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Oscar Hiljemark Empoli Genoa Serie AGetty Images

La Serie A, gli infortuni e il ritiro a 28 anni: Hiljemark, l'allenatore bersagliato dalla sfortuna

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In media la carriera di un calciatore ad alti livelli dura tra i 14 e i 17 anni, anche 20 (addirittura oltre) per chi è abituato a prendersi maniacalmente cura del proprio fisico: tutto questo non ha interessato Oscar Hiljemark, costretto a salutare il terreno di gioco in netto anticipo rispetto ai canoni abituali, ad un'età in cui solitamente si è nel pieno della maturità fisica e tecnica e il pensiero di un ritiro dalle scene non sfiora nemmeno la mente.

L'ex centrocampista svedese ha dovuto fare i conti con la sfortuna nella sua forma più pura e, allo stesso tempo, maligna, quella che ad un certo punto obbliga a tagliare i ponti con un mondo in cui non sono ammessi tentennamenti di sorta per rimanere al passo con i tempi e, soprattutto, col livello elevato raggiunto dopo tanta fatica. Di sudore, in effetti, Hiljemark ne ha versato tanto e non soltanto per azzannare le caviglie avversarie, prerogativa di ogni mediano che si rispetti: nelle sue corde c'erano anche buone giocate e alcuni goal, peraltro di ottima fattura, all'insegna della spensieratezza abbinata ad una più che discreta qualità.

Spensieratezza che caratterizza gli inizi in patria tra le giovanili del Gislaveds, trampolino di lancio verso l'approdo ad un club molto più blasonato come l'Elfsborg: qui conquista un campionato svedese nel 2012 e mostra fin da subito la stoffa del centrocampista che si sarebbe ritagliato un futuro da protagonista. Ad alimentare questa solida speranza è pure il trasferimento al PSV, altro step che sembra proiettarlo verso un grande avvenire: in Olanda Hiljemark continua il suo processo di crescita, abbinato ad una prestigiosa vittoria che non guasta mai.

Hiljemark PSVGetty

Il trionfo in questione arriva nell'Eredivisie 2014/2015, a cui Hiljemark contribuisce in piccolissima parte: colpa di un fastidioso problema alla schiena che gli fa saltare gran parte della stagione e porta il totale delle presenze in campionato ad undici, senza nessun goal all'attivo. Questo non gli impedisce però di prendere un aereo per la Repubblica Ceca dove, di lì a poco, si sarebbero disputati gli Europei Under 21. Per Hiljemark è troppo importante farsi trovare pronto all'appuntamento: della Svezia è infatti il capitano e, all'orizzonte, c'è un girone di ferro nel quale sono incluse anche Italia, Inghilterra e Portogallo. Tutto proibitivo, almeno sulla carta, ma il campo racconterà una storia ben diversa.

L'esordio ad Olomouc è proprio contro gli azzurrini guidati da Luigi Di Biagio, passati in vantaggio alla mezz'ora di gioco grazie ad un rigore trasformato da Domenico Berardi. Avvio, come da previsione, da incubo per la Svezia che però trova la forza di reagire e di ribaltare tutto nella ripresa: Guidetti e Kiese-Thelin (dagli undici metri) firmano la clamorosa rimonta, 'regalando' il primo dispiacere ad una delle favorite per la vittoria finale.

Il sogno svedese rischia di sgonfiarsi alla seconda uscita, quando Jesse Lingard regala i tre punti all'Inghilterra a pochi minuti dal termine; a Uherské Hradiště, più tardi, Italia e Portogallo non vanno oltre lo 0-0, risultato che fa scivolare Hiljemark e compagni al terzo posto ad una giornata dal termine della fase a gironi. Nell'ultimo turno, contro il Portogallo, serve una vittoria per approdare in semifinale o, in caso di pareggio, sperare in buone notizie provenienti da Olomouc, dove è in programma Inghilterra-Italia: gli azzurrini compiono l'impresa di battere gli inglesi ma, proprio allo scadere, subiscono la doccia gelata della clamorosa eliminazione per mano della rete svedese di Tibbling che all'89' fissa il punteggio sull'1-1 in risposta al vantaggio, siglato pochi minuti prima, dal lusitano Paciência.

Svezia seconda con gli stessi punti dell'Italia, ma avanti grazie alla vittoria nello scontro diretto: un film già visto ad Euro 2004, quando una rete di Jonson all'89' (ancora!) qualificò i gialloblù e la Danimarca ai quarti a discapito dell'Italia di Trapattoni. 'Cugini' scandinavi umiliati con quattro reti in semifinale, di cui l'ultima proprio ad opera di Hiljemark nel recupero: il sogno è lì, ad un passo dall'essere realizzato, e l'ultimo ostacolo verso la gloria è ancora quel Portogallo affrontato nel girone. A Praga finisce 0-0 dopo i tempi regolamentari e supplementari e, a decidere, la sfida, sono i rigori: la Svezia vince 4-3 e Hiljemark può così alzare la coppa con la fascia al braccio, entrando di diritto nella storia del suo Paese.

Hiljemark Sweden Under 21 2015Getty

L'alloro continentale non fa che gettare su di lui gli occhi di molti club, tra cui il Palermo del compianto Maurizio Zamparini, ammaliato dalla sicurezza e dalle doti tecniche di quel centrocampista dalla bionda criniera. I rosanero sono in trattativa per l'acquisto di Federico Viviani, che all'ultimo momento cambia idea e decide di firmare con il Verona: Zamparini incassa il dietrofront senza strapparsi i capelli e dà mandato, ai suoi uomini di fiducia, di chiudere col PSV per Hiljemark, acquistato per 2,5 milioni di euro.

La società siciliana gli assegna subito la maglia numero 10, a riprova della fiducia nutrita nei suoi confronti e ripagata con il goal del momentaneo vantaggio nel 2-2 contro il Carpi del 13 settembre 2015. Lo svedese offre il bis (in tutti i sensi) sei giorni più tardi, nel prestigioso palcoscenico di San Siro: il Palermo soccombe per 3-2 al Milan, ma entrambe le reti rosanero portano la firma di Hiljemark, abile nella prima circostanza a sfruttare un'indecisione in uscita alta di Diego Lopez; la doppietta è invece frutto di un'azione corale culminata nell'assist al bacio di Gilardino.

Oscar Hiljemark PalermoGetty

La prima annata italiana sembra agire in piena rottura rispetto alla linea di continuità tracciata dai precedenti problemi fisici: in campionato Hiljemark le gioca tutte, trovando anche un altro goal nel 4-1 rifilato all'Udinese il successivo 24 gennaio. Zamparini si sfrega le mani al sol pensiero di aver scovato l'ennesimo gioiello, ma qualcosa improvvisamente si rompe: il Palermo naviga in cattivissime acque nella stagione 2016/2017 e, a metà stagione, Hiljemark viene ceduto in prestito con obbligo di riscatto al Genoa.

Da una piazza 'infuocata' ad un'altra, anche se il battesimo è dei migliori e coincide con la rete all'esordio contro la Fiorentina, a cui fa seguito quella contro l'Empoli. Il 'Grifone' si salva per il rotto della cuffia e, come ad ogni sessione estiva di calciomercato, nella Genova rossoblù va in scena una rivoluzione tecnica che finisce per coinvolgere lo stesso Hiljemark, costretto a fare le valigie per volare in Grecia in prestito secco al Panathinaikos. In biancoverde resta il tempo di sei mesi, prima del ritorno anticipato in rossoblù a gennaio 2018, propiziato dalla volontà di un suo grande estimatore, Davide Ballardini, tornato nel frattempo a sedersi sulla panchina dei liguri per la terza volta.

Piotr Zielinski Oscar Hiljemark Genoa Napoli Serie AGetty Images

La permanenza del tecnico ravennate, dopo un brillante dodicesimo posto, è una sorta di assicurazione per Hiljemark che però perde il suo 'mentore' il 9 ottobre 2018, esonerato in seguito alla sconfitta col Parma: ad aggravare la situazione vi è anche l'operazione all'anca subìta a gennaio, che chiude anzitempo la stagione dello svedese e, come vedremo, ne pregiudicherà la carriera.

Superato - almeno parzialmente - il problema fisico, Hiljemark viene prestato alla Dinamo Mosca e, quando fa rientro a Genova, capisce subito che per lui non c'è più spazio: urge un'altra sistemazione, individuata nei danesi dell'Aalborg che, loro malgrado, se lo godono il tempo di una stagione, tartassata dai guai all'anca che non dà tregua al ragazzo. L'ipotesi, fino a poco tempo prima lontana, si palesa con tutta la sua spietatezza il 16 giugno 2021, quando Hiljemark annuncia la decisione di ritirarsi dal calcio giocato, pochi giorni prima del 29° compleanno.

"Prendere questa decisione è stato incredibilmente difficile - si legge sul sito dell'Aalborg - ma non c'era altra via d'uscita. Sono dispiaciuto per non aver contribuito sul campo alla causa dell'Aalborg, dove è in corso un progetto entusiasmante. Sono comunque felice di fare ancora parte del club, ho sempre immaginato che un giorno avrei intrapreso il percorso da allenatore, magari non così presto: quando mi è stata offerta questa possibilità ho accettato prontamente".

Hiljemark, infatti, da quel giorno è parte integrante dello staff e ha ricoperto il ruolo di vice prima di assumere la guida tecnica nel marzo 2023.

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