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Taye Taiwo, storia di un giramondo con il pallone tra i piedi

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In un calcio sempre più povero di bandiere è la figura del calciatore-girovago a dominare la scena. I connotati sono piuttosto semplici: senso di appartenenza pari a zero, fedeltà manco a nominarla, valigia sempre pronta e spiccata propensione al cambio maglia. La si può riassumere così. Per informazioni chiedere a Taye Taiwo, uno a cui si fa prima a chiedere in quali campionati e per quali squadre non abbia mai giocato. Una parabola unica - da promessa a globetrotter del pallone - che ha avuto modo di incrociare le proprie traiettorie anche con quelle del calcio italiano, a coronare un’esperienza tricolore che definire deludente suona decisamente come un eufemismo.

Nato a Lagos il 16 aprile del 1985, l’abc del mestiere lo apprende all’interno dei confini nazionali, dove veste le maglie del Gabros International e del Lobi Stars. La materia prima è grezza ma i margini su cui lavorare ci sono e nel gennaio del 2005 si materializza l’occasione Europa. Ad offrirgliela è l’Olympique Marsiglia che se lo aggiudica per poche centinaia di migliaia di euro.

Con la maglia dell’OM debutta inizialmente con la seconda squadra ma, qualche mese e molte prestazioni positive dopo, il salto tra i big diviene pura formalità. Esordisce in Ligue 1 il 12 marzo 2005 nella vittoria casalinga contro il Lens ma è dalla stagione successiva che si prende, di forza, i galloni da titolare. Nel mezzo brilla al Mondiale Under 20, organizzato in Olanda, con la maglia della Nigeria dove si arrende soltanto in finale allo strapotere dell’Argentina di Messi. Al termine della rassegna verrà nominato terzo miglior giocatore del torneo alle spalle del connazionale Obi Mikel e, ovviamente, della Pulce.

Taye Taiwo, Stephane Mbia - MarseilleGetty

La stagione 2005-2006, appunto, è quella definitiva affermazione. Gioca 50 partite tra campionato e coppe e, seppur con un trofeo di portata minore, bagna la bacheca personale con la Coppa Intertoto che schiude le porte della vecchia UEFA ai marsigliesi. A fine anno, invece, si trova a fare i conti con un’altra finale persa in Coppa di Francia per mano dei rivali storici del PSG, all’epoca lontano parente della corazzata che da circa un decennio a questa parte sta cannibalizzando il calcio francese.

Le annate successive vengono scandite all’insegna della continuità. Nei panni di terzino si conferma pilastro di una formazione che in patria riesce sempre a performare ad alti livelli, orbitando in pianta stabile sul podio del campionato. Difficile chiedere di più, soprattutto in un periodo storico catalizzato dal ciclo d’oro del Lione che di titoli ne vince addirittura sette, uno dietro l’altro. Taiwo mette comunque del buon fieno in cascina: vince un’altra Intertoto – che male non fa – e debutta sul palcoscenico della Champions League segnando anche un goal contro il Besiktas.

Nel campionato seguente – il 2008-2009 – il Lione abdica. L’occasione per succedere sul trono nazionale è la più ghiotta di tutte ma a porre fine al dominio di marca OL ci pensa, inaspettatamente, il Bordeaux di Laurent Blanc che vince in volata proprio sul Marsiglia.

E’ il fallimento di un obiettivo alla portata. E’ il fallimento del biennio targato Eric Gerets che in estate saluta. Al suo posto, arriva Didier Deschamps. In pratica, la svolta.

L’OM spezza l’incantesimo e torna a vincere dopo un digiuno lungo diciotto anni. Sotto i dettami dell’ex tecnico della Juventus, Taiwo si consolida tra i migliori interpreti del ruolo dell’intero panorama transalpino e in due anni, oltre alla sua prima Ligue 1, vince anche una Coppa di Lega e una Supercoppa francese.

Si arriva senza intoppi degni di nota all’estate del 2011. Quella che farà da spartiacque alla sua carriera. Il calciatore inizia ad avanzare pretese economiche che non conciliano con le idee e le possibilità del club e, con un contratto prossimo alla scadenza, il finale è ormai scritto.

“E' qua da noi da sei anni ma a fine stagione ci lascerà. Giocherà da un'altra parte e in un altro campionato, ha deciso di andare a guadagnare più soldi. So che sta parlando col Milan, non so se firmerà alla fine, ma sarebbe un'ottima sistemazione per la sua carriera”, confessò già nel mese di aprile, a Radio Montecarlo, l’ex bandiera del club José Anigo.

La possibilità diventa presto certezza. Dopo sei anni e mezzo finisce proprio al Milan – fresco di Scudetto – a parametro zero. A tessere i fili dell’operazione c’è, ovviamente, la fine regia del “condor” Adriano Galliani, autentico specialista in questo genere di trattative. In rossonero, però, le cose non vanno male. Vanno peggio. In sei mesi gioca appena otto partite, equamente distribuite tra Serie A e Champions League. Per farla breve, Allegri gli preferisce chiunque, relegandolo a terza scelta sulla fascia dietro ad Antonini e a Zambrotta. A gennaio, in quella zona di campo, arriva pure Mesbah dal Lecce e per Taiwo è già game over.

Taye TaiwoGetty Images

Agli albori del 2012 viene ceduto in prestito al Q.P.R. dove vi rimarrà per soli sei mesi prima di fare mesto rientro a casa Milan. La tappa londinese dà ufficialmente il là al suo incessante peregrinare da un angolo all’altro del globo.

Dalla Premier League si sposta, sempre in prestito, in Prem"jer-lіha dove ad attenderlo c’è la regina d’Ucraina Dinamo Kiev che dopo una stagione comunque di buon livello – 30 presenze complessive – lo rispedisce al mittente.

La separazione definitiva dal Diavolo matura nell’estate del 2014 quando il cartellino del giocatore viene rilevato dai turchi del Bursaspor. In Turchia scende in campo in ben 37 occasioni chiudendo la stagione con la qualificazione all’Europa League maturata a causa delle squalifiche per illecito sportivo di Sivasspor e  Kasımpaşa.

L’inizio di una ritrovata stabilità? Neanche per sogno, perché a bocce ferme arriva un’inaspettata rescissione consensuale con conseguente trasloco in Finlandia alla corte dell’HJK. Difficile scorgere un filo logico dietro a tutti questi spostamenti random da un paese all’altro, fatto che sta i due anni trascorsi in quel di Helsinki rappresentano la seconda parentesi più longeva dopo Marsiglia. Il che la dice molto lunga.

Taye TaiwoFC Lausanne-Sport

Altro giro altra corsa, dunque. Nel gennaio del 2017 firma un contratto semestrale con il Losanna, mentre a giugno dello stesso anno è già intento a mettere nero su bianco il suo accordo con l’Eskilsutna, in Svezia. Il giovanissimo club fondato nel 2007 retrocede subito e per Taiwo è già tempo di fissare la prossima destinazione.

A 32 anni firma un biennale con i finlandesi del RoPS, formazione di Rovaniemi, capitale della Lapponia situata esattamente sul Circolo Polare Artico, nonché nota come il paese “ufficiale” di Babbo Natale.

“Fare il calciatore è un piacere, un lavoro da sogno  - ha dichiarato Taiwo al sito del club -  Non puoi mai sapere in quale Paese andrai a giocare l'anno prossimo... adesso non vedo l'ora di portare la mia esperienza al RoPS”.

Taye Taiwo - RoPSRoPS

Terminata la seconda esperienza in Finlandia, il terreno sembra ormai apparecchiato per un altro ritorno: quello in Italia. Siamo agli sgoccioli del 2019 e a stuzzicare le idee e l'ambizione di Taiwo c’è la chiamata del Seregno, compagine brianzola da qualche anno ai vertici del campionato di Serie D, l’anticamera del professionismo. La trattativa, ormai alle battute conclusive, subisce però una brusca ed improvvisa frenata.

“Il Seregno mi ha mancato di rispetto. Mi sono sentito preso totalmente in giro. Non ci si comporta così, non è da persone serie una cosa del genere. Io sto benissimo fisicamente e ci tengo a precisarlo. Ogni giorno facevo su e giù dalla Svizzera, dove vivo, a Seregno per allenarmi. In tutti gli allenamenti non ho avuto nessun problema. Anzi mi ero già inserito bene nel gruppo, ridendo e scherzando con i ragazzi. A partire da capitan La Camera e da Borghese. Due settimane fa il presidente mi ha offerto un contratto importante più l’automobile per i miei spostamenti. Da allora per due settimane mi sono sempre allenato regolarmente e sono finito nell’elenco dei convocati, non scendendo in campo finora in attesa del transfer internazionale” .

Tutto apparentemente in discesa, poi il colpo di scena che spegne tutto sul nascere.

“Il presidente mi ha chiesto indietro la macchina e oggi via WhatsApp ho scoperto di non essere più parte del club. Definire irrispettoso questo comportamento è poco, mi hanno proprio preso in giro. Io sono una persona seria e un giocatore di calcio, non amo perdere tempo. Mi hanno cercato e voluto loro, altrimenti avrei valutato altre offerte. Così non ci si comporta neanche in Terza Categoria”.

PS Taiwo-Seregno

Si consuma così la sua seconda, negativa, spedizione nel Belpaese ma di tempo per rimuginare non ce n'è. Con le mani in mano ci resterà soltanto per pochi mesi: a luglio del 2020, infatti, firma con i ciprioti del Doxa Katōkopias senza mai vedere il rettangolo verde. Tempo due mesi e cala il sipario anche sull’ultima avventura europea del terzino più “wanderluster” che ci sia. Ultima in senso stretto, perché ad ottobre saluta definitivamente il Vecchio Continente e sbarca negli Stati Uniti per firmare con il Palm Beach Stars, in Florida.

La neonata realtà floridian viene alla luce pochi mesi prima con l’intento di dare ancora più impulso ad un movimento che negli States sta crescendo in maniera esponenziale. Un nuovo inizio, insomma. Che sarà mai. A quelli è sempre stato abituato.

Manco a dirlo, la sua permanenza a stelle e strisce si risolve nel giro di un anno: a richiamarlo è ancora l'Italia e sul piatto arriva l'offerta del Sant'Angelo, formazione dell'Eccellenza lombarda.

In quel di Lodi, però, vi rimarrà per appena tre mesi: a gennaio 2022 valigia pronta e biglietto aereo tra le mani, un'altra volta ancora. Ad attenderlo c'è ancora la Finlandia, con il Salon Pallo ad offrirgli una nuova possibilità. L'ennesima di un percorso infinito, prima del ritiro avvenuto in estate.

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