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Gianluca Scamacca: tra l'Olanda e l'Italia, con la Roma nel cuore

La giovane carriera di Gianluca Scamacca si può riassumere con una sola parola: predestinato. Sin dai primi tempi, erano tutti pronti a scommettere su di lui. Su quel ragazzo fisicamente speciale, non come gli altri, che già a quindici anni sfiorava i due metri d’altezza. Eppure che con il pallone tra i piedi faceva quello che voleva. Che cresceva col mito di Ibrahimovic, ma sperava di diventare Pogba. Oggi che finalmente è arrivato in Serie A, dove gioca con continuità con la maglia del Genoa, ha l’occasione di dimostrare che tutti coloro che credevano in lui ci avevano visto lungo.

I primi a puntare sul classe 1999 sono stati gli uomini del settore giovanile della Lazio. Scamacca aveva 10 anni. Il suo cuore, però, batteva per l’altra metà calcistica della capitale. Sognava il giallorosso della Roma, la squadra di cui non si perdeva una partita sin da bambino. Aspettava solo l’occasione giusta. Arrivata a tredici anni. Quel ragazzo nato calcisticamente nella Polisportiva Delle Vittorie, passato per la Cisco Roma, nel 2012 stava per scrivere un altro capitolo della rivalità che infiamma la città eterna.

Il merito di quel trasferimento è stato di due ex calciatori che il mondo giallorosso lo conoscono bene: Bruno Conti, coordinatore del vivaio, e Roberto Muzzi, allora allenatore dei Giovanissimi regionali. Quest’ultimo in particolare fu l’uomo chiave che mosse il passo decisivo per portare Scamacca a Trigoria. Peraltro, anche lui con un passato nella Lazio. Come Scamacca.

"Mi ha fortemente voluto alla Roma. Ci siamo incontrati e, da tifoso, ho detto subito di sì. A lui devo tanto del mio percorso fatto fino ad ora, quasi tutto. Ha lavorato sulle mie lacune e mi ha insegnato i movimenti giusti. Soprattutto a giocare più vicino alla porta".

Gianluca ScamaccaGetty Images

I risultati del lavoro di Muzzi, in effetti, sono stati da subito evidenti. Scamacca con la maglia giallorossa dominava gli avversari. Più goal che presenze. Nel giugno 2014 ha portato i Giovanissimi nazionali fino alla vittoria del campionato, siglando anche la rete nella finalissima contro la Juventus. Il goal numero 34 in 30 partite stagionali. Nel frattempo, il classe 1999 raccoglieva le prime esperienze in azzurro: l’esordio con doppietta con l’Under 15 è stato il primo passo della lunga trafila. Eppure la sua esperienza a Trigoria stava già per giungere al termine.

Nel gennaio 2015, infatti, Scamacca è stato protagonista di un trasferimento molto contestato, al Psv Eindhoven. Già da alcuni mesi c’erano avvisaglie e voci intorno al suo futuro, aumentate a novembre dopo la richiesta di riprendere gli allenamenti in ritardo, come raccontava la ‘Gazzetta dello Sport’. A dicembre la situazione era poi precipitata, con l’attaccante che aveva saltato alcuni allenamenti e non si era ripresentato a Trigoria alla ripresa. La Roma, dal canto proprio, non poteva fare nulla per trattenerlo.

Il salto in Eredivisie per Scamacca rappresentava un’occasione per arrivare presto in prima squadra. Aveva scelto un club che viveva un ricambio generazionale, con cui sperava di riuscire nel grande salto. Poche settimane dopo il suo arrivo in Olanda, aveva disputato il torneo di Viareggio. Aveva appena compiuto 16 anni, giocava già contro giocatori più grandi.

"È tutto più aperto, zero pressioni. Un giovane lavora con molta serenità. È un calcio diverso. Qui un giovane ha la possibilità di crescere, ma anche di esordire più facilmente in Prima Squadra. C'è molta tranquillità e poca fretta. Se vedono che fai la differenza, non ci pensano due volte a convocarti. In Italia per debuttare in Serie A devi sperare che ci sia un'epidemia...”.

La sua esperienza durò due anni e lo portò fino allo Jong PSV, l'Under 21, la seconda squadra che milita in seconda divisione. Il primo assaggio di professionismo nella sua carriera nel gennaio 2016, a 17 anni appena compiuti. Sarebbe comunque stato il punto più alto dei ventiquattro mesi trascorsi in Olanda, prima del ritorno in Italia proprio nel gennaio 2017. A riportarlo in Italia è stato il Sassuolo, con il quale Scamacca è tornato protagonista anche al Viareggio. Vittoria alla prima partecipazione, nel 2017, segnando in finale il 2-2 di testa e poi il rigore decisivo per timbrare la vittoria finale. Divenne ovviamente il volto copertina.

Scamacca ItalyGetty

In neroverde sembrava aver trovato la miglior condizione per potersi imporre. Tanto da trovare anche quell'esordio in Serie A il 29 ottobre 2017. Quell'esordio che soltanto un paio d'anni prima sembrava quasi utopia. Tre presenze fino a gennaio, per poi lasciare l'Emilia in prestito e trasferirsi alla Cremonese, poco più a nord. Un goal in sei mesi. Le prospettive sembravano essere cambiate ancora quando, nell'estate 2018, aveva accettato la chiamata del PEC Zwolle in Olanda, quella che sembrava la terra promessa soltanto tre anni e mezzo prima. Zero goal in una decina di presenze e nuovo ritorno anonimo al Sassuolo, con tanta panchina. Prima di trovare continuità all'Ascoli e, finalmente, il Genoa.

Il derby di Coppa Italia, timbrato con una doppietta decisiva, ha certificato il suo feeling con la competizione: 8 goal in 4 partite, compreso lo scorso anno. Ora Scamacca lavora per essere una cartezza in Serie A, con il sogno dell'azzurro dei grandi sullo sfondo. Ha giocato in tutte le giovanili fino all'Under 21 della quale è un perno. Ha ottenuto grandi risultati: la finale  a Euro Under 19, la semifinale al Mondiale under 20. Oggi è capocannonieire delle qualifiicazioni Under 21. Mancini spera che il passo successivo sia solo questione di tempo.

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