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Storie Mondiali - Il folle 2010 del Ghana, dalla mano di Suarez al sogno infranto di Asamoah Gyan

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Per un posto agli ottavi di finale dei mondiali in Qatar 2022 si sono sfidate, all’ultima giornata del girone H, Ghana e Uruguay. Un rendez-vous, come lo definiscono i francesi, tra due formazioni che dodici anni fa si sfidarono in una partita che poteva valere addirittura una semifinale. Fu una partita condizionata da un episodio passato alla storia, che ha trasformato Luis Suarez in una bestia nera del Ghana, ma anche da una traversa su rigore di Asamoah Gyan, le lacrime del pistolero, fino a trasformare Muslera in un vero e proprio eroe nazionale. Fu una partita che ha segnato la storia non solo dell’evento in sé, ma del Ghana tutto, che nel 2010 passò agli annali del calcio.

Nel 2010 il Ghana dei miracoli schiera nella propria formazione titolare un giovanissimo Kevin-Prince Boateng: l’anno successivo festeggerà lo Scudetto col Milan esibendosi in un ballo à la Michael Jackson mentre nella kermesse internazionale difende la mediana in coppia con Sulley Muntari. Lui, che ha da poco festeggiato il triplete con l’Inter di Mourinho, vive sull’altro lato del Naviglio, e non è ancora stato protagonista del famoso goal scandalo che ancora oggi porta il suo nome. In attacco c’è l’ex Udinese Asamoah Gyan, leggenda nazionale che scende in campo con il numero 3 sulla schiena, mentre in panchina siede Stephen Appiah, reduce da una stagione sottotono col Bologna, ma in Serie A ricordato per lo più con le maglie di Udinese, Parma, Brescia e Juventus. Accanto a lui c’è anche un altrettanto giovanissimo Dominic Adiyiah, che nonostante l’esser stato acquistato da poco da Adriano Galliani al Milan non ha ancora disputato una partita ufficiale in rossonero. Quel Ghana profuma di Italia.

Prima ancora di arrivare alla partita clou, però, il Ghana deve superare i gironi e si ritrova a comandare il proprio gruppo con un punto di vantaggio sulla Germania. I tedeschi arrivano dalla sconfitta con la Serbia e sono chiamati a una vittoria, una partita da dentro o fuori, che può condizionare il loro futuro. Le due squadre si affrontano a viso aperto con due fratelli in campo a guidare l’offensiva: da un lato proprio Kevin-Prince Boateng, mentre dall’altro lato c’è Jerome Boateng, all’epoca giocatore dell’Amburgo e in Sudafrica è al suo primo grande impegno con la maglia della Germania. Le giocherà tutte, fino alla finale del terzo posto proprio contro l’Uruguay, diventando un perno difensivo del suo Paese, fino al ritiro dalla nazionale nel 2018. Quella partita finisce 1-0 per la Germania, che riesce a strappare il primato del girone al Ghana grazie alla rete di Mesut Ozil, che condanna gli africani al secondo posto, ma non all’eliminazione. Sono loro gli unici rappresentanti del continente ospitante a superare il primo turno, in quel momento.

Agli ottavi di finale il Ghana incontra la sorpresa Stati Uniti, che nel Girone C ha saputo avere la meglio sull’Algeria, la Slovenia e l’Inghilterra, costretta al secondo posto e alla complessa sfida contro la Germania. Gli americani, nella gara col Ghana, si ritrovano a essere guidati dai rispettivi giocatori simbolo: Kevin-Prince Boateng e Donovan, entrambi a rete nei novanta minuti regolamentari. A deciderla, poi, ai tempi supplementari è il solito Gyan, che al 93’ permette al Ghana di continuare il sogno Sudafrica e arrivare ai quarti di finale contro l’Uruguay. Guidati dalla doppietta di Luis Suarez, la Seleccion ha piegato la Corea del Sud 2-1 e sogna l’ambita semifinale. In quella formazione ci sono altrettanti volti noti per gli italiani: Fernando Muslera è il portiere titolare, poi in attacco c’è Cavani, pronto al passaggio al Napoli dal Palermo, insieme a Luis Suarez, che fa coppia con Diego Forlan.

Il Ghana arriva all’appuntamento con un traguardo in mano: è la terza squadra africana della storia a raggiungere i quarti di finale di un Mondiale dopo il Camerun a Italia ’90 e il Senegal nel 2002. A sbloccare la partita è proprio il Ghana che al 47’ estrae dal cilindro di Muntari una conclusione dai trentacinque metri che supera Muslera e di grande cattiveria agonistica mette in discesa la gara per gli africani. Otto minuti dopo, però, Forlan su punizione rimette in parità le ostilità, infiammando la partita. Tempi supplementari, ancora, per decidere chi andrà in semifinale contro l’Olanda, che ha ribaltato il risultato del primo quarto con il Brasile grazie alla doppietta di Sneijder. Il Ghana, qui, ha l’occasione per fare la storia e, pur non riuscendo a passare il turno, state pur certi che la fa davvero. Siamo al minuto 120 e il risultato è ancora sull’1-1. Dominic Adiyiah, il ventenne giocatore che Galliani ha voluto al Milan, subisce fallo sulla tre quarti campo: è calcio di punizione, dalla fascia destra del campo. Paintsil si porta sulla palla e prepara il cross in area di rigore: il centoventesimo è scoccato, la partita sarebbe terminata e si dovrebbe andare ai rigori di lì a poco. L’arbitro fa cenno che, però, la punizione si può battere.

La prima deviazione in area è del solito Boateng: sul suo colpo di testa Muslera esce a vuoto e la palla non incontra le sue mani, superandolo. Appiah col mancino si fionda sulla palla che sta pericolosamente, per l’Uruguay, vagando in area di rigore: un tiro che varrebbe il goal, ma Luis Suarez col ginocchio, sulla linea, riesce a respingere il tiro, trovandosi al posto giusto al momento giusto. Potrebbe essere l’epilogo perfetto per andare ai rigori, ma la palla non ne vuole sapere di allontanarsi da quella zona nevralgica: vuole un esito meno scontato, vuole il Ghana in semifinale. Dalla respinta di Suarez la palla arriva sulla testa di Adiyiah, ancora lui, che di testa colpisce a botta sicura per andare in rete. Il pistolero è rimasto lì, sulla linea di porta, dove ha compiuto il primo miracolo e allora decide di compierne un altro: mani aperte, si sostituisce a Muslera, coinvolto in una mischia, e para il colpo di testa dell’avversario.

Luis Suarez Uruguay Ghana.Getty Images.

Non c’è il VAR a coadiuvare l’arbitro Benquerensa, ma il direttore di gara non può farsi sfuggire un evento del genere: Suarez viene espulso e abbandona il campo in lacrime, coprendosi il volto con la maglia. L’Uruguay resta in dieci, il Ghana ha il calcio di rigore del KO a disposizione, ma intanto l’attaccante ha fatto ciò che poteva. Senza quell’intervento, l’esito sarebbe stato comunque negativo. Invece, infrangendo il regolamento, Suarez dà una nuova speranza alla sua nazionale. Sul dischetto si presenta Asamoah Gyan, per calciare una palla che in porta ci voleva già andare. A undici metri dalla possibilità di diventare la prima nazionale africana ad accedere alle semifinali, il numero 3 calcia con sicurezza, ma stavolta la palla non è dalla sua parte. Muslera osserva da terra la traiettoria e vede il pallone sbattere centrale sulla traversa. Palla fuori e triplice fischio: si va ai calci di rigore. Il Ghana ha fallito il colpo del KO.

Muslera bacia la traversa simbolicamente, porge i guanti al suo cospetto, mentre Suarez, nascosto nel tunnel, non potendo più stare in campo, esulta perché il suo gesto, la sua espulsione, è valsa più di un goal. La storia lo ha premiato e lo premierà. Perché ai rigori il Ghana si presenta con un fardello non indifferente, con quell’umore che dice “avrei potuto vincere ed evitare questa roulette, invece eccomi qui”. Gyan va a battere il primo rigore e stavolta non sbaglia: Muslera è battuto, proprio come non sbaglia Forlan. Segna Victorino, poi Appiah, altrettanto fa Scotti, poi Mensah fa scatenare Muslera, che para il primo rigore. Uruguay in vantaggio, ma Pereira calcia altissimo. Per il Ghana c’è di nuovo Adiyiah, che in caso di goal rimetterebbe in parità la gara: Muslera, però, non è d’accordo e para anche questo. Sul dischetto per il rigore decisivo ci va Sebastian Abreu, El Loco: nella sua carriera avrà indossato più di trenta maglie diverse, ma quella dell’Uruguay la sente più di tutte. Cucchiaio, goal. L’Uruguay è in semifinale a Sudafrica 2010.

Thanks SuarezGetty

Dodici anni dopo Ghana e Uruguay si ritrovano, nel Gruppo H di Qatar 2022, e l’inevitabile domanda a Suarez piove proprio durante la conferenza stampa della vigilia. Il pistolero, però, è impassibile: “Sono stati loro a sbagliare quel rigore, io non ho fatto niente di male”. Quella partita l’Uruguay l’ha vinta 2-0 con la doppietta in sei minuti di de Arrascaeta. Risultato vano, perché entrambe finiscono fuori ai gironi, cedendo il passo a Portogallo e Corea del Sud. Al 21’, con il risultato ancora in parità, però, sui piedi di Ayew, il rigore che poteva spingere il Ghana avanti, ma Rochet dice di no e para un tiro fiacco e poco angolato. Il messaggio è chiaro: i rigori al Ghana non vanno fischiati. Soprattutto contro l’Uruguay.

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