L'immagine chiave della partita di Fabio Miretti e della Juventus, impegnata a Genova contro la Sampdoria, arriva a secondo tempo inoltrato, quando il centrocampista classe 2003 si sbraccia vistosamente chiedendo palla, invano.
E' un doppio segnale, questo, che proviene dal futuro: in primis il simbolo che qualcosa, in termini di gioco, nella formazione bianconera deve cambiare (ma si tratta di un tema già affrontato nel corso dei mesi). Poi, aspetto non meno importante, l'ennesima dimostrazione del carattere di un ragazzo che sa cosa vuole. E come lo vuole.
Di Miretti nelle ultime settimane si è parlato soprattutto in termini di mercato in uscita: con il centrocampo al completo (quindi Pogba, Locatelli e McKennie a disposizione) l'azzurrino ha chiaramente poco spazio per crescere, tant'è che si è parlato del classico "prestito per farsi le ossa".
Discorso inverso, invece, se si pensa alla situazione attuale della Juventus, con Pogba non disponibile e McKennie sì arruolabile, ma non in piena condizione. Miretti, senza girarci intorno, in questo momento per Massimiliano Allegri è oro puro.
E' sceso in campo in due spezzoni di gara sia contro il Sassuolo che contro la Sampdoria, ma è a "Marassi" che si è rivisto quanto già notato, ad esempio, nella scorsa stagione contro il Venezia.
Miretti entra al posto di McKennie, intorno al 62', ereditando le chiavi di una mediana fino a quel momento bloccata e relegata al fraseggio in orizzontale e ci mette tre minuti (solo tre) per confezionare la prima, vera palla pericolosa del match bianconero.
Attacca Rincon riconquistando palla e serve un filtrante per Dusan Vlahovic, poi risultato in fuorigioco dopo il check del VAR, che a sua volta serve Rabiot per lo 0-1, annullato. Servizio in verticale: uno dei primi efficaci di tutta la gara.
A proposito dell'attaccante ex Fiorentina: isolato e servito male dai compagni, Vlahovic è apparso svogliato e nervoso in un match che concluderà con 9 palloni giocati, di cui 3 nel primo tempo. Quest'ultimo dato è emblematico: meno dei portieri, per intenderci.
Non è solo questo il punto, ovviamente: Miretti ha, in maniera vistosa, svegliato una manovra che sembrava ingessata e bloccata sui suoi presupposti. A 19 anni si è fatto carico della mediana e l'ha presa per mano, in una gara che di certo non risolve i dubbi in casa bianconera.
Quelli relativi al futuro del ragazzo potrebbero essere svaniti: con i Mondiali alle porte a permanenza di Miretti assume maggiore valore, considerando l'impiego dei suoi colleghi in Qatar e la successiva ripresa in campionato. Il resto lo dice, in maniera esplicita, l'immagine del classe 2003 che si sbraccia dopo aver chiesto palla. Personalità pura di un talento che vuole esplodere.




