Champions League 2006-2007. Il Milan si vendica di Istanbul battendo il Liverpool in finale ad Atene e Kakà si porta a casa il premio di miglior giocatore della competizione. Dietro di lui c'è un giovane Cristiano Ronaldo, ma sull'ultimo gradino del podio trova posto lui, il protagonista della nostra storia, Nicolae Dica.
Per molti, oggi, sarebbe legittimo rispondere: "Chi?!". Eppure per un periodo, che in realtà non dura molto, Nicolae Dica si prende la scena europea e strappa applausi un po' da tutte le parti. Trequartista, ma all'occorrenza anche seconda punta, gioca col numero 10 sulle spalle e dà spettacolo non solo in patria, la Romania, dove gli danno qualunque tipo di soprannome: 'Decarul' (ossia Decano, per evidenziare la sua personalità), ma anche 'Magicianul Stelei' (Mago dello Steaua) e soprattutto 'RonalDica', che non ha bisogno di spiegazioni.
Con lo Steaua vince due titoli, ma soprattutto riporta la squadra rumena su vette importanti anche in Champions League, con una fantastica doppietta alla Dinamo Kiev nella gara d'esordio della fase a gironi vinta addirittura per 4-1 in Ucraina. Dica segna anche nella gara di ritorno e mette la sua firma anche alla Gerland, nel pareggio 1-1 contro il favoritissimo Lione. A tratti dà spettacolo anche al Berbabeu, dove il Real Madrid vince soltanto 1-0, ma alla fine non riesce a trascinare lo Steaua agli ottavi.
La sua esperienza in Champions si chiude con 4 goal segnati, gli stessi di Totti, Inzaghi e Rooney, per fare tre nomi. Dica rimane allo Steaua per un'altra stagione, giusto il tempo di guadagnarsi la convocazione agli Europei del 2008, dove viene impiegato soprattutto con l'Italia. Forse è una coincidenza o forse no, fatto sta che l'Italia diventa proprio la nuova casa di Dica. Su di lui scommette il Catania di Lo Monaco, che fiuta l'occasione e sborsa 2 milioni per il cartellino del 28enne rumeno.
Getty ImagesDica è ancora parecchio in auge, al punto che il suo acquisto da parte del club siciliano viene persino annunciato sul sito ufficiale della UEFA: "Il Catania scommette su Dica", si legge. I pressuposti per un matrimonio perfetto ci sono tutti, anche perché sulla panchina del Catania c'è Walter Zenga, che sponsorizza fortemente l'acquisto di Dica dopo averlo già allenato allo Steaua qualche stagione prima. Le dichiarazioni d'amore, dunque, si sprecano.
Inizia Zenga:
"Ho manifestato ai miei dirigenti la volontà di avere in squadra con me un grandissimo giocatore. Conosco molto bene Dica sia dentro che fuori dal campo e adesso che è arrivato sono molto soddisfato e sicuro che farà bene. Gli avevo promesso che l'avrei portato un giorno in Italia".
Prosegue Dica:
"Il fatto che il mister mi avesse già avuto alla Steaua e con lui mi fossi trovato a mio agio è stato decisivo nel mio trasferimento. Con Walter Zenga sarà tutto più facile e mi aiuterà molto come ad adattarmi più velocemente".
Il calcio d'agosto, come spesso accade, è maledettamente illusiorio. In realtà Catania-Padova di Coppa Italia si gioca a settembre, ma il senso non cambia. 'RonalDica' illumina il Massimino con un goal e un assist, disegnando calcio con la 10 sulle spalle. Anche in campionato l'inizio non è affatto male: parte subito titolare alla prima giornata nella vittoria contro il Genoa ed entra discretamente a gara in corsa nella sconfitta per 2-1 contro l'Inter a San Siro.
L'adattamento con il calcio italiano sembra procedere per il verso giusto, ma all'improvviso si interrompe bruscamente. Per due mesi esatti, Dica non vede più il campo. Torna a giocare con la Fiorentina a dicembre per 10 minuti e quelli sono gli ultimi 10 minuti della sua avventura con il Catania. L'idillio con Zenga finisce ancora prima di iniziare. Il Catania gira troppo bene, specialmente davanti, e di 'RonalDica' non c'è più traccia. Lui stesso, del resto, ci mette del suo per finire ai margini, come racconta Zenga.
"L'ho fatto giocare a inizio stagione e poi l'ho tenuto fuori per fargli capire il calcio italiano e il nostro campionato. Giunti alla trasferta a Siena, gli dissi che era arrivato il suo momento ma lui rispose che non se la sentiva".
I mesi passano e le cose peggiorano. Anche Zenga, che lo ha fortemente voluto, gli volta le spalle. Dica ha anche difficoltà linguistiche, al punto che Peppe Mascara prova a insegnargli l'italiano, studiando a sua volta il rumeno. Ma tutto ciò non basta a migliorare la situazione. All'apertura del mercato di gennaio, Dica chiede a gran voce la cessione, ma il Catania non trova l'accordo con nessun club. Zenga prova a farlo ragionare, ma un giorno, durante l'allenamento, perde la testa.
"Vaffanculo, ti sei preso gioco di me"
Questa la frase che, secondo 'Fanatik', Zenga avrebbe urlato in faccia al povero Dica in presenza del suo agente. E' il punto di non ritorno. Dica viene sedotto e abbandonato in tribuna fino al termine della stagione. Solo in estate viene ceduto all'Iraklis in Grecia, iniziando così una serie di prestiti per gran parte avari di soddisfazioni fino alla scadenza del suo contratto con il Catania. Solo con il ritorno in Romania riesce a tornare in parte il vecchio 'RonalDica'.
Riparte dalla Serie B col Mioveni e chiude in bellezza con la squadra di Hagi, il Viitorul, segnando 19 reti in 68 partite. Si ritira ufficialmente nel 2014 e dà subito inizio alla sua carriera di allenatore, sedendosi prima sulla panchina del suo Steaua e poi su quella dell'Arges fino a quella della Nazionale rumena, con il ruolo di vice.
Dopo l’esperienza alla guida dell’Under 23, Dica è tornato all’FCSB nell’estate 2022, esperienza durata pochi mesi, fino all’esonero a novembre. Epilogo simile a quelli sulle panchine di CS Mioveni, FC U Craiova e Fc Voluntari dove è rimasto solo per poche settimane.