
"Chi disse 'Preferisco avere fortuna che talento' percepì l'essenza della vita". Salvatore Foti aveva talento, tanto talento, ma ha avuto poca fortuna. E la citazione da 'Match Point', il film capolavoro di Woody Allen, è obbligatoria nel suo caso.
Nato a Palermo nel 1988, Foti ha presto superato lo step delle giovanili per arrivare giovanissimo in prima squadra nella Sampdoria allora allenata da Novellino nella stagione 2005-2006. Foti, come detto, aveva tantissimo talento e agli inizi della sua carriera c'era stata anche la benedetta fortuna ad assisterlo.
Quella Samp aveva infatti problemi in attacco. I titolari erano spesso infortunati e a soli 17 anni per Foti si sono spalancate le porte della Serie A. Prima l'esordio col Livorno, nel gennaio 2006, poi il primo goal in Serie A nel 4-2 rifilato al Messina al debutto da titolare.
Febbraio 2006 è stato un mese magico per Totò. Novellino lo aveva fatto esordire anche in Coppa Italia e Foti trovò il goal sei minuti dopo il suo ingresso in campo, dando il via alla rimonta sull'Udinese, fino a quel momento in vantaggio per 2-0.
Getty ImagesGoal in Coppa Italia, goal all'esordio da titolare in Serie A. Si parlava di lui come nuova promessa del calcio italiano e iniziarono inevitabilmente i paragoni."Sembra Ibra", diceva qualcuno. Lo svedese a quei tempi giocava nella Juventus e Foti poteva studiarlo da vicino.
192 centimentri d'altezza, grande capacità di gestione del pallone e senso del goal. Il Foti calciatore era sicuramente sulla strada giusta per diventare qualcuno. Magari non ai livelli di Ibra, ma qualcuno di cui parlare, senza dubbio.La Samp sembrava pronta a lanciarlo definitivamente, invece, forse per timore di bruciarlo, decise di gestirlo gradualmente.
Foti iniziò così a collezionare un prestito dietro l'altro in Serie B: prima Vicenza, poi Messina, Piacenza, Empoli ed infine Brescia. Sembra incredibile, ma non riuscirà più a giocare in Serie A. Nell'estate del 2012, la Sampdoria smise definitivamente di credere in lui, cedendolo al Lecce in Serie C.
In Puglia Foti trovò finalmente continuità a arrivarono pure i goal: 8 nelle prime 15 partite, compresa una tripletta all'Entella. Ma al termine del girone d'andata iniziarono i problemi. La sfortuna decise di abbattersi con violenza su Foti, vittima di continui infortuni e costretto a combattere con un'ernia al disco che diventerà la sua condanna.
Foti strinse i denti, continuò a giocare per amore del calcio e del club. Poi la scelta drastica, ma necessaria: rimanere svincolato per curare definitivamente l'ernia e mettersi alle spalle i problemi. Peccato che quella che doveva essere la cura si rivelò invece la mazzata definitiva per la sua carriera.
“Trascorro l’estate 2013 da svincolato e con l’idea di risolvere una volta per tutte il problema che mi impedisce di fare ciò che più mi piace, ad ottobre mi sottopongo a un intervento chirurgico ma, dopo il periodo di riposo la rigidità e il dolore non sono affatto scomparsi. Provo a stringere i denti ed accetto di firmare con il Chiasso che mi vede giocare in partitella e mi sottopone subito un biennale.
La realtà è che però per colpa di un errore medico io una seduta di allenamento completa non posso più sostenerla: anche adesso a causa dei 192 centimetri d’altezza se gioco con mia figlia troppo a lungo devo piegarmi e fermarmi per il fastidio che accuso. Fra una seduta di fisioterapia e un consulto in diversi mi prospettavano l’eventualità che non sarei più stato in grado di fare il calciatore, diventata poi una certezza. E’ stata una brutta botta perché anche se ero preparato la speranza è l’ultima a morire".
Sono i titoli di coda per Salvatore Foti, che con il Chiasso non riuscirà nemmeno ad esordire. Nell'estate 2015, due anni dopo la sua ultima partita giocata, Foti fu costretto al ritiro a soli 27 anni. La sfortuna, l'errore medico, un epilogo amaro per un ragazzo che probabilmente sperava di avere meno talento e più fortuna nella sua carriera. Aveva ragione, Woody Allen.
Foti è stato per anni collaboratore tecnico di Marco Giampaolo. Dal 2016 lo ha seguito in tutte le sue esperienze, dalla Sampdoria al Milan, fino alla nuova avventura al Torino. Il 31 dicembre 2021 è diventato vice di José Mourinho alla Roma.
Il calcio gli sta dando una seconda possibilità. E quello che gli ha tolto da giocatore, magari, glielo restituirà come allenatore.


