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Il mondo a 45 gradi, "sognando Beckham": Ward-Prowse, lo specialista che ha punito anche il Chelsea

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Jimmy Bullard in Inghilterra è molte cose: è, innanzitutto, un ex centrocampista dai piedi educatissimi, semplicemente (si fa per dire) tormentato dagli infortuni, che è stato costretto a ritirarsi a neanche 34 anni. È, poi, un personaggio molto carismatico ed eccentrico: “Foggy”, come viene chiamato, dopo aver rinunciato alle scene calcistiche si è dedicato, anima e corpo, ai reality e a tutto ciò che riguarda lo showbiz, compresa la conduzione di programmi a sfondo sportivo. Insomma, ha trovato il giusto modo per far combaciare i due aspetti portando avanti Soccer AM, storico format di Sky Sports volto a intrattenere i calciofili britannici con giochi e chicche interattive destinate al pubblico. Probabilmente vi sarà capitato di guardare un reel, sui social, di questo o l’altro tifoso o ex calciatore intento a segnare all’incrocio, portandosi a casa la gloria (consigliamo di recuperare il video con Peter Crouch, ad esempio).

Jimmy Bullard, però, è anche un ex specialista di calci piazzati, tanto da far esclamare all’ex tecnico del Fulham Chris Coleman “sono stati i 2 milioni di sterline migliori che abbia mai speso”, dopo una punizione trasformata in rete. Ma questa è senza dubbio un’altra storia. In uno degli approfondimenti tecnici portati avanti nel corso del programma, coi suoi classici capelli raccolti all’indietro, passeggia gonfiandosi il petto dopo aver segnato un calcio di punizione, sotto gli occhi sorpresi e spiazzati di James Ward-Prowse, che aveva speso i precedenti tre minuti a spiegargli attentamente la sua tecnica. Quasi fosse un maestro: perché questo, pur a 28 anni, è il centrocampista del Southampton.

Al momento del suo debutto assoluto tra i professionisti, avvenuto nel 2011, a 16 anni, contro il Crystal Palace in Carling Cup, Ward-Prowse è già uno dei migliori tiratori dell’Academy dei Saints: ci è entrato a 8 anni, nonostante provenisse da una famiglia che ha affondato le proprie radici nella fede cieca per il Portsmouth. La sua è la più classica delle storie da “legge del contrappasso” che il calcio possa raccontare: il pegno da pagare per l’errore di un avo. C’è di più, ma per farlo bisogna già affrontare uno dei temi che ci terrà impegnati più avanti: il suo approccio al calcio è metodico. Ma non “quel metodico” volto al miglioramento, quanto “quello” volto al perfezionamento delle sue abilità.

“Bisogna prendere la rincorsa calcolando i 45 gradi dell’angolo che parte dalla palla”.

In giro, sui social, ci sono due video definiti “masterclass” che vedono come protagonista Ward-Prowse: uno girato nel 2013, quando vestiva la maglia dell’Under 21 inglese, l’altro proprio lo spezzone della puntata di Soccer AM con il buon “Foggy”. In entrambi i casi il centrocampista è categorico.

“Questi sono 90 gradi: ecco, no. Bisogna calcolare 45 gradi”.

O niente, aggiungiamo noi: la magia non riesce.

Dal punto di vista mentale, aver scelto di rinnegare il DNA da Pompey per abbracciare quello da Saint ha inciso e non poco sulla sua formazione caratteriale: non è mai stato un tipo da strade semplici, James. Nel corso della sua esperienza nell’Academy del Southampton, ad esempio, ha preferito allenarsi segretamente con l’Havant & Waterlooville, una squadra di Non League, per temprarsi e farsi le ossa. Insomma: entrava al centro sportivo dei Saints con il sorriso, ma si formava altrove.

“Avevo un po’ di paura per il gioco fisico, così mio padre mi suggerì di allenarmi con l’Havant & Waterlooville per essere preso a calci e provare quell’esperienza. Andavo lì con l’intenzione di essere picchiato e insultato. Mi ha rafforzato”, ha raccontato nel corso di un evento Barclays, nel 2016.

Il fatto è questo: se sai cosa vuoi e dove vuoi arrivare, e hai una grande mentalità, scegli le strade che possono aiutarti, anche in maniera non convenzionale. Anche questo è essere metodico, nel senso stretto del concetto di “avere un metodo”. Lui lo ha avuto, senza lasciare nulla al caso.

“Li alleno due o tre volte, ma dipende da quante partite giochiamo a settimana”, dice a “Foggy”.

Il rapporto tra James e i calci di punizione è molto stretto: pur essendo un elemento fondamentale anche dal punto di vista tattico, l’importanza di Ward-Prowse sui piazzati è indiscutibile, tanto da portare Pep Guardiola a definirlo uno dei migliori al mondo.

“Il Southampton ha il miglior tiratore di punizioni che abbia mai visto, o almeno il migliore al mondo, per il momento”.

Al netto del solito atteggiamento un po’ troppo propenso al complimento dell’allenatore spagnolo, sentir esprimere un concetto simile a un allenatore che ha allenato Lionel Messi, tra gli altri, fa sempre un certo effetto. Questo, comunque, accadeva nel gennaio del 2022, quando Ward-Prowse si trovava proprio dietro alla “Pulga” nella speciale classifica dei migliori marcatori su punizione nelle passate cinque stagioni nei cinque massimi campionati europei. Ma il numero che interessa a James è un altro (e no, non è neanche quello che lo vede primeggiare come miglior calciatore di punizioni su FIFA 23).

Persino la sua tecnica, comunque, segue un metodo ben preciso: due rimbalzi a terra con le mani, poi guarda il pallone posizionandosi a 45 gradi dallo stesso e posizionando verso se stesso la parte frontale (quella del logo, centrale). Quindi, la rincorsa a creare l’angolo.

Il calcio definisce il resto. In inglese esiste una parola che esprime il movimento preciso della battuta: “Brush up”. Ward-Prowse “splovera” il terreno, slanciando la gamba destra e accompagnando la sfera, con la forza necessaria per sviluppare tutto in uno slancio con saltello. Sempre così: quasi sempre nello specchio.

Le principali fonti di ispirazione del centrocampista dei Saints sono due: Steven Gerrard e David Beckham. Ed è qui che viene il punto: perché contro il Chelsea, sempre più in crisi, Ward-Prowse haraggiunto quota 17 goal su punizione in Premier Leagueportandosi a -1 da Becks, che svetta a 18. Sorpasso a un centimetro. Gente come Cristiano Ronaldo, Thierry Henry e Gianfranco Zola, per dire, è rimasta ferma a 12.

Sembrava alla portata anche la convocazione di Gareth Southgate per i Mondiali in Qatar, che però non è arrivata. Ma di questo non occorre discutere, per il momento. Almeno qui James non poteva essere metodico, quanto speranzoso: entrare nella dimensione dell’ignoto, almeno finora, non è stata una sua vocazione. Per riconquistarsi l'Inghilterra basterà cambiare prospettiva, forse: vedere il mondo a 45 gradi dal pallone e prendere la rincorsa può aiutare. Il resto dovrà farlo lui.

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