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Sebastien Haller Ajax vs Benfica 2022Getty Images

L'anno da record di Sebastien Haller: delusione in Premier, implacabile all'Ajax

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L’1 giugno del 2019, Sebastien Haller pubblicava una serie di stories su Instagram che avevano il mero scopo di strappare una risata alle sue ancora poche decine di migliaia di follower. Nella prima si leggeva “sono triste di dover lasciare questo club, ma tutte le cose belle hanno una fine”, nella seconda poi “scusate, non c’era più connessione”, in quella successiva un “ciao ciao” con tanto di faccina piangente e una foto dell’ingresso del club in Marocco in cui aveva appena trascorso le vacanze. E, alla fine, una serie di emoji che ridevano.

Un modo simpatico di trollare i tifosi dell’Eintracht Francoforte che lo seguivano, visto che in quel momento il francese ex Utrecht era tesserato per il club tedesco. Peccato che giusto un mesetto e mezzo dopo di storie ne siano arrivate altre, in cui Haller salutava veramente il club, per trasferirsi al WestHam in cambio di 50 milioni di euro. Qualcuno forse alle storie dell’1 giugno ci ha ripensato. E a proposito di ripensamenti, pure il classe 1994 forse in seguito qualche domanda se l’è fatta.

Nei due anni precedenti il 28enne originario della Costa d’Avorio - di cui è stato nazionale - ma cresciuto nell’Auxerre si era imposto come uno degli attaccanti più completi della Bundesliga con l’Eintracht. Il suo goal in rovesciata nel recupero contro lo Stoccarda è stato solo uno degli highlights del suo biennio sul Meno. La prima annata si è conclusa con la vittoria della DFB-Pokal in finale contro il Bayern Monaco, la seconda con la finale di Europa League solo sfiorata, per colpa di un rigore. Beffardo il destino, per uno come lui che di rigori in carriera ne ha calciati 28 e ne ha sbagliato soltanto uno. Della freddezza e della lucidità nelle giocate ne ha fatto un manifesto. Coolness, la chiamerebbero oltremanica

“Quando ero piccolo nei tornei mi mettevano in porta, forse perché ero molto alto e avevo ottimi riflessi. Grazie alle mie parate abbiamo pure vinto diversi tornei, ma ero molto più felice di poter giocare in attacco. E per fortuna segnavo molto…”
SEBASTIEN HALLER EINTRACHT FRANKFURT GERMAN BUNDESLIGA 02112018Getty Images

Peccato che a Londra ne abbiano vista veramente poca. In un anno e mezzo di Premier League, l’attaccante totale in grado di vincere ogni duello aereo e giocare spalle alla porta con una facilità disarmante non si sia visto granché. Solo qualche sprazzo qua e là, nonostante un minutaggio comunque rilevante. Forse non paragonabile a quello che aveva in Germania, più in termini di centralità. Di certo al London Stadium non ha mai trovato la chimica che aveva coi suoi compagni d’attacco Jovic e Rebic, con cui ha composto un tridente da oltre 50 reti stagionali.

“Una squadra di calcio è come un puzzle, i pezzi devono tutti essere al loro posto. Al West Ham non ero nel posto giusto. Non ero il pezzo mancante, ci ho provato, ma non ha funzionato. Qui all’Ajax l’allenatore mi conosce bene e so cosa vuole. Anche all’Utrecht avevo una grande relazione con ten Hag: quando ho saputo di poter andare all’Ajax ero felice”. 

Di goal ne ha segnati 14 in un anno e mezzo in tutte le competizioni. Ci sarebbe quasi da impallidire se quel numero viene raffrontato agli 11 centri messi a segno con l’Ajax nell’ultima stagione. In tutte le competizioni? No. In Eredivisie? No. In Champions League. Anzi, in 8 partite di Champions League. Solo il futuro Pallone d’Oro Karim Benzema e il FIFA The Best degli ultimi due anni Robert Lewandowski hanno segnato più di, giocando comunque più partite, se vogliamo essere pignoli. Il tier in cui si posiziona Haller quest’anno è quello dei campioni. Poi che lui lo sia effettivamente o meno è tutto da dimostrare.

Ne avrà l’occasione nella prossima stagione di nuovo in Germania, con il BorussiaDortmund, che lo ha designato come erede di Erling Haaland in termini di  ruolo da ‘numero 9’ e di centralità nell’impianto di gioco della squadra guidata da Edin Terzic. Con caratteristiche diametralmente opposte, ma con la stessa missione: buttarla dentro. Cosa che ultimamente ha ripreso l’abitudine a fare, grazie a Erik ten Hag e alla fluidità di gioco dell’Ajax che ha prodotto 140 reti tra tutte le competizioni.

Sebastien Haller West Ham 2019-20Getty Images

La sua seconda avventura olandese dopo l’Utrecht, sempre allenato da ten Hag, non era iniziata benissimo. Quando è arrivato ad Amsterdam nel gennaio 2021 da acquisto record - seconda volta dopo esserlo stato anche al West Ham, ma pagato più o meno il doppio - la società si è scordata di iscriverlo nelle liste per la partecipazione all’Europa League, che era un obiettivo concreto della stagione. Contro il Lille e lo Young Boys la sua assenza non è pesata visto che i compagni han centrato la vittoria, ma ai quarti la Roma di Fonseca ha avuto la meglio. E Haller ha potuto guardare impotente.

Con l’Europa League insomma ha un conto in sospeso, specialmente ricordando che anche nel 2019 con l’Eintracht non aveva giocato i quarti e l’andata della semifinale per infortunio. È rientrato giusto per il supplementare del match di ritorno, ben lontano dalla condizione ottimale, e ha segnato il suo rigore nella serie finale (ovviamente).

Già in quell’estate si parlava di lui come un potenziale top attaccante, pur se arrivato a consacrarsi internazionalmente solo quest’anno con l’Ajax. Probabilmente le prestazioni in Europa League hanno un po’ acuito i rimpianti della nazionale francese, che lo ha sempre ignorato fino a quando nell’autunno 2021 Seb ha accettato la corte della Costa d’Avorio, paese d’origine dei suoi genitori. Ha partecipato anche alla scorsa Coppa d’Africa, pur senza grande successo. E altra beffa: ha perso ai rigori con l’Egitto. Peccato che lui non lo abbia tirato, essendo stato sostituito tra i due tempi supplementari. Misteri.

Solo quattro mesi prima aveva esordito in Champions League segnando un poker al debutto contro lo Sportinng Lisbona, qualcosa che era riuscito solo a Marco Van Basten, che però aveva già giocato e vinto la Coppa dei Campioni.

Edson Álvarez Sebastien Haller Sporting Lisboa Ajax Champions League 21/22Getty

Comunque di record oltre ogni immaginazione Haller ne ha uno quasi pittoresco: ha segnato un goal in assenza di gravità a 8mila metri di altezza. A bordo di un aereo che festeggiava i 50 anni dallo sbarco sulla luna. Manco male. Probabilmente però ricorderà più piacere quelli all’Alvalade di Lisbona. Anche se arrivati solo pochi metri sopra il livello del mare. E sono stati i primi di una serie di reti che lo hanno portato insieme a Cristiano Ronaldo nell’esclusiva lista dei giocatori in grado di segnare in tutte le partite della fase a gironi della massima competizione europea per club.

“Non voglio paragonarlo a Zlatan Ibrahimovic - ha detto di lui l’ex compagno Ruud Boymans all’Utrecht - ma è alto e ha quel tipo di qualità atletiche. Ed è mol3to più dotato tecnicamente di quanto sembra”.

Sì, a quanto pare il tier a cui ambisce è proprio quello dei campioni.

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