A rileggere le formazioni sembra essere passata una vita: e forse è proprio così. Il Milan è difeso in porta da Dida e da una linea composta da Simic, Nesta, Maldini e Jankulovski. In mediana ci sono Seedorf, Pirlo e Brocchi alle spalle di Kakà, che fa da tramite per la coppia Gilardino Ricardo Oliveira. Altri tempi. Nella Roma, invece, davanti a Doni ci sono Panucci Mexès, Chivu e Tonetto: De Rossi e Pizarro fanno schermo alle spalle di Taddei, Perrotta e Mancini. L’unica punta è Francesco Totti. Pensate: i ragazzi che, con zaino in spalla, quest’anno affronteranno la maturità scolastica avevano in media 2-3 anni quando a San Siro la formazione di Ancelotti ospitava quella di Spalletti in un freddo novembre post-Mondiali in Germania.
È vero anche che siamo portati a ricordare quel campionato di Serie A in maniera un po’ ovattata rispetto agli altri: il solco tracciato dalla vittoria dell’Italia di Marcello Lippi, ma anche dalle vicende di Calciopoli, ha inevitabilmente influito sugli anni appena precedenti e su quelli appena successivi all’estate del 2006. Quel Milan-Roma, comunque, fu il manifesto del bel gioco, divertente fino alla fine.
I rossoneri, che a fine stagione si laureeranno Campioni d’Europa battendo il Liverpool ad Atene, vivevano di rincorsa: la penalizzazione di 8 punti in classifica era stata praticamente annullata nelle prime 3 gare contro Lazio, Parma e Ascoli, ma le sconfitte consecutive contro Inter e Atalanta resero la settimana della sfida contro i giallorossi a dir poco difficile.
Dall’altra parte c’era una formazione che sapeva benissimo quel che voleva e come voleva raggiungerlo, ponendo le basi per la lotta Scudetto dell’anno successivo. La Roma vinse contro Udinese e Fiorentina, quindi si presentarono a San Siro per allungare la striscia. In particolare, se c’era una caratteristica di quella squadra è che giocava bene. Ma proprio bene.
Il goal che apre le marcature è la solita magia di Francesco Totti: i giallorossi non danno punti di riferimento, Perrotta riceve in profondità e scarica per Taddei che serve al centro il suo capitano, che in mezza rovesciata sigla una delle reti più iconiche della sua carriera. Ah, e chiaramente esulta come aveva già fatto ai Mondiali.
La risposta è da grande Milan: Ancelotti ordina ai suoi un gioco ordinato che ben si sposa con le qualità offensive di Oliveira. Chi si trovava a San Siro, quella sera, non avrebbe voluto essere altrove, tanto era godibile lo spettacolo. La traversa colpita da Seedorf al 22’ è spettacolare, vista la forza del destro dell’olandese: quella dello stesso Oliveira al 37’ è il segno che per i rossoneri non è la serata giusta. Anche perché Doni chiude la porta in tutte le maniere possibili.
Per pareggiare alla formazione di Ancelotti serve tirar fuori il coniglio dal cilindro: o, se volete, un destro talmente insidioso da diventare imprendibile. Ci pensa Cristian Brocchi, alla centesima con il Milan, con un missile rasoterra che si infila nell’angolino della porta difesa da Doni, che probabilmente ha avuto semplicemente il tempo di razionalizzare il goal subito. Perché un tiro del genere non si può prendere quasi mai.
È il 61’ quando la partita cambia definitivamente. Spalletti sostituisce Perrotta e al suo posto inserisce Alberto Aquilani. Diamo un po’ di contesto. Aquilani, prima di essere il centrocampista della Roma è soprattutto un romano e un romanista. Per lui la stagione 2006/07 si rivelerà un misto di emozioni contrastanti: inizierà benissimo, poi subirà il primo grande infortunio della sua carriera, nel momento migliore.
Entra lui e la Roma si trasforma: ritrova freschezza e malizia nelle giocate. Aquilani si presenta a San Siro con un destro su cui Dida deve esaltarsi, quindi serve un assist per la conclusione di Totti che centra il palo. All’83’ una giocata destinata a entrare nella storia sua e del club giallorosso: raccoglie un pallone sulla trequarti e lo gira a Mancini di rabona.
Sì, una rabona: si coordina la apre così. Mancini serve al centro per Totti che di testa batte Dida: la Roma vince a San Siro contro i rossoneri dopo 20 anni dall’ultima volta e conclude una serata da applausi, questi ultimi rivolti a entrambe le formazioni.
In casa Milan si parla di crisi, anche in maniera eccessiva vista la prestazione. In casa giallorossa le reti di Totti lasciano il giusto spazio ad Aquilani, che pochi giorni dopo esordirà in Nazionale contro la Turchia. Il resto della sua carriera è noto e come ha recentemente raccontato, anche con parole piuttosto dure, avrebbe potuto offrire altro: resta la rabona, resta quella sera. Quel periodo. Più in generale, resta quel Milan-Roma nostalgico che ai tifosi di entrambe le squadre farà scendere una lacrimuccia. Forse anche più.




