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Steven Gerrard, 'the man in red': capitano, bandiera e simbolo del Liverpool

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Centrocampista totale, in grado di fare bene entrambe le fasi di gioco, era letale negli inserimenti offensivi e quando aveva spazio per liberare il suo destro al fulmicotone dalla distanza erano dolori per tutti gli avversari. Per avere conferma basta chiedere al Milan di Ancelotti o al Real Madrid, due fra le squadre a cui ha fatto più male.

Leader nato, sul piano tecnico e carismatico, Steven Gerrard è stato 'the man in red', 'l'uomo in rosso', il campione che ha legato quasi l'intera sua carriera al Liverpool, la squadra del suo cuore, in cui è entrato da bambino ed è uscito dopo 17 stagioni in Prima squadra per poi chiudere con i Los Angeles Galaxy nell'MLS.

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Capitano per 12 stagioni, dal 2003 al 2015, ha vinto quasi tutto con i Reds, fatta eccezione per lo Scudetto inglese e la Coppa Intercontinentale. Quando saluta, dopo aver perso una Premier per un suo clamoroso errore ed esser stato perdonato, va via da eroe e leggenda del club.

In Nazionale, pur avendo partecipato a 3 Mondiali e a 3 Europei, non riuscirà a vincere come aveva fatto con il suo club, pur formando con Lampard una coppia di interni di primo livello.

GLI INIZI DEL MITO

Gerrrard nasce il 30 maggio 1980 a Whiston, cittadina del Merseyside, in una famiglia tifosissima del Liverpool. Si può dire praticamente che Steven abbia iniziato a giocare a calcio appena ha imparato a camminare.

I primi passi li muove dunque nella squadra giovanile del suo paese, il Whiston Junior. Ma già a 7 anni è notato da un osservatore dei Reds ed entra nei Pulcini di uno dei club inglesi più prestigiosi. Con lui c'è anche il cuginetto Jon-Paul Gilhooley.

Ma un destino tragico attende quest'ultimo: mentre Steven guarderà la partita dalla televisione, suo zio lo porta infatti ad Hillsborough il 15 aprile 1989 per assistere alla semifinale di Coppa d'Inghilterra contro il Nottingham Forest.

Il sogno di una vita per Jon-Paul, come per altri 95 tifosi dei Reds, si tramuta in tragedia: il bambino, che ha solo pochi mesi più di lui, muore schiacciato dalla calca degli altri tifosi che provavano a raggiungere la tristemente famigerata Leppings Lane.

Una strage evitabile, dovuta al sovraffollamento di un settore dello Stadio, sicuramente evitabile, che quattro anni dopo l'Heysel segnerà per sempre la storia dell'hooliganismo in Inghilterra e porterà il capo del Governo, Margaret Thatcher, a prendere provvedimenti rivoluzionari che nel giro di qualche anno avrebbero condotto alla nascita della Premier League.

In quella tragedia, dunque, Steven perde per sempre suo cuginetto, e nella sua autobiografia, pubblicata nel 2007, il centrocampista inglese riveler: "Io gioco per Jon-Paul", dedicando di fatto a lui quella che sarebbe stata la sua carriera. E che senza quei drammatici fatti di Hillsborough, molto probabilmente, non sarebbe stata la stessa.

Gerrard, che rifiuta anche la corte di altri club inglesi di prima fascia, come il Manchester United, fa tutta la trafila nelle Giovanili dei Reds e nel 1997 firma il suo primo contratto da giocatore professionista.

Dopo una decina di anni di Settore giovanile, nella stagione 1998/99, sotto la gestione del tecnico francese Gerard Houllier, che osserva i suoi progressi con attenzione, il 28 novembre 1998 da diciottenne fa il suo esordio in Premier League subentrando all'89' al posto del compagno di squadra Vegard Heggem nella sfida vinta 2-0 ad Anfield contro il Blackburn Rovers.

Houllier gli dà un colpetto sulla nuca per incitarlo, mentre, dopo averlo chiamato, Steven si sta infilando la maglietta dentro i calzoncini. Ha i capelli corti e rossicci, e sul volto alcuni brufoli che tradiscono la giovane età.

Steven in quel momento non può saperlo ma quello è per lui l'inizio di un binomio quasi indissolubile che farà sì che quella maglia rossa diventi per lui come una seconda pelle. Inizialmente è impiegato da ala destra, ruolo che fatica a sentire come proprio ma che si impegna comunque a ricoprire, guadagnandosi la fiducia della società.

Presto è spostato in posizione centrale, dove emergono quelle qualità che lo renderanno uno dei migliori al mondo nel suo ruolo. Steven l'8 dicembre 1998 fa il suo debutto anche nelle Coppe europee, giocando da titolare il ritorno degli ottavi di finale di Coppa UEFA contro il Celta Vigo, perso dagli inglesi (eliminati) per 1-0.

Chiude la prima stagione con 13 presenze complessive, 12 in campionato e una in Coppa UEFA.

Steven Gerrard Liverpool 1999Getty Images

LA MAGLIA DA TITOLARE E I PRIMI SUCCESSI

Già nella stagione 1999/00 Gerrard è promosso titolare: è uno dei due mediani, e ha il compito di affiancare l'esperto Jamie Redknapp. Da lui Steven apprende tanto e disputa una stagione positiva, con 31 presenze totali e la sua prima rete.

La segna il 5 dicembre 1999 ad Anfield nel 4-1 con lo Sheffield Wednesday. Ricevuta palla sulla trequarti da Rigobert Song, Gerrard supera in slalom, in velocità, due avversari, e a tu per tu con il portiere la piazza nell'angolino più lontano. La prima di quelle che saranno una lunga serie di prodezze si guadagna gli elogi del programma della 'BBC', che il giorno seguente sottolineerà come "il ragazzo si è preso la scena ad Anfield".

Il terzo anno in Prima squadra per il giovane centrocampista, che abbandona il numero 28 per prendere il 17, è quello che gli regala i primi titoli della sua carriera. I Reds, sempre guidati da Houllier, collezionano uno storico 'Treble', andando a vincere League Cup (5-6 ai rigori sul Blackburn in finale), FA Cup (2-1 in finale sull'Arsenal) e Coppa UEFA (5-4 ai supplementari sul Deportivo Alavés). In campionato, invece, i Reds si piazzano al 3° posto.

Il numero 17 totalizza 50 presenze e 10 goal in tutte le competizioni (33 gare e 7 reti in Premier), dimostrando di essere un giocatore fondamentale della squadra, ed è eletto 'Giovane dell'anno della Premier League' dalla PFA, l'Associazione dei calciatori professionisti inglesi. I suoi bolidi dalla distanza cominciano a diventare una seria minaccia per i portieri avversari.

"Gerrard è fisicamente e tecnicamente precoce - dichiara dopo averlo visto all'opera Sir Alex Ferguson -. Ha un buon motore e notevole energia. Legge bene la partita e passa la palla velocemente. Mi fa rabbia pensare che il Liverpool abbia qualcuno bravo come Roy Keane".

Lui parla poco con i media e preferisce far cantare la palla in campo. Nel 2001/02, ancora con Houllier alla guida e poi con Thompson nella fase conclusiva della stagione, il Liverpool vince ancora: i Reds si aggiudicano il Charity Shield (il primo per Gerrard) con un successo per 2-1 proprio sui Red Devils del manager scozzese, e la Supercoppa europea superando 3-2 il Bayern Monaco campione d'Europa in carica.

In campionato la squadra si piazza seconda alle spalle dell'Arsenal di Wenger, mentre in Champions League gli inglesi sono estromessi ai quarti di finale dal Bayer Leverkusen (vittoria 1-0 ad Anfield e sconfitta 4-2 in Germania). Sul piano personale arrivano 43 presenze e 4 goal, in una stagione in cui mette in mostra anche doti tattiche e temperamentali da interditore nella fase di non possesso.

Meno positiva è senza dubbio la stagione 2002/03, che vede i Reds vincere soltanto la Coppa di Lega (la seconda per Gerrard) con un 2-0 a Cardiff in finale che lo vede entrare nel tabellino con il goal dell'1-0. La sua è una terrificante sassata col destro dai 25 metri: la palla, calciata da posizione defilata sulla sinistra, si insacca nell'incrocio dei pali più lontano.

Gerrard fa 54 presenze totali e 7 goal (34 gare e 5 reti in campionato). In campionato c'è solo un 5° posto, mentre in Europa i Reds escono in Champions già alla fase ai gironi, venendo poi eliminati ai quarti di finale della Coppa UEFA.

Steven Gerrard Liverpool FA Cup 13052006Getty

LA FASCIA DA CAPITANO E I SUCCESSI INTERNAZIONALI

La stagione 2003/04, poco felice dal punto di vista dei risultati per il Liverpool, 4° in Premier League ed eliminato precocemente dalle due Coppe nazionali e dalla Coppa UEFA, è tuttavia determinante nella carriera di Gerrard. Nel mese di novembre del 2003, infatti, per volontà del tecnico francese Houllier, ormai all'ultimo anno ad Anfield, gli viene consegnata la fascia da capitano che precedentemente era stata del difensore finlandese Sami Hyypiä.

Gerrard non è tipo da grossi proclami, ma un leader silenzioso che sa farsi sentire in campo con il suo carisma e le sue qualità. Sono 47 con 6 reti le presenze complessive in quell'annata (34 con 4 goal nel solo campionato).

Quando nella stagione seguente al posto di Houllier approda sulla panchina del Liverpool l'allenatore spagnolo Rafa Benitez, per i Reds e il calcio inglese si apre una nuova era. L'ex tecnico del Valencia convince Steven a restare nonostante le sirene del Chelsea del nuovo patron Roman Abramovich e avvia la stagione dei grandi trionfi internazionali.

Dopo un infortunio in autunno che lo costringe a star fuori quasi un mesetto, il rientro del capitano coincide con un'annata memorabile per club e tifosi. Se in patria il Liverpool è ancora 5° in classifica, finalista in League Cup e va fuori al 3° Turno in Coppa d'Inghilterra, l'impresa arriva infatti in Champions League.

Dopo esser passato addirittura dai Preliminari ed aver eliminato il Bayer Leverkusen agli ottavi, la Juventus ai quarti e il Chelsea in semifinale, gli inglesi sono protagonisti di una spettacolare rimonta contro il Milan nella finalissima di Istanbul il 25 maggio 2005.

In quella che resta per i tifosi rossoneri una delle pagine più dolorose della propria storia europea, Gerrard, che per il primo anno porta sulle spalle il numero 8, è protagonista di una delle migliori prestazioni della sua carriera. Sostiene la squadra durante il primo tempo, dominato dai rossoneri, in vantaggio per 3-0, poi nella ripresa avvia la rimonta con un colpo di testa vincente ad anticipare a centro area Stam.

Con il centrocampo del Milan che cala di rendimento e sul piano fisico, lui giganteggia in tutte le zone della mediana. In 6 minuti, dal 54' al 60', gli inglesi, trascinati dal capitano, trovano altri 2 goal con Smicer e Xabi Alonso, si portano sul 3-3 e annullano il gap della prima frazione.

A propiziare il pareggio è ancora una volta Gerrard, spinto giù in area da Gattuso dopo una delle sue incursioni. Dagli undici metri batte Xabi Alonso, Dida respinge ma lo spagnolo riesce a ribadire in rete. Il punteggio non cambia più nemmeno ai supplementari e ai rigori sale poi in cattedra il portiere polacco Dudek, che induce all'errore Serginho e neutralizza le conclusioni di Pirlo e Shevchenko.

Il Liverpool, in una gara dai toni epici, vince 6-5 ai rigori e a Gerrard da capitano tocca sollevare la Champions League, per la 5ª volta nella sua storia (la prima con la formula moderna, le altre 4 come Coppa dei Campioni).

Benitez Gerrard Liverpool 25052005Getty Images

Per il numero 8, che quell'anno già era stato votato 'Miglior giocatore della Premier League', ed era andato a segno anche in Grecia nella fase a gironi con l'Olympiakos, arriva anche la soddisfazione di essere eletto 'MVP della finale'. Nella sua annata magica segna 13 goal in 43 presenze totali, di cui 7 in 30 apparizioni in Premier League e 2 in 8 presenze in Champions.

"È indubbiamente uno dei migliori centrocampisti al Mondo - lo incorona Carlo Ancelotti - qualunque top club lo vorrebbe con sé in squadra".

Lui, visibilmente commosso ed emozionato per il risultato raggiungo, fa una promessa d'amore per la sua squadra:

"Come potrei lasciare il Liverpool dopo una notte come questa?", dice ai giornalisti.

Gerrard, in virtù delle sue prestazioni, nutre nel 2004/05 anche ambizioni da Pallone d'Oro, ma alla fine dovrà accontentarsi del 3° posto alle spalle del vincitore Ronaldinho e del suo amico-rivale Lampard. Può comunque 'consolarsi' con il riconoscimento di 'Giocatore dell'anno della UEFA'.

La stagione 2005/06 è, se possibile, sul piano personale ancor più esaltante: il capitano, avanzato stabilmente da Benitez in posizione di trequartista, si consacra miglior marcatore della squadra con 23 goal in 53 apparizioni, di cui 10 in 32 partite in Premier.

Il Liverpool si piazza 3° in campionato e vince l'FA Cup (la seconda e ultima nella carriera del centrocampista) battendo in finale il West Ham ai rigori per 6-4. La partita vede ancora una volta un'interpretazione magistrale del capitano, che realizza i 2 goal che valgono la rimonta per 3-3 (fra cui uno da distanza siderale) e trasforma uno dei tiri dal dischetto per i suoi.

Grazie a questa performance Gerrard diventa il primo e unico giocatore a realizzare almeno un goal sia nella finale di Coppa dei Campioni/Champions League che in quelle di Coppa d'Inghilterra e Coppa di Lega.

Steven Gerrard LiverpoolGetty

La squadra di Benitez, tuttavia, non riesce a bissare il trionfo continentale, venendo eliminato agli ottavi di finale dal Benfica di Fabrizio Miccoli, e fallisce l'assalto al Mondiale per club, venendo battuta 1-0 nella finale di Yokohama contro il San Paolo. Mette in bacheca invece la Supercoppa europea (2ª per il suo capitano), con una vittoria netta per 3-1 sul CSKA Mosca vincitore della Coppa UEFA.

Nella stagione 2006/07 i Reds aggiungono al loro palmarés un Community Shield (2ª e ultima Supercoppa della carriera di Gerrard) grazie ad una rimonta per 2-1 sul Chelsea. In Premier League è ancora 3° posto, mentre alle premature eliminazioni nelle due Coppe nazionali fa da contraltare il cammino esaltante in Champions League.

Avuta la meglio sugli israeliani del Maccabi Haifa nel turno preliminare, il Liverpool vince il suo girone e nella fase ad eliminazione diretta supera nell'ordine il Barcellona, il PSV Eindhoven e il Chelsea, raggiungendo la finale di Atene contro il Milan. Stavolta, però, a sorridere il 23 maggio 2007 sono i rossoneri, vittoriosi 2-1 grazie ad una doppietta di Pippo Inzaghi.

Gerrard, ormai consacratosi come star internazionale, segna di meno dell'anno prima, con 11 reti in 51 gare.

Steven Gerrard Liverpool Champions League 25052005Getty Images

LA NAZIONALE: 14 ANNI SENZA ACUTI

Dopo aver militato nell'Under 16, nell'Under 18 e nell'Under 21, nel 2000 per Gerrard si spalancano anche le porte della Nazionale maggiore inglese. Il debutto avviene il 31 maggio 2000 a Londra, nell'amichevole di Wembley contro l'Ucraina, vinta 2-0 dai Tre Leoni con Sven-Goran Eriksson Ct.

Gerrard si guadagna presto un ruolo centrale anche nell'Inghilterra, nelle cui fila militerà per ben 14 anni. Dopo aver saltato l'edizione 2002 in Corea e Giappone per un problema all'inguine, il centrocampista del Liverpool disputerà 3 edizioni dei Mondiali (2006, 2010 e 2014) e 3 degli Europei (2000, 2004 e 2012), con il rammarico di non esser riuscito ad ottenere un risultato di prestigio con la sua Nazionale.

Durante la sua permanenza nei Tre Leoni ha vissuto 5 diverse conduzioni tecniche, passando da Eriksson a McLaren, da Capello a Pearce e da quest'ultimo a Roy Hodgson, colui che a partire dal 2012 gli consegnerà in pianta stabile la fascia da capitano.

Il miglior risultato ai Mondiali restano i quarti di finale ottenuti nel 2006, quando gli inglesi uscirono contro la Germania padrona di casa. Discorso simile per gli Europei, con i quarti raggiunti nell'edizione 2012, quando ai 'Maestri' furono fatali i rigori contro l'Italia di Cesare Prandelli.

Nell'Inghilterra Gerrard con Frank Lampard ha costituito una grande coppia di interni di centrocampo. L'ultima partita l'ha disputata il 24 giugno 2014 con il Costa Rica (0-0), match valevole per il primo turno dei Mondiali in Brasile.

Lascia da 3° giocatore più presente di sempre, con 114 presenze, condite da 21 goal, di cui 3 realizzati nella fase finale dei Mondiali.

Steven Gerrard England 2012Getty Images

GLI ULTIMI ANNI E L'ERRORE CHE COSTA IL TITOLO

Il Liverpool di Gerrard raggiunge nuovamente la semifinale di Champions nel 2007/08, ma stavolta è estromesso dal Chelsea, che coglie così la sua rivincita. La stagione è segnata dall'arrivo in squadra di un'attaccante spagnolo fenomenale, acquistato a suon di milioni dall'Atletico Madrid: il suo nome è Fernando Torres, ma da tutti è conosciuto come 'El Niño'.

La Kop si esalta di fronte alle sue prodezze e a quelle del capitano. Il Liverpool è 4° in Premier, ma nel 2008/09 i Reds si giocano fino all'ultimo la vittoria della Premier in un duello esaltante con il Manchester United di Cristiano Ronaldo. Saranno tuttavia i Red Devils, trascinati dall'asso portoghese, a prevalere nel rush finale per 4 soli punti.

Per Gerrard sono 21 goal in 52 presenze e 24 goal in 44 gare. Nel marzo del 2009 con un'altra prestazione maiuscola e una doppietta personale guida i suoi al rotondo successo per 4-0 sul Real Madrid ad Anfield. Ai quarti, però, è ancora il derby col Chelsea a costar caro ai Reds.

Lui non si dimenticherà mai di quel cuginetto volato via troppo in fretta in una giornata che doveva essere di festa e invece si è trasformata in tragedia.

"Quando ho saputo che mio cugino Jon-Paul aveva perso la vita ad Hillsborough - rivelerà il capitano dei Reds -, vedere la reazione della sua famiglia mi ha spinto a diventare il giocatore che sono oggi".

L'ultimo anno che vedrà il capitano ad altissimi livelli è il 2009/10, con 12 centri totali in 49 partite. Ma i risultati della squadra di Benitez sono deludenti: 7° posto in campionato, eliminazione precoce in Champions nella fase ai gironi e discorso simile per le due Coppe Nazionali. A rilanciare i Reds è l'Europa League, dove gli inglesi approdano, andando avanti fino alle semifinali, poi perse con l'Atletico Madrid senza l'infortunato ex Fernando Torres.

Nell'estate 2010 Benitez saluta la compagnia e in panchina approda Roy Hodgson, ma 'El Niño' va al Chelsea e Gerrard, che inizia a risentire di alcuni infortuni, a 30 anni inizia a risentire del peso dell'età, in un ruolo dinamico con il suo che richiede grande dispendio di energia. Quando è in campo, comunque, il capitano è una garanzia.

Le reti sono 8 in 24 partite, con la serata più bella vissuta il 4 novembre 2010 contro il Napoli di Walter Mazzarri. La partita è valida per il Gruppo K di Europa League e vede i partenopei trovare il vantaggio con Lavezzi. I Reds appaiono spenti, ma Gerrard non ci sta e come sempre guida la riscossa.

Prima pareggia intercettando un retropassaggio suicida di Dossena, poi realizza il vantaggio su calcio di rigore assegnato per fallo di Aronica e infine cala la tripletta finalizzando un rapido contropiede nel finale. I Reds usciranno poi agli ottavi contro il Braga, vincitore del trofeo in quell'edizione. A gennaio 2011 accolgono dall'Ajax un attaccante uruguayano che farà strada: Luís Suarez.

La stagione 2011/12, nonostante un deludente 8°posto in campionato, regala a Gerrard l'ultimo titolo della sua lunga avventura in maglia reds. Il centrocampista, con Kenny Danglish in panchina, solleva infatti la terza Coppa di Lega della sua storia, con un successo rocambolesco per 5-4 ai rigori sul Cardiff City. Gerrard sbaglia anche la propria esecuzione dagli 11 metri, ma può alzare ugualmente il trofeo.

Il capitano mette insieme in tutto 9 reti in 28 partite ed è chiaro a tutti che la sua epopea volge verso il tramonto, anche se chiunque ama il Liverpool vorrebbe che durasse in eterno. Ma l'arrivo in panchina di Brendan Rodgers darà alla squadra e al suo uomo singolo nuovo vigore. Benché la prima stagione con il nuovo allenatore, il 2012/13, non porti apparentemente risultati (7° posto in Premier, eliminazione precoce in tutte le Coppe), Suarez è secondo nella classifica marcatori dietro Van Persie e lo stesso Gerrard torna in doppia cifra di goal con 10 centri in 46 partite.

Il capitano coraggioso di mille battaglie è così pronto ad un ultimo disperato assalto al titolo inglese nella stagione 2013/14. La gioca dando fondo a tutte le sue energie, totalizza 14 goal in 39 partite e la sensazione è che il Liverpool possa laurearsi campione d'Inghilterra a 24 anni di distanza dall'ultima volta.

Nel corso dell'anno taglia traguardi prestigiosi: ad ottobre, con il goal segnato al Crystal Palace, supera Billy Liddell e diventa il primo giocatore del Liverpool a segnare in 15 campionati consecutivi, nello stesso mese firma anche il 100° goal personale in Premier.

In una stagione che lo vede nei panni del rigorista designato, e arretrare spesso il raggio d'azione, abbassandosi spesso sulla linea dei difensori, realizza due rigori e ne sbaglia un terzo nella vittoria casalinga per 3-0 sul Manchester United.

Sul piano dei risultati, quando il 6 aprile il Liverpool batte 2-1 il West Ham, grazie a due rigori trasformati ancora da Gerrard, la squadra di Rodgers si porta in vetta alla Premier League e lui supera Dalglish nella classifica dei cannonieri del Liverpool di tutti i tempi con 173 marcature.

Steven Gerrard Liverpool Chelsea 2014Getty

Alla terzultima di campionato va in scena Liverpool-Chelsea, lo scontro decisivo. Ai padroni di casa serve una vittoria casalinga per mantenere il vantaggio in classifica su Chelsea e Manchester City. Il 26 aprile 2014 ad Anfield la tensione si taglia a fette, in campo e sugli spalti, e per una volta giocherà un brutto scherzo all'uomo più rappresentativo dei Reds.

Servito con un retropassaggio nei secondi finali di recupero del primo tempo, infatti, il capitano scivola clamorosamente sul terreno di gioco, mancando quello che sembra un facile stop. La palla giunge a Demba Ba, che si presenta solo davanti al portiere e lo batte, realizzando lo 0-1 per i londinesi, che poi si impongono 0-2.

Sul volto di Gerrard a fine partita piovono lacrime amare, e nemmeno gli applausi di affetto dei suoi tifosi riescono a sollevargli il morale. Il successivo harakiri con il Crystal Palace, gara pareggiata 3-3 dopo essere stati avanti di 3 goal, farà sì che alla fine a vincere la Premier League sia il Manchester City di Manuel Pellegrini, che era stato battuto 3-2 nello scontro diretto. Una vera beffa per il Liverpool e sicuramente la delusione maggiore per il capitano dei Reds.

Ma nemmeno un errore grossolano può macchiare la carriera di un campionissimo come Gerrard. Il centrocampista resta ancora un'altra stagione, la sua 17ª con la stessa maglia (13 goal in 41 gare) che non porterà grandi gioie ma almeno gli permette di smaltire la delusione.

A inizio gennaio del 2015 il club, con una nota, annuncia che a fine anno il condottiero con il numero 8 lascerà la squadra che sempre ha amato. Segna l'ultima rete il 24 maggio, nella pesante sconfitta esterna per 6-1 contro lo Stoke City nell'ultima gara di campionato.

Quella è anche l'ultima sua partita con il Liverpool: il leggendario centrocampista chiude con 186 goal in 710 presenze, di cui 473 con la fascia da capitano sul braccio, e a 35 anni saluta il Merseyside per una parentesi finale negli Stati Uniti, dopo aver vinto 11 trofei: una Champions League, 2 Supercoppe europee, una Coppa UEFA, 2 FA Cup, 2 Supercoppe d'Inghilterra e 3 League Cup. Per lui anche 7 nominations nella Squadra dell'anno della Premier League.

"La sua storia è una di quelle storie da raccontare - dirà di lui Paolo Maldini -, una di quelle favole, proprio come è successo a me, da raccontare ai propri figli e nipoti".
Steven Gerrard Los Angeles Galaxy Major League Soccer 08092015Getty Images

L'ADDIO E L'AVVENTURA IN MLS

Gerrard, lasciata l'Inghilterra, ha voglia di cimentarsi con un calcio diverso e meno stressante, come quello della MLS, e firma un biennale con i Los Angeles Galaxy. Anche in California il centrocampista prende la maglia numero 8 e fa il suo debutto in squadra il 14 luglio 2015, giocando 45 minuti nei quarti di finale della gara di Coppa degli Stati Uniti contro il Real Salt Lake (persa 1-0 dai losangelini).

Nelle due stagioni americane il centrocampista colleziona 39 gare ufficiali con 5 goal e 14 assist. Alla fine dell'estate del 2016 lascia il club. Il 24 novembre dello stesso anno, a 36 anni, annuncia il suo ritiro definitivo dal calcio giocato, dopo 874 partite e 212 goal segnati fra club e nazionale. Il 24 maggio 2017 disputa infine la sua partita d'addio con il Liverpool in Australia nell'amichevole contro il Sydney.

Per molti, fra cui Patrick Vieira, che lo ha affrontato spesso da avversario, e Daniele De Rossi, che lo ha definito il suo "idolo", 'the man in red' resta il prototipo del centrocampista moderno, probabilmente uno dei più completi che si siano mai visti su un campo di calcio.

Steven Gerrard RangersGetty Images

GERRARD ALLENATORE

Conclusa la carriera da calciatore, Gerrard ha deciso di intraprendere quella da allenatore, portando a frutto la sua intelligenza tattica e le sue qualità di leader. Inizia il suo percorso in panchina entrando nell'Academy del Liverpool nel gennaio 2017, poi nella stagione seguente guida la Squadra Under 18 dei Reds al 3° posto in campionato.

Nel maggio 2018 i Glasgow Rangers gli offrono la panchina e Gerrard firma un quadriennale e si trasferisce in Scozia. Nel 2018/19 e nel 2019/20 giunge 2° in campionato alle spalle del Celtic, ma nel 2020/21 riporta i Gers al titolo di Scozia. Nel 2019 è anche finalista della Coppa di Lega.

Lascia la squadra a stagione in corso nel novembre 2021 per accettare la proposta dell'Aston Villa in Premier League. Con i Villans, nella sua prima esperienza nel massimo campionato inglese, ha raggiunto a fine anno la salvezza.

Nella vita privata ha sposato nel 2007 la giornalista e modella inglese Alex Curran, con cui conviveva dal 2002, e ha avuto da lei tre figli: Lilly-Ella (2004), Lexie (2006) e Lourdes (2011). La famiglia Gerrard ha la residenza a Formby, cittadina di poco meno di 25 mila abitanti nel Merseyside. Nel 2007 ha pubblicato la sua autobiografica, dal titolo 'Gerrard: My Autobiography', scritta a due mani con il giornalista Henry Winter.

E dedicata, come la sua intera carriera, a quel bambino che sognava come lui di diventare un giocatore del Liverpool, ma che, a differenza sua, non ha potuto realizzarlo. Anche nella sua umanità sta la grandezza di Gerrard. Uno dei centrocampisti più forti che il calcio abbia mai visto e che ha legato quasi tutta la sua carriera ad un'unica maglia, tanto da avanzare una richiesta particolare:

"Quando staranno per terminare i miei giorni, non portatemi in ospedale, ma ad Anfield: qui sono nato e qui voglio morire".
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