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Sarri Empoli 2015Getty

Sarri all'Empoli: i primi vagiti di una filosofia vincente

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Ora tutti lo chiamano il 'Comandante' per l'abilità di porsi alla guida di un'idea più che della squadra, di un concetto ben stampato nella mente che viene prima degli uomini: Maurizio Sarri lo conosciamo bene, accompagnato da un marchio di fabbrica affinato nel corso degli anni, che lo ha portato a raggiungere la consacrazione nazionale e internazionale con la vittoria di uno Scudetto e una Europa League.

Lasciare un'impronta chiara e definita nel mondo nel calcio non è mai semplice, ma Sarri c'è riuscito alla grande e, non è un caso, se il termine 'sarrismo' è stato aggiunto dalla Treccani alla lista dei neologismi italiani.

"La concezione del gioco del calcio propugnata dall’allenatore Maurizio Sarri, fondata sulla velocità e la propensione offensiva; anche, il modo diretto e poco diplomatico di parlare e di comportarsi che sarebbe tipico di Sarri".

Il principio di questa filosofia è da ricercare nelle prime esperienze in panchina tra i dilettanti in Toscana, ma è altrove che ha cominciato finalmente a offrire i propri frutti: l'alba del sarrismo ha la skyline di Empoli, storicamente uno dei posti migliori per un allenatore che voglia mettere in atto una rivoluzione in grado di creare uno squarcio all'interno del piattume del calcio italiano.

La classica storia con lieto fine, iniziata però piuttosto male: dopo le prime nove giornate della stagione 2012/13, l'Empoli di Sarri si trova infatti sul fondo della classifica di Serie B con soli 4 punti all'attivo, ruolino che sarebbe costato l'esonero a chiunque. O quasi.

Sì poiché, fortunatamente per Sarri, Fabrizio Corsi non è il tipo di persona che si lascia travolgere dalle emozioni del momento: il presidente empolese è convinto della bontà della scelta fatta qualche mese prima, quindi l'esonero dell'allenatore non è nei suoi piani e il tempo gli darà incredibilmente ragione.

L'Empoli, ricompattato nel gioco e nell'anima, avvia una serie di risultati positivi che alla fine varranno il quarto posto e la qualificazione per i playoff, con la sconfitta in finale contro il Livorno che però non cancellerà quanto di buono fatto da una squadra data per spacciata durante le prime settimane.

La stagione seguente, l'obiettivo promozione è finalmente centrato col secondo posto alle spalle del Palermo, dominatore del torneo con addirittura 14 punti di vantaggio sui toscani: per Sarri la Serie A è il coronamento di un sogno, la dimostrazione che le idee (se accompagnate da basi solide) possono fare la differenza.

Sarri EmpoliGetty

L'Empoli che si presenta ai nastri di partenza del campionato 2014/15 è una squadra ricca di incognite, presto diventate certezze: in difesa spicca la concretezza del giovane Rugani, sulla trequarti brilla l'estro di Saponara e Zielinski, mentre in attacco i 'vecchietti' Maccarone e Tavano danno ancora il loro bel da fare alle retroguardie avversarie.

Un mix equilibrato di gioventù ed esperienza che incanta ogni domenica sui campi di Serie A: le otto vittorie finali, unitamente alla bellezza di diciotto pareggi, regaleranno all'Empoli una salvezza più che meritata, fatta di istantanee indimenticabili come il doppio confronto col Napoli di Benitez, probabilmente la scintilla dell'amore scoccato tra Sarri e il presidente partenopeo Aurelio De Laurentiis.

Se in casa il Napoli evita la figuraccia recuperando dallo 0-2 al 2-2, al 'Castellani' la partita è a senso unico: il primo tempo è una mattanza (3-0), prima di un parziale risveglio napoletano nella ripresa che comunque non evita la debacle.

Una sconfitta tra le più brucianti della storia per i campani, ma allo stesso tempo anche un toccasana poichè, probabilmente, è quel clamoroso 4-2 a convincere definitivamente De Laurentiis: Benitez lascia dopo aver fallito la qualificazione in Champions e la scelta ricade proprio su Sarri, il cui percorso all'ombra del Vesuvio lo conosciamo già. Altrimenti non sarebbe mai finito su una delle enciclopedie più prestigiose...

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