Per la legge dei grandi numeri, dall'alto delle ultime annate, il Fussball Club Südtirol approderà in Serie B, prima o poi. Il prima è stato superato più e più volte nelle ultime stagioni, il poi (daumen drücken, dita incrociate per la società biancorossa) sembra lontano. Da anni i playoff frenano la squadra di Bolzano, che dopo aver vinto tutti i campionati dalla vecchia Lega Pro seconda divisione alla Promozione, è la grande favorita per ottenere per la prima volta A), la corona di regina di Serie C, terzo livello del calcio italiano, e B), proprio la serie che inizia con la seconda lettera dell'alfabeto. Progetto definito, strutture all'avanguardia, identità, futuro. C'è tutto per rivoluzionare il calcio italiano.
Da Napoli a Roma, da Milano a Firenze, le squadre che hanno fatto brillare la Serie A, ma anche la B nell'ultimo secolo, sono state tutte, semplicemente italiane. Il Südtirol è un mondo diverso, forgiato dal ghiaccio dell'inverno altoatesino e dal fuoco di chi, oltre a sport invernali, cappotti e tute, vuole anche mostrare calzoncini, maglie a maniche corte e palloni rotolanti. Pensi al Trentino Alto-Adige, pensi a Bolzano e alla provincia autonoma del Nord Italia et voilà, neve. Neve, sport invernali, super-G, puck.
Limitare Bolzano ad hockey e sci, però, non è eterno. E così, da due poco più di due decenni, nella provincia si lavora con precisione ed ardore alla scalata del fu Football Club Südtirol-Alto Adige, ora capolista del girone A di Serie C, Fussball Club Südtirol. Una squadra nata a metà anni '90 a Bressanone, prima di spostarsi a Bolzano per poter usufruire, in seguito alla promozione in Serie C, dell'unico stadio calcistico della regione in grado di soddisfare i parametri federali.
Lo Stadio Druso ha ricevuto un restyling per permettere al Südtirol di giocare a Bolzano, in C2, fino ad uno più massiccio nel 2020, che ha portato la capienza ad oltre 5000 posti. Posti molto spesso occupati da un pubblico tedesco, che parla in tedesco ed ascolta le direttive degli steward in lingua tedesca. Nonostante la ridotta distanza con l'Austria, la città ha una maggioranza italiana netta, che durante le partite e i racconti attorno al club, proprio non si vede.
I tifosi italiani di Bolzano, di fatto, accusano la società di aver spinto il progetto sempre più in direzione tedesca, buttando sul banco degli imputati le prove di membri del consiglio di amministrazione esclusivamente tirolesi e il cambiamento della denominazione e del logo societario. Se fino al 2016 il marchio presentava sia il termine 'Südtirol', sia quello dell'Alto Adige', dal 2016 quest'ultimo è stato eliminato in favore del piazzamento del nome italiano Bolzano e del termine in lingua tedesca Bozen, che sta ad indicare la città. Dell'Alto Adige, però, non c'è più traccia.
Il club Südtirol strizza l'occhio al popolo tedesco? La società dice no, ma i tifosi italiani si sono allontanati molto rispetto a quando occupavano le tribune in maggioranza. Il calcio si mischia alla politica come di consueto, ma sarà in caso di promozione in Serie B che i conti di festeggiamenti e carri pieni (con o senza covid) di tutti verranno analizzati. Perchè davanti a successi sempre più importanti, il pubblico di Bolzano potrebbe unirsi, tedesco e italiano che sia, sotto un'unica bandiera di tifo, come accade ad esempio nell'hockey con il HCB Alto Adige Alperia.
SUDTIROL IN B? ORA L'OCCASIONE È GHIOTTA
Ma a che punto è il Südtirol? E' un punto che si trasforma in una linea sempre più lunga, decisa a sfondare anche un muro della Serie C oramai sempre più stretto. Dal 2012, infatti, il club è sempre stato vicinissimo alla Serie B, fermandosi però sul più bello. Dal 2015 al 2017 non ha avuto grossa fortuna, senza però mai rischiare grosso, ma nell'ultimo decennio è stata la grande beffata della terza serie: sei volte tra le migliori, zero volte promossa. Una maledizione? Semplicemente il trovarsi continuamente al momento sbagliato, senza poter contare sull'allineamento dei pianeti che ha aiutato tante colleghe:
- 2013, perde la semifinale playoff
- 2014, perde la finale playoff
- 2018, perde la semifinale playoff
- 2019, perde al secondo turno dei playoff
- 2020, perde al secondo turno dei playoff
- 2021, perde al secondo turno dei playoff nazionali
Il 2022? Si è detto dita incrociate, ma mai come ora il Südtirol risulta essere la favorita per la promozione in Serie C. Nell'inferno dei mille turni dei playoff che seconde, terze e così via devono affrontare per l'ultimo posto in Serie B, le capoliste dei gironi sono come dei scesi in terra senza dover sperimentare il dolore degli umani. Stavolta è la squadra di Bolzano a poter guardare tutti dall'alto in basso, conquistando il titolo di Campione d'Inverno, a distanza di sei punti dal Padova e ad otto dalle sorprese Feralpisalò e Renate.
Come è arrivata a questo punto? Con lungimiranza e soprattutto costanza, sicura di poter passare prima o poi dal via per raccogliere quanto seminato. Del resto si parla di una società con un centro sportivo all'avanguardia, utilizzato dalla Nazionale tedesca per preparare i vari Mondiali a cui ha partecipato ultimamente, con cinque campi in cui i giovani si allenano al fianco della prima squadra, composta prevalentemente da giocatori locali.
L'unico straniero in campo è il difensore francese Kevin Vinetot, escludendo il tecnico croato Ivan Javorčić, il quale dopo gli anni di Brescia è stato scelto per essere lo storico trascinatore del Südtirol in Serie B. I compagni i Vinetot hanno nomi e cognomi che tradiscono la loro provenienza: Hannes Fink, Manuel Fischnaller, Jonas Heinz. Insieme a loro però, combattono anche calciatori nati in ogni parte d'Italia, dal piemontese Emanuele Gatto al veneto Filippo De Col, fino al toscano Marco Moscati.
Nessuno di loro guadagna più di 80.000 euro annui. Come accade spesso in giro per l'Europa, ma non in Italia, è infatti presente in società il salary cap, un tetto massimo per gli stipendi. Se ne parla da tempo per la Serie A, ma la questione sembra ancora lontana. Stabilmente presente a Bolzano, che potrebbe rivoluzionare il calcio della Penisola anche in questo senso, dovesse continuare nella sua ascesa costante. Tra l'altro il budget a disposizione non è certo al top in Serie C e il 30%, una cifra enorme, è destinato ad un settore giovanile a cui tantissimi Under di tutta Italia puntano, consapevoli di dover guadagnare meno certo, ma poter crescere in un ambiente che nel lungo periodo può veramente renderli migliori dal punto di vista sportivo e umano.
A Bolzano solamente gli anziani provano a ricordare, come ci sia già stata una squadra militante nel secondo livello del calcio italiano, la Serie B: i più lucidi avranno probabilmente la forza di raccontare qualche aneddoto sul Football Club Bolzano 1996, sciolto nel 2017 dopo diverse rifondazioni. Nel '48, in un calcio lontanissimo, partecipò al torneo, per poi retrocedere nuovamente e giocare i decenni successi nelle serie inferiori.
Quando a Millan, nel 1974, viene fondato il Sport Verein Milland, futuro Südtirol, il Bolzano è in Serie C. Ci vorranno tre decenni per vedere l'attuale nuova forza della terza serie per lottare seriamente ad una promozione sempre vicina, sempre sfiorata, sempre al centro di polemiche. La politica, l'identità, i soprannomi in tedesco. Non si sa quando accadrà, ma forse bisognerà cominciare a imparare che i giocatori sono quasi sempre Rot-Weiß prima che biancorossi, Südtiroler prima che altoatesini. La definizione è aperta a mille 'ma', 'non proprio', accorgimenti semantici, ma rimangono soprattutto calciatori italiani. In una bolla di parole tedesche, certo, ma pur sempre figli del calcio professionistico che ha come vetta la A. Utopia? Impossibile. Unmöglich.


