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Storie di Calciomercato - Schick e un affare di cuore: il ripensamento della Juventus e la cessione record di Ferrero

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Scorrendo il Palmares della Sampdoria è possibile rintracciare subito l’ultimo trofeo messo in bacheca: si tratta della Coppa Italia del 1994, la quarta vinta dal club blucerchiato, che all’inizio degli anni Novanta aveva imparato a farsi riconoscere non solo in Italia, ma anche in Europa. Guidata da quel patto di ferro che Mancini, Vialli e Vierchowod avevano stretto, ossia di non lasciare il club se non dopo aver vinto lo Scudetto, il Doria aveva attirato su di sé, e sulla dirigenza Mantovani, grande attenzione e rispetto per un sistema virtuoso e un ambiente sereno nel quale poter fare calcio. Nel tempo, poi, quel giocattolo si è rotto: il passaggio dalla famiglia Mantovani e quella Garrone non è stata facile, nonostante un flebile ritorno al grande calcio culminato con un quarto posto che significò preliminari di Champions League disputati nel 2010. Da lì e in poi, con la gestione Ferrero, l’unica occasione avuta per parlare di Sampdoria ad alti livelli è stata, per la gioia delle casse societarie, la grande capacità di rivendere campioni acquistati per pochi soldi dall’estero.

Nel 2017 per circa 14 milioni di euro Roberto Soriano, arrivato giovanissimo nelle giovanili doriane, si trasferì al Villarreal, in Spagna. Lo stesso anno Joaquin Correa andò al Siviglia per 18 milioni di euro. L’anno successivo le cessioni furono due: Luis Muriel, anche lui al Siviglia, per 24 milioni e mezzo di euro, mentre Milan Skriniar firmò con l’Inter per 34 milioni di euro. Nel 2019 arrivò il momento di Lucas Torreira, ceduto all’Arsenal per 28 milioni di euro, così come Duvan Zapata, che all’Atalanta andò per 14 milioni. Infine, nel 2020, ci pensarono Dennis Praet e Joachim Andersen a rimpinguare le casse di Ferrero: rispettivamente con 19 milioni dal Leicester e 24 dall’Olympique Lione. E no, non ci siamo dimenticati di Mikkel Damsgaard, che dopo un anno di stop è andato al Brentford per 15 milioni, tantomeno di Bruno Fernandes, che la Sampdoria rispedì in Portogallo, allo Sporting, per poco meno di 10 milioni di euro. Insomma, affari più che interessanti, più che soddisfacenti per una società che quest’anno rischia il tracollo, ma che nulla hanno a che vedere con il più ricco e incredibile trasferimento avvenuto all’ombra della Lanterna: quello di Patrik Schick.

Classe ’96, originario di Praga, Patrick Schick viene notato mentre gioca in prestito al Bohemians 1905, squadra della sua città, del quartiere di Vrsovice. Esordisce il 27 luglio 2015 e il suo primo gol arriva il 12 settembre. Con appena 7 gol in 27 partite nell’intera stagione che disputa a Praga si conquista spazio nella nazionale ceca Under 21, spingendosi verso una notorietà a livello europeo che attira l’attenzione di Riccardo Pecini. Lo vede, lo conosce e decide subito di prenderlo: gli racconta il progetto Sampdoria e nonostante la concorrenza che lo stesso Pecini ha confermato negli anni, spinge la società a pagare 4 milioni di euro allo Sparta Praga, che detiene il cartellino di Schick, per portarlo a Genova. L’annuncio arriva il 13 luglio 2016 e Patrik sceglie il numero 14.

Schick SampdoriaGetty Images

In panchina quell’estate al posto di Vincenzo Montella viene scelto Marco Giampaolo, chiamato a rimettere in sesto una squadra che arrivava da una stagione tribolata. L’estate non è propizia al tecnico abruzzese, che perde in amichevole contro la Feralpisalò, ma che riesce ad avere la meglio in Coppa Italia contro il Bassano Virtus per 3-0 con le reti di Muriel e Budimir. Schick osserva e aspetta il suo momento, che arriva il 21 agosto contro l’Empoli, con la prima gioia che invece è fissata negli annali del 26 ottobre: la Juventus vince 4-1, ma quella rete blucerchiata è di Schick. Ha appena 19 anni, Giampaolo è restio dal farlo giocare titolare e crede nella cabala: Patrik segna quando subentra.

Fa così col Torino, il 4 dicembre, quando entra al 90’ e dopo pochi secondi segna il 2-0. Lo fa con la Lazio, giocando 34 minuti appena, e si ripete col Chievo, in 36 minuti. Il 29 gennaio segna alla Roma in 21 minuti a disposizione, al Bologna in 31, al Pescara in 28. Insomma, Schick è così: entra e segna. Poi nel girone di ritorno inizia a ritagliarsi spazio da titolare e Giampaolo lo schiera dal primo minuto per tutto il mese di aprile, vedendolo andare a segno per quattro partite su cinque: Inter, Sassuolo, Crotone, Torino. Resta a secco solo contro la Fiorentina, servendo però un assist per la rete di Ricky Alvarez, che fa il momentaneo 2-1. Insomma, quel ragazzo è un talento nato, dotato di grande agilità, velocità e anche un dribbling fulminante. Giampaolo lo prova come prima e come seconda punta, spingendolo a giocare anche come esterno a sinistra, sfruttando il suo mancino. Il futuro è roseo, per lui e per la Sampdoria.

Finisce la stagione con 11 reti in 32 presenze, delle quali poche da titolare, ma a 19 anni glielo si concede. Quell’estate, però, Ferrero annusa l’affare e dinanzi ai 30 milioni offerti dalla Juventus non si trattiene: è una plusvalenza troppo grande, troppo immediata per rinunciare. Schick firma con i bianconeri e il 22 giugno 2017, prima di recarsi in Polonia per gli impegni con la nazionale, sostiene le visite mediche a Torino: foto di rito e poi partenza immediata, in serata, verso l’Under 21. Allegri supera la concorrenza dell’Inter e si assicura il primo grande rinforzo per la stagione successiva, mentre il giocatore, a 20 anni, con indosso la maglia bianconera si lascia fotografare e confermare.

Schick Juventus

Non sembra esserci un esito diverso per questa vicenda, ma di Schick per qualche settimana non si sa più nulla, se non che è impegnato con la Repubblica Ceca in Polonia. Da Torino iniziano, insistentemente, a rimbalzare voci riguardanti un presunto problema cardiaco del giocatore emerso durante le visite mediche: un qualcosa di cui, forse, nemmeno la Sampdoria si era accorta. Ne potrebbe compromettere l’attività agonistica e allora la dirigenza bianconera inizia a riflettere sull’investimento fatto. Pavel Paska, l’agente del giocatore, spiega che dopo aver disputato 44 partite in un anno, a 19 anni, era semplicemente affaticato. Carichi di lavoro, stress improvviso, un affaticamento al cuore e una conseguente infiammazione. Cinque settimane di riposo, prescrive il suo agente per risolvere il problema in accordo con un cardiologo che lo visita al Gemelli di Roma, ma intanto la Juventus non ne vuole sapere.

Il 18 luglio 2017 l’accordo con la Sampdoria viene annullato e Schick dismette la maglia bianconera per tornare a Genova. Ferrero, mentre i tifosi blucerchiati esultano per il ritorno del loro beniamino, prova a riavvicinare l’Inter, la prima a esprimere interesse nei confronti del giocatore, ma il rifiuto della Juventus spaventa i nerazzurri, che si tirano indietro. Il giocatore, però, resta un talento nitido e nonostante il periodo turbolento continua ad attirare l’attenzione di numerosi club europei, nonché italiani, tra cui la Roma. In casa giallorossa Sabatini confessa di averlo inseguito a lungo prima della Sampdoria e di non averlo potuto comprare solo perché bocciato da Pallotta: ora, a distanza di un anno, l’affare si può fare. Ferrero spinge l’asticella ancora più su di quanto fatto con la Juventus e decide di giocarsi il tutto o niente: chiede 40 milioni di euro. Se la Roma accetta, ha fatto jackpot, se la Roma rifiuta avrà Schick con sé ancora per un anno e ne farà crescere il valore.

Patrik Schick Juventus Roma Serie AGetty

La Roma decide di acquistarlo in prestito oneroso per 5 milioni di euro con un obbligo di riscatto condizionato a determinati eventi e dal valore di 9 milioni. Inoltre, viene inserito un corrispettivo variabile fino a un massimo di 8 milioni per bonus legati agli obiettivi sportivi, il 50% di futura rivendita in caso di cessione entro il primo febbraio 2020 e un minimo garantito di 20 milioni di euro nel caso in cui Schick fosse stato ancora tesserato della Roma a quella data. Potenzialmente sono 42 milioni di euro, che la Roma arriva a versare nelle casse della Sampdoria: Schick, infatti, soltanto l’8 settembre 2020 lascia la Roma, per essere ceduto al Bayer Leverkusen al prezzo di 26,5 milioni di euro più il 10% sulla futura rivendita. Nei suoi due anni alla Roma Schick mostra tutte le sue fragilità, disputando un biennio al di sotto delle sue possibilità e di quanto dimostrato con la Sampdoria, finendo in prestito al Lipsia nel 2019 senza essere riscattato. Ora una nuova rinascita in Bundesliga, con un contratto che gli è stato rinnovato fino al 2027 e che lo ha visto segnare 24 gol in 27 presenze nella stagione 2021/22, con la Repubblica Ceca continua a giocare e a segnare, pur non essendosi qualificato ai Mondiali, del problema al cuore non si parla più, ma resta l’incredibile investito della Roma e il record di incassi di Massimo Ferrero alla Sampdoria.

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