Niente sospensione di tutte le attività per un mese, come si era ipotizzato nelle scorse ore. Il calcio italiano è pronto ad andare avanti, senza più rinvii a data da destinarsi. La conferma arriva dalla bozza del Decreto Legge del Governo per fronteggiare l'emergenza Coronavirus.
"Resta consentito lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento degli atleti agonisti, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, nei Comuni diversi da quelli di cui all’allegato 1".
I comuni e le regioni in questione sono la Lombardia, l'Emilia Romagna, il Veneto e le province di Savona e Pesaro, ancora considerate "zone rosse": zone in cui le attività rimarranno sospese e i cui sostenitori non potranno andare in trasferta.
Il Decreto va nella direzione delle anticipazioni che il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, aveva reso a margine della riunione a Palazzo Chigi con il Premier Giuseppe Conte.
"Si va verso il proseguimento di tutte le attività, anche di quelle del campionato, nel rispetto della salute di tutti. Partite a porte chiuse? Si va verso questo tipo di provvedimento".
Attesa ora l'ufficializzazione del nuovo Decreto emanato dal Governo, ma intanto la direzione è chiara: si concluderà regolarmente la stagione, pur all'interno di un caos senza precedenti, ma senza tifosi.
Una decisione basata soprattutto sul progressivo affollamento di un calendario già pieno di impegni e, inoltre, con l'incombere degli Europei a partire da giugno. Una situazione che sta già creando non pochi problemi a club, come Juventus e Inter, ancora in corsa su tre fronti.
L'ipotesi della disputa delle partite a porte chiuse era stata in un primo momento avanzata anche per le ultime due giornate di campionato e per le semifinali di Coppa Italia. Prima che una pioggia di rinvii lasciasse il pubblico senza pallone.
