“L’Italia ci aveva avvertito”. Una frase lapidaria, solenne, che vale più della storia che andremo a raccontare adesso, ma che merita di essere contestualizzata. A pronunciare questa frase è un commentatore della radio pubblica spagnola: lo fa in maniera sibillina, quasi con timore, ma nasconde dentro di sé tanta rabbia, la stessa che il popolo italiano, nell’estate del 2002, cerca di contenere e di non far esplodere in una rivolta popolare. Questo perché sia Spagna che Italia, nel mese di giugno di vent’anni fa, vennero clamorosamente eliminate dal Mondiale per mano della Corea del Sud e uno scandalo che attraversò non solo lo Stivale, ma gran parte del globo.
“L’Italia ci aveva avvertiti – scrivono sui giornali iberici – quando si gioca contro il paese ospitante, bisogna pagare un pedaggio”. La Spagna si scaglia contro l’arbitro egiziano Gamal Ghandour, reo di aver consegnato alla Corea del Sud il passaggio del turno alla semifinale del Mondiale organizzato tra l’arcipelago giapponese e la penisola coreana. Marca parla di “calcione mortale” da parte della terna arbitrale, con Ali Tomusange e Michel Ragoonadh che si preparano a entrare in una sorta di annale della vergogna. As, che non cerca mezzi termini, proclama Ghandour come miglior alleato della Corea.
Nello spogliatoio non c’è un solo giocatore che non si scaglia contro quanto accaduto. Xavi deve trattenere Ivan Helguera, pronto a scagliarsi contro l’arbitro, ma pronto a far scattare la rissa contro il guardalinee; Iker Casillas gli fa il verso, dicendo che qualcuno ha impedito alla Spagna di raggiungere le semifinali. Lo stesso ministro Pio Cabanillas, portavoce del governo spagnolo, si dichiara amareggiato: “Il gol annullato a Morientes è un’immagine che non dimenticheremo, purtroppo”. Ma nel rispetto della politica, non arriva nessuna accusa. Cos’è successo, però, in quel Mondiale?

Facciamo un passo indietro e andiamo a ripercorrere quei cinque disastri firmati Byron Moreno che spinsero la Corea a giocarsi i quarti di finale del mondiale contro la Spagna, eliminando l’Italia in uno dei più grandi scandali vissuti dalla nazionale di calcio azzurra. È la sera del 18 giugno 2002 e l’Italia di Trapattoni, quella che schiera Totti e Del Piero, Vieri e Inzaghi, Nesta e Cannavaro, Buffon in porta e Maldini in grande spolvero, si prepara alla sfida contro la Corea del Sud, padrona di casa e sorpresa del Mondiale. A dirigere la gara c’è Byron Moreno, un arbitro di Quito, 42 anni e un peso-forma non ideale per l’attività arbitrale, e in campo – stavolta – non ci sono Nesta e Cannavaro al centro della difesa. Gli ingredienti per una frittata ci sono tutti.
Dopo appena quattro minuti di gioco l’arbitro Moreno indica la direzione della gara: dito indice ben puntato verso il dischetto e rigore per i padroni di casa per una trattenuta di Panucci su Seol Ki-Hyeon. Sul dischetto si presenta Ahn Jung-Hwan, attaccante all’epoca al Perugia, ma Buffon riesce a respingere in calcio d’angolo salvando la porta dell’Italia. La partita può scorrere serena, nel tentativo di avere la meglio su una nazionale galvanizzata dall’ambiente casalingo, ma dalle qualità tecniche modeste, rispetto alla corazzata azzurra. Al 50’, quindi, Vieri porta in vantaggio l’Italia col suo quarto gol in quattro partite, mettendo in discesa il tutto.
Lo stesso Moreno, dopo il rigore fischiato dopo appena quattro minuti, sembra procedere in maniera serena verso la sua seconda gara diretta dopo USA-Portogallo ai gironi, che non desta sospetti. Ma dopo quel goal di Vieri, l’arbitro smarrisce la trebisonda. Kim Tae-Young, già ammonito al 17’ del primo tempo per un fallo tattico a centrocampo, viene graziato nonostante una gomitata su Del Piero al 50’. L’attaccante della Juventus non enfatizza il fallo, resta in piedi, ma il gesto resta impunito: la Corea resta in campo con undici uomini.
Lo show di Moreno continua nel momento in cui, comminando una giusta ammonizione a Tommasi al 55’, decide di prendersela anche con Zanetti, che gli si avvicina e pare toccargli una spalla. Una lesa maestà eccessiva che porta l’arcigno direttore di gara ecuadoregno a sventolare un altro cartellino giallo in direzione dell’Italia. La pedata di Hwang Sun-Hong su Zambrotta, poco dopo, però viene graziata: quella non lede il fischietto. È all’80’, però, che Moreno decide di mostrare anche ai più scettici che l’arbitraggio è a forte trazione coreana: Totti si invola verso il limite dell’area di rigore avversaria e viene abbattuto pochi istanti prima che potesse scagliare il proprio tiro. L’arbitro lascia correre e permette alla Corea di far ripartire l’azione, tra lo stupore dei presenti. Probabilmente anche dei tifosi coreani. Chi la segue in televisione – noi che non eravamo lì in Corea – ha l’occasione anche di sentire un Bruno Pizzul poco contento di quanto appena accaduto.
A tre minuti dalla fine della partita, con l’Italia ancora in vantaggio e quasi certa del passaggio del turno, nonostante le tante sviste arbitrali, ecco che Panucci ha l’esitazione fatale. Seol, al primo tiro in porta della Corea escluso il rigore parato da Buffon, riesce a trovare il pareggio e conduce la partita ai supplementari, coadiuvato da un Vieri non troppo cecchino sotto porta e un contropiede mal gestito a pochi secondi dal fischio finale. Moreno, qui, diventa protagonista. Perché al 12’ del primo tempo supplementare Vieri prolunga di testa per Totti, che riesce a superare Song Chong-Gug ed entrare in area: qui il difensore coreano lo tocca, cedendo alla furbizia del capitano della Roma, e lo butta a terra. Il contatto c’è, ma per Moreno non c’è il rigore. Anzi, Totti ha simulato. Per l’attaccante la punizione peggiore in assoluto, perché quel gesto gli costa il secondo giallo e di conseguenza l’espulsione da parte del direttore di gara. Il clima si accende, con Di Livio, Gattuso e Maldini che provano ad avvicinare l’arbitro per tentare di fargli cambiare idea, ma non c’è verso: Totti deve lasciare il campo e l’Italia in dieci uomini.
In inferiorità numerica l’Italia soffre, ma Vieri ci riprova in veste di uomo-assist e lancia Tommasi: il centrocampista si ritrova da solo davanti a Lee Woon-Jae e mentre nella sua testa si concretizza l’intenzione di dribblare il portiere e depositare a porta sguarnita la palla, Moreno fischia il fuorigioco, su indicazione dell’assistente argentino Jorge Horacio Rattalino. Tommasi, verrà poi dimostrato, era ampiamente in gioco sul passaggio di Vieri e quell’azione, così come probabilmente il rigore non fischiato a Totti, sarebbe valsa il golden goal, quella vetusta regola che ai supplementari consegnata la vittoria al primo che riusciva a segnare. Dopo le reti annullate ai gironi contro Croazia e Messico, continuano le sviste nei confronti dell’Italia.
L’Italia è sulle ginocchia. In dieci uomini e con una gestione della partita a senso unico arriva il crollo fatale. Ahn svetta su Maldini e trova il golden goal che poteva essere di Tommasi: è il 2-1 della Corea del Sud che va ai quarti di finale per la prima volta nella storia dei Mondiali. Byron Moreno esce dal campo da protagonista, mentre la Corea festeggia. La Fifa aprirà un’indagine su richiesta della delegazione azzurra, senza però rivelare alcun tipo di illecito sportivo e dichiarando regolare lo svolgimento della gara. L’arbitro appenderà il fischietto al chiodo dopo appena 12 mesi, dopo numerose altre accuse di combine in partite ecuadoriane. Nel 2010, a termine di una carriera non esaltante, viene arrestato all’aeroporto JKF di New York con indosso sei chili di eroina nascosti sotto i vestiti.
La Corea va, intanto, avanti nel Mondiale e incontra la Spagna, priva di Raul, infortunato. Le Furie Rosse hanno il pallino del gioco, ma l’arbitro egiziano non è interessato a far sì che la partita si svolga regolarmente. A Helguera viene annullato un gol per un fallo che, dai replay che arriveranno poco dopo, non sembra esistere. Nel secondo tempo tocca a Morientes, servito da Joaquin, segnare il goal del vantaggio: il guardalinee, però, annulla perché la palla è uscita. Ai supplementari è Luis Enrique a essere fermato in sospetto fuorigioco dopo esser stato lanciato a rete. Spagna e Corea vanno ai rigori, dopo lo 0-0 nei tempi regolamentari, e i padroni di casa approfittano dell’errore di Joaquin per avere la meglio 5-3. Quella che inizialmente era stata una partita persa dall’Italia perché giocata male, diventa un enorme complotto, anche per la ABC, che ritrova una foto di Hiddink, allenatore della Corea nel 2002, abbracciato all’arbitro Ghandour. La Spagna insorge, retroattivamente elenca anche quanto fatto da Byron Moreno pochi giorni prima, ma la storia parla: la Corea è in semifinale.
Il cammino di Hiddink, però, si fermerà lì: Ballack punisce la Corea senza che nessun arbitro possa dir niente e la Germania ha la meglio raggiungendo la quarta finale nelle ultime sei edizioni del Mondiale, venendo però poi sconfitta dal Brasile, trascinato dalla doppietta di Ronaldo e capocannoniere della kermesse con otto reti, primato che gli permette di superare il record di Lato siglato nel 1974 fermo a 7 reti in un solo Mondiale. Un successo che in Italia viene offuscato dalla più grande delusione Mondiale della storia recente, forse anche più dell’esclusione dalle competizioni del 2018 e del 2022.