Scomodare riferimenti cinematografici (e letterari) sarebbe persino inutile, vista l'evidenza consegnata da una prestazione semplicemente perfetta: Gleison Bremer Silva Nascimento, se volete solo "Bremer", ha già reso pratiche tutte le definizioni calcistiche che lo riguardano. Se possibile, però, proveremo ad aggiungere qualcosa.
Perché c'è molto più "Gandalf" (e il suo "Tu non puoi passare") in Torino-Milan che in altre partite, già comunque sufficienti a dimostrare il valore di uno dei difensori più forti della Serie A. Forse addirittura il più forte, attualmente: senza timore di smentita.
Ci sono due immagini chiave che rendono chiaro il concetto: la prima è quella del primo tempo, quando interviene in anticipo su un Olivier Giroud che in campionato ha sempre replicato il movimento in appoggio sul difensore con la solita esperienza e capacità maturata negli anni. Il centrale granata non ci pensa neanche: gli prende il tempo e gli soffia il pallone. Come se nulla fosse.
Bremer all'Olimpico-Grande Torino si è reso protagonista di 3 contrasti, 6 respinte, 5 palloni recuperati e 4 intercetti durante la gara contro i rossoneri, con il 100% di tackle vinti, stando ai dati Opta. Ah, e 3 tiri bloccati. E qui arriviamo alla seconda immagine.
Nella ripresa Rafael Leao semina il panico in area di rigore, si accentra, manda Berisha al bar, praticamente battuto, ma no: non lo è. Non può esserlo. Bremer va in contrasto respingendo la sortita offensiva dell'attaccante portoghese. Poi gli prende la sfera e dice "Tu non puoi passare". Ancora.
Perché in fondo è così che deve andare, in questa stagione, al di là dei discorsi relativi al mercato, evidentemente calzanti se si pensa al valore complessivo del giocatore: giocherà in un Top Club, questo è certo. Figuriamoci.
Riesce a essere sempre al posto giusto al momento giusto, tanto che viene da chiedersi, vista la sua storia, quanti Bremer ci siano in giro per il mondo, nascosti come gemme da scoprire.
Petrachi voleva Lucas Verissimo del Santos, prima di virare sull'allora centrale dell'Atletico Mineiro per un problema al trasferimento: la più classica delle sliding doors. Il Torino lo ha preso a 6 milioni, adesso si è pure perso il conto della sua valutazione. Ci sta.
Ma sono cose a cui lui non deve pensare: anche perché il resto lo dice in campo. Ha eretto un muro, trasformandosi in gigante caricandosi sulle spalle i compagni, che lo guardano come si guarda una certezza. Semplicemente insuperabile.


