"Son tre punti importantissimi quelli conquistati vincendo qui": sorride Maurizio Sarri, dopo il successo ottenuto dalla Lazio contro il Napoli capolista. Vittoria che consente ai biancocelesti di salire al secondo posto in classifica in Serie A.
Una prova solida e concreta, culminata nel destro vincente di Matias Vecino che da fuori ha battuto Alex Meret, consegnando lo 0-1 finale alla Lazio.
Intervenuto ai microfoni di DAZN, Sarri non si è fermato alla sola analisi della partita, ma ha alzato l'asticella anche e soprattutto in termini di qualità complessiva.
"Secondo me la nostra squadra dal punto di vista tecnico può fare anche qualcosa di meglio. Il problema per noi non è mai stata la singola partita, perché noi una gara come questa la spariamo, il problema è la continuità. Rispetto allo scorso anno i difetti si sono ridotti, speriamo di aver intrapreso la strada giusta".
Una Lazio che, come scritto, sale al secondo posto: Sarri per il momento non ci pensa e anzi, archivia il successo del "Maradona" per volgere lo sguardo alla gara di Conference League contro l'AZ Alkmaar.
"A cosa mi fa pensare la Lazio seconda? Mi fa pensare che è l'ora di andare a letto perché martedì rigiochiamo in coppa e ci teniamo anche alla coppa. Inutile guardare alla classifica in questo momento".
Un pensiero, infine, per Luciano Spalletti, che nonostante la sconfitta rimediata rimane saldamente al comando della Serie A.
"Dopo questa stagione se arriva dove sicuramente arriva Spalletti diventerà il Re: vincere è bello da tutte le parti, ma vincere qui è qualcosa di particolare. Son contento per Luciano che si toglierà questa soddisfazione".
A margine della conferenza stampa tenuta al termine del match, Sarri non ha usato giri di parole per parlare del momento del Napoli.
"Le bellezze sono molteplici perché non è che se ti piacciono le bionde poi passa una bruna bella ed è brutta... La differenza con il mio Napoli è che questo andrà a vincere: quindi lo invidio da morire Spalletti, però è stato sicuramente un fenomeno lui. E' stata fenomenale anche la società: è stato un fenomeno il direttore sportivo perché ha avuto coraggio".
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