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Neymar, PSG 2020-21Getty

Sulle spalle di Neymar: leader a tutto tondo del PSG

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Dopo la finale di Lisbona dello scorso agosto, Neymar era in panchina, in lacrime. Assisteva alla premiazione degli avversari, amareggiato, deluso. Sembrava arrivato il suo momento di vincere da leader. Lo era stato contro l'Atalanta, contro il Lipsia. Ci aveva provato in tutti i modi contro il Bayern Monaco in finale di Champions League. Si era arreso.

Da quel 23 agosto sono passati sette mesi e mezzo. Il fuoriclasse brasiliano non ha abbassato il suo livello. Ha puntato l'obiettivo. Contro Lipsia, Basaksehir, Manchester United. Non contro il Barcellona, causa infortunio. L'ormai abituale problema fisico di febbraio, che spesso ha pregiudicato i suoi finali di stagione negli scorsi anni, gli ha impedito di affrontare il suo passato. Quello che doveva essere anche il suo presente, nell'estate 2019.

Sliding doors. Ney è rimasto sotto la Tour Eiffel. Ci è rimasto forse controvoglia. In due anni però è cambiato quasi tutto. È diventato un leader, sempre di più. Contro il Bayern Monaco, Neymar si è caricato la squadra sulle spalle. Sia all'andata, sia al ritorno. La copertina all'Allianz Arena se l'è presa Mbappé, al Parc des Princes è invece lui. Senza se, senza ma. Anche in una sconfitta, anche con zero goal.

Più dei due pali colpiti nel primo tempo - uno con un destro piazzato che ha fatto strabuzzare gli occhi - e più di ogni dribbling, la maturità del numero 10 è nei recuperi difensivi, nel pressing, nelle corse all'indietro per infastidire i portatori di palla del Bayern. Un lato del suo gioco che non sempre è emerso nel corso della sua carriera.

Prima Tuchel e poi Pochettino gli hanno ritagliato un ruolo al centro del campo, da trequartista, in una posizione in cui tocca tanti palloni. Crea, inventa, svaria, cerca la posizione. Diventando un '10' a tutti gli effetti. Il PSG è la sua squadra, costruita intorno a lui, alle sue giocate. Una centralità totale che mai prima d'ora aveva trovato.

Ney ha accettato la leadership, se l'è presa sulle spalle. Si è caricato tutto il Paris. Vuole vincere la Champions League da trascinatore. Non ci è mai riuscito: nel 2015 era 'uno dei tre', della MSN con Messi e Suarez. A Parigi ha Mbappé, presenza ingombrante, partner in crime. Il PSG però è di Neymar. Leader al 100%. Candidato ora più che mai a un Pallone d'Oro che non ha mai vinto. Prima, però, la Champions League. Anche se uno può implicare l'altro.

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