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Stankovic alla Juventus, il trasferimento saltato due volte: "Felice di aver scelto l'Inter"

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Scudetti, Champions League, Mondiale per Club, coppe: Dejan Stankovic ha scritto la storia dell'Inter dopo aver giocato e vinto pure con la maglia della Lazio, ma il suo nome è inevitabilmente legato anche alla Juventus.

Deki infatti ha sfiorato per ben due volte il trasferimento in bianconero, saltato sempre sul più bello. Un po' per scelta, un po' per circostanze avverse. Stankovic dal canto suo, come raccontato qualche tempo fa a 'Cielo TV', non ha comunque mai avuto rimpianti. Difficile d'altronde averne al termine di una carriera così ricca di successi.

“Fui vicino alla Juve, ma ho scelto l’Inter e ne sono felice, anche perché ho vinto tutto".

Il serbo arriva in Italia giovanissimo e in poco tempo conquista tutti. A pescarlo dalla Stella Rossa è l'ambiziosa Lazio di Cragnotti in cui diventa presto una pedina insostituibile contribuendo in modo decisivo alla conquista di uno Scudetto (strappato proprio alla Juve che affondava sotto il diluvio di Perugia), una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea. Sempre alla Lazio nasce il grande feeling con Roberto Mancini, prima compagno e poi allenatore, che come spiegato dal serbo nella sua autobiografia 'Fortissimamente io' giocherà un ruolo decisivo nella scelta di rifiutare la Juve per trasferirsi all'Inter.

"Fui chiamato dalla Juve, dal Milan e dall'Inter. Volevo solo rimanere in Italia. Mi chiamò Moggi, stavo per andare alla Juve, poi Mancini mi fece cambiare idea: ‘Che ci vai a fare là? Alla Juve sarai solo uno dei tanti. Loro sono un sistema e il giocatore è soltanto un numero. Vai all'Inter, sarà molto meglio per la tua carriera!‘".

Nell'estate 2003 il crac della Cirio travolge anche la Lazio e Stankovic, il cui contratto con i biancocelesti scade nel 2004, firma per la Juventus dove dovrebbe trasferirsi dalla stagione successiva. L'accordo raggiunto con i bianconero però viene trascritto su vecchi moduli e soprattutto riporta solo le firme di Stankovic e dell'allora vicepresidente della Juventus, Roberto Bettega. Manca quindi l'assenso della Lazio, che nega di aver concesso una 'liberatoria'.

Stankovic De CeglieGetty Images

La tensione sale finché non è il giocatore a scrivere alla Juventus annunciando di voler annullare l'accordo mentre il 29 agosto 2003 la Lazio chiude con l'Inter per il trasferimento di Stankovic in nerazzurro. Tutto finito? Macché. Il giorno dopo la Lazio blocca l'affare e il serbo resta a Roma mentre Luciano Moggi, furioso per l'improvviso dietrofront, chiede la squalifica del giocatore che avrebbe firmato due contratti con due squadre diverse.

La Procura Federale si muove e apre un'indagine sul caso per appurare eventuali irregolarità procedurali ma l'inchiesta non avrà seguito perché lo stesso Moggi non si presenta davanti al capo dell'Ufficio Indagini, Italo Pappa, ufficialmente per motivi di salute. Qualche anno dopo l'ex dg bianconero, intervistato da 'Il Corriere dello Sport', lancerà pesanti accuse verso l'Inter accusata di avergli 'scippato' il giocatore in modo fraudolento.

"Io, Stankovic, l’avevo preso per la Juve. Me l’ha soffiato l’Inter con le intercettazioni di Telecom".

Fatto sta che Stankovic diventa un giocatore nerazzurro proprio negli anni in cui la rivalità con la Signora è se possibile ancora più sentita anche in seguito alla nota vicenda di Calciopoli. Deki crede fermamente di essere dalla parte 'giusta' della storia ed è sempre più convinto della scelta fatta. Almeno fino all'estate del 2008.

L'amico Mancini non è più l'allenatore dell'Inter, Stankovic ha quasi trent'anni e soprattutto un ingaggio pesante mentre il nuovo tecnico, José Mourinho, sembra non contare troppo su di lui.

Dejan Stankovic Pavel NedvedGetty Images

A farsi avanti allora è la 'nuova' Juventus, che lo vede come perfetto erede di Pavel Nedved e fa di tutto per riuscire finalmente a portarlo a Torino e metterlo a disposizione di Claudio Ranieri. La trattativa è ben avviata, le parti si parlano e un accordo pare questione di giorni. A mettersi di traverso però sono i tifosi bianconeri che non hanno dimenticato alcune dichiarazioni di Stankovic tanto da raccogliere su un noto forum le firme contro il suo acquisto ed emettere un durissimo comunicato.

"Sempre con la Juve, mai con chi l'ha rifiutata e offesa. Per questo diciamo no a Stankovic. Chi ha goduto delle nostre disgrazie, chi si è fregiato di un nostro scudetto, e l'ha festeggiato cantando 'noi vinciamo senza rubare', chi non ha mai accettato la superiorità juventina e i verdetti del campo non merita di vestire la maglia bianconera. Certi treni passano una sola volta: questo Stankovic l'ha perso quando preferì i milioni di Moratti, rimangiandosi la parola data alla Juve. Noi vinciamo senza interisti".

Ma decisivo per il mancato trasferimento del serbo alla Juve, più che la volontà di una parte dei tifosi bianconeri, sarà ancora una volta un allenatore. Stankovic infatti, come raccontato qualche anno dopo, parla con Mourinho e dopo quel colloquio decide di restare all'Inter dove insieme allo Special One vincerà anche lo storico Triplete del 2010.

“Il 16 luglio Josè mi ferma e mi dice: aspettavo te. Ho pensato: ecco ora mi comunica che devo fare le valigie. E lui invece mi prende e mi dice: voglio Lampard ma è difficile, tu sarai la mia scommessa, voglio scommettere su di te. Non mi interessa che sei amico di Roberto, chi dice che non possiamo diventare amici in tre mesi? Con quel discorso José mi ha comprato per tutta la vita”.

E la Juve? Stankovic per la seconda volta dice 'no' seppure ringraziando la società bianconera per l'interessamento nei suoi confronti.

"Quando ti cerca un grandissimo club fa piacere. Ho ringraziato tutti i ragazzi per i complimenti che mi hanno fatto e anche il mister Ranieri quando l'ho incontrato a Torino, la sera del Trofeo Tim, ma ero sicuro di rimanere perché ho ancora tanto da dare all'Inter. Cessione dopo l'addio di Mancini? Non avevo mai sentito nessuno della società che la pensasse così. Erano solo voci dei giornalisti che mi hanno caricato su un treno che è partito, mi hanno fatto tanta pubblicità, si è parlato tanto di me per diverse settimane, ma come vedete sono rimasto. È bastata una telefonata con la società per chiarire tutto"...

La rivalità con la Juventus, quindi, può continuare anche una volta appesi gli scarpini al chiodo come dimostra l'intervista rilasciata da Stankovic a 'Sky Sport' nel 2020.

"Con il Triplete si è scritta la storia e con il passare del tempo mi rendo conto di cosa abbiamo fatto. Una roba importante, un traguardo difficile da raggiungere. Perché vedi, la Juve una squadra che sta investendo tantissimo e giocando forte negli ultimi anni non è riuscita a ripetere una cosa del genere, per questo vincere il Triplete rimane nella storia".

Il serbo d'altronde è da considerarsi una vera e propria bandiera nerazzurra, tanto da chiudere la carriera da calciatore proprio con l'Inter nel 2013 prima di intraprendere quella da allenatore, inizialmente come vice di Andrea Stramaccioni all'Udinese fino ad arrivare alla storica panchina della Stella Rossa alla guida di cui conquista tre campionati e due Coppe di Serbia, prima della parentesi alla Sampdoria ed il recente approdo al Ferencvaros.

E chissà che un giorno le strade con l'Inter non possano incrociarsi di nuovo mentre alla Juve resta il rimpianto di ciò che poteva essere ma non è stato. Un doppio no, quello di Stankovic, ancora oggi difficile da digerire per una Signora abituata ad avere la fila di pretendenti dietro la porta.

Intanto a portare avanti il connubio tra la famiglia Stankovic e quella nerazzurra è Filip, figlio di Deki, portiere di ruolo che ha giocato in Primavera ed era sul prato di 'San Siro' a festeggiare lo Scudetto conquistato dalla squadra allenata da Antonio Conte nel 2021. Filip attualmente è stato girato in prestito alla Sampdoria ma il sogno è quello di tornare a Milano, da protagonista. La saga degli Stankovic all'Inter continua.

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