"L'Inter è il club in cui mi è piaciuto di più stare. Nessun altro mi ha regalato la stessa felicità. L’Inter è una famiglia e io appartengo alla famiglia nerazzurra per sempre".
Tra i tanti rapporti che ognuno di noi riesce a costruire nell’arco della propria vita, alcuni si differenziano per una caratteristica fondamentale: l’indissolubilità. Succede raramente, e talvolta si tratta soltanto di falsi allarmi destinati a rivelarsi tali col passare del tempo. Ecco, il tempo. È proprio il tempo a definire in maniera inequivocabile la forza dei rapporti, sia che vengano vissuti quotidianamente, sia che si trasformino abituandosi alla distanza.
“L’assenza attenua le passioni mediocri e aumenta le grandi, come il vento spegne le candele e ravviva il fuoco”.
Queste parole, prese in prestito dallo scrittore francese François de La Rochefoucauld, sintetizzano alla perfezione un concetto tutt’altro che semplice. Spesso è proprio l’assenza a farci notare la forza di un legame, così come a volte ce ne evidenzia la debolezza. E se dopo 12 anni di distanza l’amore è ancora più forte di prima, beh, allora è amore vero.
GOAL/GettySono passati infatti quasi dodici anni da quando l’Inter alzava al cielo di Madrid una storica Champions League, tassello dorato di un Triplete indimenticabile. Un trionfo che porta la firma di José Mourinho e che racchiude, in una parola, tutto l’orgoglio del popolo nerazzurro.
Ogniqualvolta durante questi dodici anni le immagini dello “Special One” sono state proiettate sul maxischermo di San Siro, il boato è scaturito in automatico. Quasi fosse un effetto sonoro, quasi fosse un sottofondo musicale. Un boato immediato, potente, travolgente che sa di riconoscenza. Ma che ha anche quel sapore di complicità, di storia. Semplicemente d’amore.
Josè Mourinho ha lasciato l’Inter in lacrime, stretto tra le braccia di Marco Materazzi. Ha sfidato per la prima volta la “sua” squadra dopo più di undici anni, sulla panchina della Roma allo stadio Olimpico. Stavolta, per la prima volta, la sfiderà a San Siro. Di fronte al suo popolo. Al popolo che, per dodici anni, lo ha seguito e sostenuto ovunque. Sin da subito al Real Madrid, poi al Chelsea, al Tottenham e al Manchester United. I tifosi dell’Inter hanno sempre guardato con affetto alle sorti dello “Special One”, gioendo per le sue vittorie, sostenendolo dopo le sconfitte e accogliendo infine con sana gelosia la notizia del suo accordo con la Roma. Un accordo che, per la prima volta, lo avrebbe portato a sfidare l’Inter, ma che non lo avrebbe comunque mai reso un nemico.
Oggi Mourinho e il popolo nerazzurro si ritrovano. Non l’uno contro l’altro, ma l’uno di fronte all’altro. Sembra un dettaglio, ma fa tutta la differenza del mondo.




