
Quando Salvatore Sullo arriva al Messina, nel gennaio 2001, fa una richiesta che a primo impatto può sembrare completamente fuori di testa. Ed effettivamente lo era, vista la situazione.
"Avevo un contratto di 6 mesi con opzione per tre anni. Il compenso variava a seconda delle categorie e al primo rinnovo chiesi di inserire l’opzione della Serie A. Il presidente Aliotta mi disse di sì e nello spogliatoio scoppiarono a ridere" .
A fine campionato si inizia però a capire che la folle richiesta di Sullo, in fondo, non è poi così folle. Il Messina conquista la promozione in Serie B grazie alla vittoria nella finale playoff contro il Catania, nel Derby. E il goal decisivo lo realizza proprio Sasà Sullo su calcio di rigore.
Negli anni successivi in Serie B, il numero 41 diventa un'istituzione. E' il leader del centrocampo, l'uomo squadra, il trascinatore . Il 5 giugno 2004, tre anni dopo la promozione dalla Serie C, l'opzione Serie A diventa realtà. Il Messina travolge 3-0 il Como e torna nell'elite del calcio italiano dopo 38 anni.
“Delle 500 partite che ho giocato in carriera, oltre la metà sono state in B. Per la Serie A, nel mio ruolo, all’epoca dovevi essere un fenomeno. Nonostante ciò, sapevo di poterci stare e quell’esperienza lo ha confermato”.
E infatti la conferma arriva già alla seconda giornata, nel debutto casalingo allo Stadio San Filippo contro la Roma. Il Messina conquista un'indimenticabile vittoria per 4-3 e Sullo ci mette la firma con il momentaneo goal del 2-1. Va tutto alla grande, ma il nemico è alle porte. Un nemico che non puoi affrontare su un campo da calcio.
GettyA dicembre 2004 si accorge di uno strano rigonfiamento all'altezza dell'inguine. Pensa che sia una semplice ciste e se la fa asportare senza dire nulla alla famiglia. In realtà gli esami istologici arrivano come una mazzata a sconvolgere la vita e la carriera di Sasà Sullo: si tratta di Linfoadenite virale, un tumore che colpisce il sistema linfatico .
"Il brutto è quando ti dicono che, intanto, devi stare fermo 4 mesi. C' è rabbia, sorpresa, ti crolla il mondo addosso. Crollerebbe anche alle persone più forti sulla faccia della terra".
L'ultima grande gioia è il goal decisivo segnato all'Atalanta al San Filippo. L'esultanza sotto la curva, l'abbraccio dei tifosi al loro idolo prima dela lunga battaglia. Sullo viene operato nuovamente, inizia i cicli di chemioterapia, ma la sua testa è solo al Messina, che nel frattempo è protagonista di un campionato straordinario, chiuso col 7° posto in classifica.
"Decisi di rimanere a Messina, non volevo vivere da malato. Andavo agli allenamenti, chiaramente senza cambiarmi, ma continuavo a respirare l’aria del campo. All’inizio i ragazzi mi guardavano un po’ diffidenti, poi hanno ripreso a trattarmi normalmente. E’ stato importante non rinunciare alla quotidianità”.
Sullo ha solo un obiettivo: non concludere la stagione con 17 presenze. Non esiste proprio, se sei napoletano: "Sono superstizioso, non accetterei mai di terminare la stagione con quel numero". E' così, appena tre mesi dopo l'operazione, Sasà Sullo torna in campo.

Tutto lo stadio San Filippo, tutta Messina si alza in piedi per salutare il ritorno del 'Sindaco', com'è stato ribattezzato dai tifosi. Quei cinque minuti, con la fascia di capitano al braccio, sono forse i più belli della sua carriera. Rappresentano la rinascita, dopo un viaggio all'inferno che non è ancora finito.
Sullo riceve la cittadinanza onoraria e il presidente Franza gli rinnova automaticamente il contratto di tre anni: "Perché Messina non può prescindere dal suo leader". Il ritorno in campo è graduale e nel frattempo i controlli risultano sempre negativi. Sullo ricomincia a vivere, ricomincia finalmente a giocare. "Mi sono anche ricresciuti i capelli. E' il primo segno tangibile del mio ritorno".
La stagione successiva si conclude con un'incredibile salvezza conquistata grazie a Calciopoli. Sullo disputa 14 partite, rimane a Messina fino a gennaio 2007 e poi dice addio per tornare nella squadra che l'ha lanciato, l'Avellino. Il Messina ritira ufficialmente la maglia numero 41, consegnando Sasà Sullo alla leggenda.
Nel 2006, sempre a Messina, la sua strada si incrocia con quella di Giampiero Ventura. Il futuro ct della Nazionale rimane giusto un paio di mesi alla guida dei peloritani, ma basta quel poco tempo per far scattare la scintilla. Alla fine della sua carriera di calciatore, Sasà Sullo riceve subito una telefonata: dall'altro capo della cornetta c'è Giampiero Ventura, che lo invita subito a diventare il suo vice a Bari.
GoalI due diventeranno inseparibili, condividendo gioie e dolori. Dalla stagione da record del Bari in Serie A all'impresa del San Mames col Torino in Europa League, per finire purtroppo con la disfatta Mondiale contro la Svezia. L'ultima esperienza condivisa sarà al Chievo, prima che Sullo decida di intraprendere la carriera da allenatore.
Nel 2019 si siede sulla panchina del Padova, ma dopo una grande partenza la squadra finisce per perdersi e Sullo viene esonerato. Nel 2021 torna a Messina, nelle vesti di allenatore, ma dura poco: solo 5 punti in 8 giornate e nuovo esonero. Niente di grave per uno abituato a rialzarsi dopo cadute ben più dolorose. Da anni sostiene l'AIL, l'associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mielomi, incitando tutti da capitano, da Sindaco, come ha sempre fatto.
"Il cancro non è un male incurabile, con costanza, capacità e Dio si può guarire: non bisogna deprimersi, serve tanta forza di volontà. Non ho mai pensato a morire, affrontavo la malattia con ironia".
