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Monchi Roma GFXGetty Images

Come sono andati e dove sono tutti gli acquisti di Monchi alla Roma?

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Alla conferenza stampa di presentazione mette soprattutto in mostra la folta barba e la dialettica che ne ha sempre contraddistinto lo stile, intriso di apparente saggezza da poter sfamare l’intero globo, assetato di conoscenza e dei segreti del calciomercato tenuti gelosamente al sicuro. La necessità di trasformare in oro una piazza che all’oro ha sempre ambito per storia, tradizione e tifo, come Roma, a un certo punto ha fatto apparire Monchi per quello che poi non si è dimostrato, nei fatti. Un Re Mida, quasi un profeta, capace di cambiare “da così a così” il volto del club giallorosso, conferendogli il carattere necessario per vincere.

C’è del mistico nel suo arrivo: basti pensare al primo annuncio della sua esperienza a Roma, avvenuto proprio in conferenza stampa. Il ritiro di Francesco Totti.

“Su Francesco dico solo che sono arrivato qui da una settimana e quello che so è che già c'era un accordo tra lui e la Società su un ultimo anno da calciatore e a partire dal prossimo come dirigente della Roma”. Fine.

Forse è per questo motivo che, da quelle parti, da lui, ci si è sempre aspettato qualcosa in più. La cosiddetta “svolta”. Al suo arrivo la Roma non ha ancora chiuso la stagione 2016/17, che terminerà al secondo posto a -4 dalla Juventus e a +1 dal Napoli. Il tutto con Luciano Spalletti in panchina.

La Roma ha la necessità di vendere per acquistare. La scarsa conoscenza della piazza romana lo porta presto a compiere il primo errore della sua gestione da direttore sportivo: Hector Moreno. Lo spagnolo lo preleva dal PSV Eindhoven per 6 milioni di euro: difensore messicano, mancino (teoricamente quello che serve alla Roma), reduce da un’esperienza in Spagna all’Espanyol che lo ha costretto a ritornare in Olanda. Giocherà 6 partite in totale con i giallorossi per poi trasferirsi in Messico, al Monterrey, dopo una parentesi di 2 anni in Qatar, all’Al-Gharafa.

Hector Moreno Roma 201718 Serie AGetty

“È vero, ho venduto Salah, ma costretto dai vincoli UEFA”, ammette a “El Transistor”.

In breve: la parentesi Monchi è stata resa complicata anche da alcune cessioni forzate. Salah va al Liverpool, Rudiger al Chelsea. La Roma non riesce a rimpiazzarli. Arrivano giovani promesse, quindi giocatori d’esperienza: un colpo senza dubbio interessante è Rick Karsdorp, arrivato dal Feyenoord per 14 milioni più bonus, che è finalmente riuscito a ritagliarsi il giusto spazio, diventando titolare anche con José Mourinho.

Un altro acquisto, voluto da Eusebio Di Francesco, nuovo tecnico, avvenuto in quel periodo è probabilmente uno dei migliori realizzati da Monchi: Lorenzo Pellegrini. Esercitato il diritto di recompra nei confronti del Sassuolo, fissato a 10 milioni, i giallorossi si sono assicurati un giocatore fondamentale per gli equilibri in campo e fuori, capitano della Roma ora e, a detta dello stesso Mourinho, in futuro.

A centrocampo dall’Olympique Lione arriva Maxime Gonalons, accolto in un primo momento come un gran colpo (5 milioni di euro, più bonus), rimane una sola stagione disputando 23 partite: al termine della stessa passa al Siviglia, in prestito, quella dopo al Granada, ora un presente in patria che si chiama Clermont. In difesa, invece, Monchi riporta in Italia Aleksandar Kolarov, accordandosi con il Manchester City per 5 milioni più bonus: senza dubbio un colpo mediatico. Simbolo della Lazio, ritorna in Serie A alla Roma: fa anche bene, nonostante la diffidenza e la freddezza della piazza. Rimane tre anni, siglando 19 reti in 132 presenze, prima di passare all’Inter fino al ritiro.

Lorenzo Pellegrini Roma CSKA Sofia 2021Getty

In attacco, Di Francesco chiede innanzitutto Gregoire Defrel. Monchi conclude l’accordo con il club neroverde sulla base del prestito con diritto di riscatto fissato a 20 milioni. Con i giallorossi un totale di 20 presenze e una rete, quindi il prestito alla Sampdoria e al Sassuolo, che lo ha riacquistato nel 2020. Un altro innesto è quello di Cengiz Under, uno dei migliori a conti fatti: arrivato dal Basaksehir per 13,4 milioni più bonus, fa registrare prestazioni e bel gioco. Sono 88 le presenze in giallorosso, 17 le reti: dopo il prestito al Leicester è stato girato al Marsiglia. In attesa della consacrazione definitiva.

La partenza di Salah crea un grosso problema alla formazione di Di Francesco, che ha un estremo bisogno di un’ala mancina per colmare il vuoto lasciato dall’egiziano. Monchi compie uno dei più grandi errori della sua esperienza romana. La Juventus ha appena scartato Patrik Schick alle visite mediche: il ceco è reduce da una buona stagione con la Sampdoria, ma non è né un esterno né una vera e propria punta. Lo vuole l’Inter, si muove la Roma, che incontra l’entourage in diverse cene di mercato. La trattativa si chiude con il prestito con obbligo riscatto (oneroso, 7 milioni) con 14 milioni più bonus, più un minimo garantito di 20 milioni entro febbraio 2020. In totale 42 milioni circa. Di Francesco si sforza di farlo giocare esterno, con la Roma 58 presenze e 8 totali in due stagioni. Va in prestito al RB Lipsia, poi viene acquistato dal Bayer Leverkusen nel 2020.

Steven Nzonzi Patrick Schick RomaGetty

A Trigoria arriva anche Jonathan Silva (attualmente del Getafe ma in prestito al Granada) in prestito con diritto di riscatto dallo Sporting Lisbona: 2 presenze, nulla più. È all’inizio della stagione successiva che Monchi svela, in poche parole, il lato duplice del suo ego: apparentemente saldo nelle sue convinzioni, ma emotivo. Ricostruisce la porta: prende Antonio Mirante, dal Bologna (sotto contratto fino al 30 giugno del 2021, quando non ha rinnovato, finendo svincolato prima di firmare per il Milan), quindi si fa prendere dall’entusiasmo sul conto di Robin Olsen dopo l’ottima prova ai Mondiali del 2018 con la Svezia. In cifre, 8,5 milioni più bonus al Copenaghen per un giocatore che esce presto, prestissimo dai radar: è passato all'Aston Villa. Arriva anche Daniel Fuzato dal Palmeiras, da prospetto interessante ad esubero finito all'Ibiza.

In difesa acquista William Bianda dal Lens (6 milioni, fuori dal progetto), Ivan Marcano dal Porto (a parametro zero, ritornato alla base dopo 13 presenze e un goal) e Davide Santon dall’Inter (9,5 milioni, ritiratosi dal calcio). In mediana Monchi guarda al futuro, prima con Ante Coric (6 milioni dalla Dinamo Zagabria), quindi con Bryan Cristante (20 milioni più bonus complessivi tra prestito e obbligo). Uno dei migliori colpi, col senno di poi.

Nel tentativo di svecchiare la rosa, il direttore spagnolo commette un errore di valutazione: prende due ragazzi e due giocatori esperti. Convince Javier Pastore a ritornare in Italia, nonostante diversi problemi fisici nel suo ultimo periodo al PSG (25 milioni, ha risolto il contratto, andando all’Elche e poi in Qatar), ma allo stesso tempo acquista Justin Kluivert, in rampa di lancio, dall’Ajax per 17 milioni più bonus. La Roma lo ha ceduto al Valencia.

Bryan Cristante Aleksandar Kolarov Nicolò Zaniolo RomaGetty

C’è ancora spazio, l’ultimo, per due colpi: i giallorossi rinforzano il centrocampo con Steven Nzonzi, sicuramente un bel colpo, ma pagato sicuramente troppo (26 milioni più bonus,passato all'Al-Rayyan dopo i prestiti al Galatasaray e al Rennes). Poi, ecco il vero capolavoro di Monchi. La Roma ha la necessità di cedere lo scontento Radja Nainggolan. Monchi convince l’Inter a chiudere un affare per il trasferimento del belga a Milano con l’arrivo, nella capitale, di Nicolò Zaniolo, ceduto a gennaio 2023 al Galatasaray.

“Sono qui da 14 mesi, datemi tempo”, diceva nel luglio del 2018. Nel 2019 è tornato in Spagna, al Siviglia, nel suo locus amoenus. Alcuni dei giocatori chiave della recente storia della Roma sono “roba sua”: ma dal Re Mida spagnolo tante promesse e poca sostanza. Risucchiato dalle difficoltà e dalle pressioni che neanche lui, con la sua sapiente barba, ha saputo affrontare.

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