver fatto bene la mia parte, volevo solo mostrarmi il più possibile Ho avuto una possibilità da un calcio d'angolo e non mentirò: nella mia testa ero deciso a fare il salto del canguro davanti alla Curva Nord, nel caso avessi segnato. Avrò sempre interesse per l'Inter, un club meraviglioso. Sarò sempre grato di poter dire che sono stato un giocatore dell'Inter nella mia carriera. Non sarà stata l'esperienza più memorabile e lunga, ma sono stato in grado di indossare la maglia dell'Inter e di rappresentarla. Il primo australiano a farlo! E nessuno potrà mai togliermelo".
Lascia il campo sorridente, doccia, relax per gli ultimi giorni milanesi. Aereo, scali, Nanchino, Jiangsu.
Nel frattempo, il club di Suning ha ceduto il difensore coreano Jeong-ho Hong è per Sainsbury c'è la possibilità di avere qualche chances, alternando campo e tribuna sotto Fabio Capello. Un sali e scendi che non può durare: a fine anno saluta la Cina, approdando agli svizzeri del Grasshoppers prima e al PSV poi.
Alla fine, una grande squadra olandese si è ricordato di lui, ma i giochi di titolarità sono ormai fatti. Qualche presenza sparsa qua e là tra il 2018 e il 2020, ma anche la soddisfazione di affrontare l'Inter in Champions League, in una delle sue migliori gare della carriera: finisce 1-1 a San Siro, in un match che l'australiano domina.
I nerazzurri escono dalla competizione, lui domina al Meazza per la prima volta, dopo la manciata di minuti contro l'Udinese e l'addio. Sarà, però, solamente eccezione nel suo periodo olandese, chiuso nuovamente nel 2020, con il passaggio al Maccabi Haifa prima e al Koninklijke Voetbalclub Kortrijk belga. Dal 2 agosto del 2022 gioca in Qatar nell'Al-Wakrah.
E giusto per restare in tema di Qatar, Sainsbury - a sorpresa - non prenderà parte ai Mondiali che scatteranno il prossimo 20 novembre.
Dopo aver disputato praticamente tutte le gare di qualificazione - schierato titolare in ben 14 partite - non è stato convocato dal ct Graham Arnold il quale, tra le altre cose, è suo suocero. Per Sainsbury una grande beffa, con la rassegnazione di dover guardare i mondiali solamente davanti alla tv.


