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Sammer RonaldoGetty/Goal

Il Pallone d'Oro a Sammer: il più equilibrato di sempre, Ronaldo secondo

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Nel racconto del calcio, troppo spesso la linea che separa un campione da una leggenda è quello che il suo albo d'oro recita. Hai vinto lo Scudetto? Sei nella storia. Ha conquistato Champions League o Pallone d'Oro? Sei nel mito. Hai fatto tuoi entrambi? Sei oltre la leggenda e l'umana comprensione del pallone. In mezzo all'attuale necessità di etichettare e categorizzare ogni aspetto della vita, si sente il bisogno di inserire anche i giocatori in dei settori ben definiti. La distinzione deriva principalmente da ciò che si è conquistato in carriera con una serie di 'sì, ma...'. Sì, ha vinto la Champions, ma il Pallone d'Oro no. Sì, ha vinto una da comprimario e non ha meritato l'altra, e così via. Ad un primo sguardo, però, nel caso del Pallone d'Oro, ogni premio di France Football è uguale agli altri. Serve addentrarsi per capire meglio la soggettività o l'oggettività dell'assegnazione, tra polemiche e meriti. Istituito nel 1956, è diventato sempre più essenziale nella narrazione calcistica nel corso dei decenni. Tra tutti, il più discusso è probabilmente quello del 1996, assegnato a Matthias Sammer.

All'epoca il riconoscimento dato al tedesco venne considerato lesa maestà nei confronti dei colleghi che giocavano in attacco, ma da un certo pubblico anche il riscatto di una categoria, quella difensiva, troppo spesso ignorata a livello internazionale. C'è un altro punto, più succoso, che va oltre la polemica, vischiosa e ricoprente tutto il discorso riguardante il Pallone d'Oro '96. Se può essere considerata negativa l'eterno attaccare Sammer per un premio giudicato immeritato a venticinque anni dalla sua assegnazione, c'è una considerazione ignorata continuamente, per impugnare i forconi ed attaccare il diverso e particolare, in un mondo reazionario e mai aperto al cambiamento. Venticinque anni fa il calciatore tedesco vinse il premio più equilibrato nella storia del riconoscimento. Ai danni di Ronaldo, quel Fenomeno là.

UN PALLONE D'ORO VINTO DI UN PUNTO

Immaginatevi di essere negli anni d'oro del Clasico, quello tra Messi contro Cristiano Ronaldo, per intederci. Immaginate la solita, soggettivamente noiosa, sfida tra l'argentino e il portoghese per conquistare il Pallone d'Oro. Immaginate che uno dei due vinca il riconoscimento per un solo punto. I complottisti chiederebbero il riconteggio, con lente d'ingrandimento e misurino tattico. Gli amanti dell'ex equo chiederebbero un premio per entrambi, vista il margine infinitesimale. O al massimo opterebbero per un futuro senza possibilità di questo tipo. Tutti contro tutti.

Allora, nel 1996, questo non avvenne. Per un motivo che spiegheremo più avanti. Di certo, il Pallone d'Oro 1996 è stato il più equilibrato della storia, anche davanti ad altre edizioni con una differenza di un solo punto tra il vincitore e il secondo arrivato. Nei predecenti, dal numero di due, i votanti erano decisamente meno, con più possibilità di vedere i voti avvicinarsi l'un altro e avere una classifica cortissima.

Accadde nel 1966 (sempre quel dannato 6), quando Bobby Charlton battè Eusebio 81 a 80, con 22 giurati provenienti da Austria, Belgio, Bulgaria, Cecoslovacchia, Danimarca, Francia, Germania Ovest, Grecia, Inghilterra, Irlanda, Italia, Jugoslavia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria e Unione Sovietica.

Più particolare il caso del 1972, quando nella 17esima edizione Franck Beckenbauer trionfò con 81 punti, davanti al compianto Gerd Muller e Gunter Netzer, entrambi a 79. Certo, due lunghezze, ma per due giocatori. Un equilibrio che si può equiparare a quello del 1966, con 25 votanti (si aggiunsero nel corso del tempo Finlandia, Germania Est e Romania).

IL CASO DELL'IRLANDA DEL NORD

Nel 1996 i votanti raggiungono il numero record di 51, più del doppio rispetto a venticinque anni prima. Tra i giurati chiamati da France Football anche quello nordirlandese, per il quale dal 1996 si discute tra gli amanti della nicchia delle classifiche. Il votante scelse Ronaldo, Shearer, Del Piero e Weah nella sua classifica personale.

Inizialmente France Football riportò in maniera errata i punti, attribuiti al contrario: il primo prese quelli del quinto, il secondo quelli del quarto, mentre quelli del terzo, Sammer, rimasero invariati. In questo modo, i voti di Ronaldo, Shearer, Del Piero e Weah non erano 141, 109, 65 e 17, ma bensì 143, 107, 69 e 13.

Mathias Sammer trionfò nell'autunno 1996 con 144 punti rispetto ai 143 Ronaldo: una sola lunghezza 'mitigata' inizialmente dal caso del voto provenienta dall'Irlanda del Nord, ma in realtà realmente equilibrato. Attualmente France Football riporta effettivamente sul proprio portale tale classifica.

IN CHE MODO VINSE SAMMER?

Abbiamo atteso qualche istante in più per spiegare la differenza del divario tra tre e un punto, aspetteremo qualcuno in più per fare il punto sull'annata che vissero Sammer e Ronaldo per giungere rispettivamente primo e secondo in classifica. Ora serve concentrarsi sull'analisi dei voti in sè.

Non pensiate che tutti i 51 votanti scelsero Ronaldo o Sammer nella loro classifica. Come si può osservare nelle classifiche dei moderni Palloni d'Oro, con votanti da tutto il mondo per un totale di 173, c'è chi va completamente fuori dagli schemi, optando per graduatorie improbabili per il grande pubblico, ma comunque rispettabili visti i trenta candidati.

Dei 51 votanti del 1996, solo 35 scelsero Sammer in una delle cinque posizioni: nello specifico tredici scrissero il suo nome come destinatario di 5 punti. Quindici lo selezionarono come secondo (4 punti), sei come terzo (3 punti) e uno come quinto (1 punto). Curiosamente nessuno ebbe l'ardore dei due punti in quarta posizione.

E Ronaldo? Ci furono 39 su 51 giurati che lo scelsero, in ogni posizione. Sedici al primo posto, nove al secondo, quattro al terzo, cinque al quarto e quinto posto. Eppure il brasiliano, allora ventenne, non vinse. La differenza fu che Sammer ottenne più preferenze nelle prime due posizioni (28 a 25).

MATTHIAS SAMMER 1996Getty Images

SAMMER CONTRO RONALDO: IL 1996

Per il pubblico calcistico generalista, la massa pre-social, il tifoso medio, come volete, il Pallone d'Oro del 1996 è stato il più immeritato della storia. Di gran lunga, anni luce. I giurati d'Europa (non erano inclusi i votanti mondiali, come negli ultimi tempi) scelsero però di andare oltre la tecnica, la classe e la qualità, premiando un difensore. Ciò che per esempio non è capitato nel 2019, con Messi a battere Van Dijk.

Scelsero inconsapevolmente, tutti insieme, di optare per qualcosa di nuovo, che escludendo il caso Fabio Cannavaro nel 2006 (e ridaje con sto' 6) non portò più gloria ai difensori. Del resto il Pallone d'Oro premiava quanto fatto nell'anno solare a livello di squadra e non a livello personale. Jurgen Klinsmann era l'attaccante della Germania Campione d'Europa, eppure ottenne circa cento punti in meno.

Già, la formazione tedesca sul tetto del continente nell'estate del 1996. Klinsmann segnò tre reti, Bierhoff decise la finale con una doppietta. Eppure Sammer conquistò tutti, aiutando la rappresentativa teutonica nel tris dei gironi contro la Russia e decidendo la gara contro la Croazia nei quarti. Due goal per la gloria, ma non solo.

A supportare la causa di Sammer fu ovviamente la vittoria della Bundesliga in maglia Borussia Dortmund, qualcosa che nè Klinsmann (quinto) nè Bierhoff (zero punti) riuscirono ad ottenere. Si continua a parlare di premio immeritato, ma a ben vedere i giurati guardarono avanti nel tempo, scrutando la sfera di cristallo per assegnare meritatamente il riconoscimento al ragazzo di Dresda. Sei mesi dopo, infatti, conquisterà la Champions.

Già, la Champions, quella che Ronaldo, per molti il giocatore più talentuoso dagli anni '90 in avanti, non è mai riuscito a vincere (con il Milan trofeo vissuto con i compagni, senza però essere iscritto alla lista). Nel 1996, Ronaldo era appena ventenne, ma andava più veloce dell'intero pianeta. Troppo rapido, impossibile da prevedere, falce e martello.

A pochi mesi dalla chiusura dei voti, Ronaldo passa dal PSV al Barcellona, dopo aver segnato 54 reti in 57 presenze con gli olandesi. Il debutto con i blaugrana è esplosivo, tanto che da settembre a novembre, il Fenomeno segna 14 goal tra Liga e Coppa delle Coppe.

Le ripartenze, i cambi di passo e i dati a suo favore fanno spellare le mani dei suoi amanti, neanche troppo segreti. Dall'Olanda si porta dietro la Coppa nazionale vinta in quell'anno, ma soprattutto il bronzo olimpico con il Brasile. A vent'anni è già Campione del Mondo grazie al successo di Pasadena nel 1994 con l'Italia, capocannoniere della Eredivisie, formidabile goleador in Spagna. 

Esiste l'oggettività nella vita? Probabile. Esiste l'oggettività nel Pallone d'Oro? Mai e poi mai. Un premio soggettivo, sin dalla base delle motivazioni usate dai giurati per i propri voti: nonostante una linea base che vede nei risultati di squadra ottenuti come primario punto, c'è chi ama solo e senza ma il talento duro e puro, andando oltre ogni vittoria. Sammer vinse meritatamente? Ronaldo perse immeritatamente? Questione di punti di vista.

LA TOP TEN DEL PALLONE D'ORO 1996

  1. Matthias Sammer, 144 voti
  2. Ronaldo, 143
  3. Alan Shearer, 107
  4. Alex Del Piero, 69
  5. Jurgen Klinsmann, 60
  6. Davor Suker, 38
  7. Eric Cantona, 24
  8. Marcel Desailly, 22
  9. Youri Djorkaeff, 20
  10. Karel Poborsky, 15
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