"In campo odio tutti gli avversari, non me ne importa niente di nessuno. La gente pensa che io sia pazzo e lunatico, e invece io, Robin Friday, sono un vincente" - Robin Friday su se stesso
Non sentirete mai il suo nome accostato a Coppe o grandi vittorie, anche perché nella sua breve e fugace carriera calcistica non ha mai giocato in Prima divisione. Ma chi lo ha visto in campo assicura che il suo genio calcistico era pari soltanto alla sua sregolatezza fuori dal campo.
Robin Friday è stato senza dubbio il genio più folle del calcio inglese. Più di George Best, ma anche di Charlie George e Stan Bowles, ha rappresentato il prototipo del grande talento che spreca le qualità che madre natura gli ha dato e si consuma conducendo una vita senza regole.
Secondo i racconti leggendari di chi lo ha visto all'opera, l'attaccante londinese aveva un controllo palla divino, unito ad un dribbling ubriacante e ad uno spiccato fiuto del goal.
Fuori dal rettangolo verde, invece, il suo il look era quello della rockstar: portava i capelli lunghi e fluenti e le lunghe basette e indossava giubbotti in pelle. Oltre, naturalmente, a manifestare fin dall'adolescenza una propensione inarrestabile per gli eccessi e i vizi: l'abuso di alcol e droghe alla lunga lo porterà a rovinarsi e a 'bruciare' la sua carriera e la sua vita.
TRA CALCIO E FOLLIE
Robin Friday è nato ad Acton, cittadina nell'Ovest di Londra, vicino all'aeroporto di Heathrow, il il 27 luglio 1952, da un parto gemellare.Sembra aver fretta fin da quando viene al mondo, dato che anticipa di pochi secondi il fratello Tony, con cui cresce e coltiva dalla tenera età la passione per il calcio.
Sua madre, Sheila, è la figlia di un ex giocatore del Brentford, e suo padre porta lui e il suo gemello a vedere le partite dei Bees fin dall'età di 2 anni. Si nota presto però che Robin ha un talento innato con la palla fra i piedi. Riesce a farle fare quello che vuole e la sua specialità è calciarla in alto e successivamente controllarla con la parte superiore del collo.
Non teme nemmeno il contatto fisico, visto che è alto un metro e 80 e regge bene i contrasti. Così presto per lui si aprono le porte di alcuni club della capitale: Robin milita prima nelle Giovanili del Crystal Palace, poi in quelle del QPR, infine in quelle del Chelsea. Il tutto nel giro di pochi mesi quando ha 12 anni. Ma nessuno dei tre club gli rinnova il contratto nonostante le sue indiscusse qualità.
Il motivo è solo uno: il ragazzo, nonostante la giovane età, è del tutto privo di disciplina, dentro e fuori dal campo, e risulta per questo ingestibile. Con il padre e il fratello a 14 anni inizia così a giocare in una squadra amatoriale.Mala vita spericolata di Robin comincia presto, fin dall'adolescenza: a 15 anni abbandona la scuola ed è già un consumatore accanito di cannabis, speed (un tipo di anfetamina) e metadone, a 16 anni finisce una prima volta nelle carceri di sua maestà per il furto di un autoradio.
Rilasciato perché soffriva di asma, si cerca qualche lavoretto: fa l'autista in un supermercato e il lavavetri, ma la propensione al furto per soddisfare i suoi vizi lo porterà a sbagliare di nuovo e a tornare in prigione. Finisce così nel carcere minorile di Feltham ed è condannato a 14 mesi di detenzione in mezzo a tossici e rapinatori. Qui però diventa presto la stella della squadra della struttura detentiva, e per questo gli vengono concesse delle apparizioni premio nell'Academy del Reading.
Uscito nuovamente dal carcere, a 17 anni sposa una ragazza di colore, da cui avrà anche un figlio, Nicola, e va a convivere con lei. Sicuramente una scelta anch'essa da ribelle nell'Inghilterra degli anni Sessanta, dove la multirazzialità era spesso vista ancora come un problema. Una volta, per difenderla, sarà persino protagonista di una rissa in un pub.
Mentre fuori dal campo, nonostante il matrimonio, il consumo di alcol e droghe continua, come la passione per le donne, un amico, che gioca nel Walthamstow Avenue, gli chiede di accompagnarlo all’allenamento, suggerendogli anche di fare un provino per il club. Friday supera brillantemente il test e firma il contratto da 10 sterline alla settimana con il club, che milita in un campionato paragonabile alla nostra Eccellenza.
È il 1970 e Friday inizia ad incantare sul campo, segnando anche molti goal. Di pari passo l'avere una famiglia lo convince a cercarsi un lavoro serio: così si unisce a diversi compagni come asfaltatoree manovale ed è dunque impiegato nel settore dell'edilizia.
In una partita di campionato contro l’Hayes, squadra ambiziosa e per di più assai più vicina ad Acton, Robin gioca una partita eccezionale e determina la vittoria del Walthamstow Avenue. Quando esce dagli spogliatoi i dirigenti avversari lo bloccano: lo vogliono a tutti i costi con loro e gli fanno una proposta allettante: 30 sterline a settimana. Più di quanto Robin guadagna asfaltando terrazze.
La stagione 1971/72 è positiva per Friday, che anche passato all'Hayes incanta sul rettangolo verde, segna tanti goal e fa vincere spesso la sua squadra. Tanto che i grandi club tornano a interessarsi a lui.
"Quel matto di Friday pare aver messo la testa a posto", sostengono in molti.
Invece, purtroppo, fuori dal campo la sua vita sregolata non è cambiata di una virgola: beve, fuma e, nonostante sia sposato, va a letto con tante donne. A 19 anni rischia di morire perché, strafatto, mentre sta lavorando su un'impalcatura, precipita da un'altezza di cinque metri. Robin non muore, ma un palo di ferro gli perfora la schiena e si ferma a 2 centimetri dal cuore.
L'attaccante è trasportato al vicino ospedale di St. Thomas, dove i medici attestano una situazione critica: Robin non corre pericolo di vita, ma il recupero sarà lungo e difficilmente completo. In barba alle previsioni, però, dopo 3 mesi di stop riecco Friday in campo, giusto in tempo per uno degli episodi più celebri che lo riguardano. In una gara di campionato l'allenatore lo schiera fra i titolari della squadra, ma quando si deve battere il calcio d'inizio lui non c'è: è infatti al pub a bere assieme ai tifosi.
La gara inizia ugualmente in 10 contro 11, e lo trovano mentre parla con un posacenere. Ma la cosa più strabiliante è che Friday, visibilmente alterato dall'alcol, riesce comunque a firmare in zona Cesarini il goal della vittoria per i suoi. Dopo l'abbraccio dei compagni, va dall'allenatore e gli dice:
"La prossima volta vedi di non rompermi i c******i!".
Il 18 novembre del 1972 il 1° Turno dell'FA Cup mette di fronte i dilettanti dell'Hayes ai professionisti del Bristol Rovers. L’Hayes, trascinata dal suo giocatore simbolo, elimina il Bristol Rovers e nel turno successivo il sorteggio affronta il Reading, altra squadra professionistica con cui Robin si era allenato e aveva giocato a livello giovanile.
I dilettanti si rivelano un osso più duro del previsto per i Royals, cui occorre il replay per accedere al 3° Turno. Ma tutti restano incantati dalla prova dell'attaccante genio e sregolatezza. In particolare Charlie Hurley, il manager del Reading, è incantato dalle qualità del giocatore e decide che sarà suo.
Si reca così diverse volte ad Hayes per osservarlo in campo e avere informazioni sul suo conto. Friday realizza 30 reti in 36 presenze con la sua squadra nel 1971/72, poi disputa il 1972/73 con la maglia dell'Enfield (18 goal in 15 gare).
Torna brevemente all'Hayes nella prima parte del 1973/74 (18 goal in 12 partite), finché Hurley rompe gli indugi e nel gennaio del 1974 decide definitivamente di acquistare Friday per 750 sterline. Inizia così il periodo d'oro della carriera dell'attaccante di Acton, il triennio vissuto con la maglia del Reading.
Inizialmente Robin ha un contratto da amatore con i Royals, sicché si allena con le riserve e continua a lavorare. Il suo inserimento in Prima squadra dovrebbe avvenire gradualmente.Ma il Reading viene da un periodaccio: ha rimediato solo 2 vittorie in 14 gare, mentre Friday ridicolizza con le sue giocate i suoi compagni delle riserve.
Così dopo appena 2 settimane Hurley gli comunica che lo farà esordire in Prima squadra contro il Northampton.
"Finalmente, mi ero proprio rotto di giocare con quei finocchi!", esclamerà la punta, appresa la notizia.
Celebre è poi lo scambio di frasi fra giocatore è tecnico.
"È fantastisco boss! - gli dice Friday - Le prometto che sabato sera me ne starò buono in casa, niente alcool e niente scazzottate".
Epica la risposta che Hurley dà al ragazzo.
"Figliolo, posso sopportare una bugia ogni tanto, ma tre in una volta sola sono troppe!".
Aveva ragione lui. Se l'attaccante del Reading non rinuncerà mai a condurre una vita dissoluta, la squadra con lui in campo cambia registro e si risolleva dai bassifondi della classifica alla 6ª posizione finale. Friday segna in tutto 4 reti nella sua prima stagione, poi però in estate di lui si perdono le tracce. Torna il giorno antecedente la prima amichevole stagione con il Watford di Elton John. Ha i capelli più lunghi del solito e la barba incolta, e con sé porta solo una borsa da supermercato con un paio di scarpe da calcio sporche.
Inutile dire che il giorno seguente, senza alcuna preparazione fisica, con le sue giocate fa ammattire la difesa dei Calabroni e regala la vittoria al Reading. Si scoprirà solo in seguito che Robin aveva trascorso l'estate in una comunità hippy in Cornovaglia.
Hurley cerca in qualche modo di frenare la sua attitudine all'autodistruzione: così lo obbliga a trasferisi nello stesso condiminio in cui abitava l’ex custode di Elm Park. Ma nonostante l'uomo avesse 80 anni, Friday continuerà a far uso di droghe (LSD) e ad ascoltare musica heavy metal la sera tardi a tutto volume.
Il giocatore nutrirà comunque sempre rispetto per il suo allenatore e in campo fa ancora la differenza: totalizza 20 goal in 46 presenze totali fra campionato e Coppe, 18 reti in 42 partite nella sola Quarta Divisione. Tornano ad interessarsi a lui grossi club, fra i quali lo Sheffield United e l'Arsenal, ma non se ne farà nulla. Troppo rischioso affidarsi ad un giocatore con le sue abitudini fuori dal campo.
Fuori dal campo, invece, continuano le follie: la danza da lui ribattezzata 'the elephant' completamente nudo, con indosso soltanto gli stivali, in un night londinese, e le decorazioni rubate da un cimitero e messe sulle spalle del presidente che dorme sul retro del pullman della squadra sono soltanto alcuni dei più noti episodi che lo riguardano.
Nell'estate del 1975 rientra dopo un'altra estate trascorsa con la comunità hippy della Cornovaglia ed è protagonista della miglior annata della sua carriera. A suon di goal, molti dei quali spettacolari (22 in 46 gare, 21 in 44 match nel solo campionato di Quarta Divisione) trascina la squadra in Third Division. Il31 Marzo 1976, a Elm Park per dirigere la sfida al vertice fra il Reading e il Tranmere terzo in classifica viene designato un arbitro internazionale, Clive Thomas.
Quest'ultimo, quando Friday stoppa un pallone e spalle alla porta insacca in rovesciata dai 30 metri resta letteralmente a bocca aperta.
"Se non fosse entrato all'incrocio dei pali avrebbe spaccato il palo - affermerà anni dopo -. Anche dopo aver visto in azione giocatori come Pelé e Cruijff, lo considero il goal più bello che abbia mai visto".
Per quell'incredibile stagione riesce quasi a tenersi fuori dai guai, salvo rubare da un ristorante un servizio di bicchieri da vino per il suo capitano Gordon Cumming, che in una cena aveva espresso apprezzamento vedendoli. Di nuovo si registra l'interesse di squadre come QPR e West Ham.
Ma non se ne farà ancora una volta nulla e presto iniziano a manifestarsi i problemi. Quando la società paga i giocatori meno di quanto promesso lo spogliatoio ribolle. Inoltre stavolta gli eccessi cui Friday sembra non voler rinunciare iniziano a presentargli il conto: il rientro post estivo del 1976 non è come gli altri. Robin appare appannato, non rende come in passato. Continua a saltare gli allenamenti, arriva alle partite all'ultimo e spesso in condizioni pietose.
Fuori dal campo divorzia dalla sua prima moglie e sposa in seconde nozze Liza Deimel, una studentessa di Reading. La cerimonia, che la sposa definirà "la più divertente di sempre" e la festa che ne seguono rasentano il paradossale. Robin è vestito con abito di velluto marrone, maglietta tigrata e stivali di serpente.
I 200 invitati, amici londinesi del calciatore, festeggiano gli sposi ubriacandosi, assumento vari tipi di droghe e facendo a cazzotti, per poi concludere rubando i regali di nozze, fra cui un quantitativo notevole di cannabis.
Aggiunge comunque 7 goal in 21 partite totali, appena 3 in 16 match di Terza Divisione, ma è chiaro a tutti che la sua autodistruzione è irreversibile e la sua avventura con i Royals è agli sgoccioli. Hurley prova in tutti i modi a salvarlo, ma alla fine è costretto a desistere. Così nel dicembre del 1977 il Reading mette in vendita Friday.
L'OCCASIONE PERSA CON IL CARDIFF
Ad assicurarselo sono i gallesi del Cardiff, che giocano in Second Division, la Serie B inglese dell'epoca, e offrono 28 mila sterline ai Royals per il suo cartellino. Non una grande cifra rispetto a quello che il club avrebbe potuto guadagnare qualche mese prima ma comunque una somma rispettabile.
Il passaggio al Cardiff avviene il 30 dicembre 1977. Una destinazione che inizialmente l'attaccante non gradisce, perché a suo giudizio andava a giocare in una città "troppo lontana da Londra". Per raggiungerla prende il treno senza biglietto, e quando arriva a destinazione viene arrestato perché sprovvisto di documento di viaggio.
Il suo nuovo manager, e solo l'intervento del manager dei Bluebirds, Jimmy Andrews, che si reca alla stazione di polizia e paga la cauzione per il suo rilascio, gli permette di unirsi alla sua nuova squadra. Il 1° gennaio 1978 si gioca la sfida fra Cardiff eFulham, dove militano due leggende come Bobby Moore e George Best.
L'attaccante di Actonsi porta a spasso la difesa avversaria per tutti i 90 minuti e segna una doppietta al debutto, facendo esplodere i tifosi presenti al Ninian Park.Poi però non trova di meglio che sbeffeggiare colui che era stato il simbolo dell'Inghilterra calcistica, ovvero Bobby Moore, strizzandogli i testicoli. Il Cardiff si impone 3-0 con Friday sugli scudi.
A fine gara Andrews telefona a Charlie Hurley, il manager del Reading.
"Friday è stato fantastico - gli dice - li ha fatti impazzire tutti per 90 minuti. Mi hai venduto un fenomeno Charlie!".
"Jimmy, ce l'hai solo da pochi giorni - replica l'ex allenatore di Robin -, ne riparliamo fra 3 mesi".
Charlie, purtroppo per Andrews e per lo stesso Friday, avrà ancora una volta ragione. L'eccezionale debutto resterà una luce folgorante in una stagione per il resto di alti e bassi per la punta di Acton, sempre più condizionata dagli effetti degli eccessi sul suo corpo. A far precipitare tutto il rapporto pessimo fra calciatore e manager.
Robin vive ancora a Londra, viaggia sempre in treno rubando i biglietti dei viaggiatori con l'espediente di fingersi un controllore, salta sempre gli allenamenti e si presenta alle partite 20 minuti prima dell'inizio. Il 16 Aprile del 1977 nella gara di campionato con il Luton Town, dopo un prolungato battibecco con il portiere degli Hatters, Milija Aleksic, generato da una sua entrata pericolosa, porge la mano a quest'ultimo, che rifiuta.
Robin si infuria e prima segna un gran goal per il Cardiff, scartando anche l'estremo difensore, poi esulta mandandolo a quel paese facendogli il segno della 'V' con le dita. La prima mezza stagione con i Bluebirds si chiude con 7 reti in 23 gare, di cui 6 in 19 partite di campionato.
Friday non coglie il treno che passa veloce, e, anzi, nell'estate del 1978 viene ricoverato in ospedale. I reali motivi non si sapranno mai, fatto sta che il calciatore perde 13 chilogrammi e quando rientra in squadra è in condizioni pietose. Andrews riesce a convincerlo a trasferirsi a vivere a Cardiff, e lo rimette in campo il 29 ottobre in quella che sarà la penultima gara della sua brevissima carriera.
Il Cardiff gioca contro il Brighton in trasferta. Fra l'attaccante e il difensore avversario Mark Lawrenson si verificano frequenti scaramucce, finché quando l'avversario entra male in scivolata su di lui, Friday in tutta risposta gli rifila una scarpata sul volto. Cartellino rosso, con 3 giornate di squalifica, e Cardiff in 10 uomini sconfitto pesantemente 4-0. Non contenta, la punta londinese quando rientra negli spogliatoi defeca nella borsa del suo avversario.
IL PRECOCE RITIRO E LA TRISTE MORTE
Andrews è esasperato e non ne può più, e decide che Friday sarà ceduto e lo mette in lista trasferimenti. Lo rimanda in campo il 10 dicembre nella sfida fuoricasa con il Bolton, che vede ancora una volta soccombere i Bluebirds. Dieci giorni più tardi, spiazzando tutti, Friday si presenta nell'ufficio del manager del Cardiff e gli annuncia il ritiro dalle scene.
Si dice stanco che siano gli altri a dirgli cosa fare della propria vita. È il 20 dicembre 1977 e Friday ha soltanto 25 anni. Intanto la sua vita privata va a rotoli: dopo aver avuto un figlio anche dalla seconda moglie, divorzia anche da quest'ultima.
Fa ritorno ad Acton e riprende a lavorare come asfaltatore e come decoratore. Tenterà di allenarsi con il Brentford, ma poi rinuncerà a rientrare nel giro. Proveranno anche a convincerlo a tornare a giocare con il Reading, dopo una petizione firmata da 3 mila tifosi, senza successo.
"Figliolo, se metti in ordine la tua vita tu puoi ancora arrivare dove vuoi nel calcio, anche in Nazionale", gli dice il manager dei Royals, Maurice Evans.
"Bene. Io ho più o meno la metà dei suoi anni ma ho già vissuto il doppio di lei", la replica secca di Friday.
Ormai il processo autodistruttivo è innescato e nessuno riesce più a fermarlo. Continuano i vizi e gli stravizi, finisce anche un terzo matrimonio. Robin torna a vivere con i suoi genitori, poi ha dallo Stato un appartento per persone non abbienti. Finirà un'ultima volta in carcere per aver sequestrato della droga a dei ragazzini fingendosi un agente di polizia.
Nel suo bilocale di Acton, Robin Friday, colui che Paul McGuigan, il bassista degli Oasis, e Paolo Hewitt definiranno in un libro "Il più grande calciatore che non avete mai visto", troverà la morte a soli 38 anni il 22 dicembre del 1990 per un arresto cardiaco causato da un'overdose di eroina.
I tifosi del Reading lo hanno votato "giocatore del millennio" nel 1999, mentre nel 2004 è stato eletto 'eroe di culto di tutti i tempi' dai tifosi di Reading e Cardiff in un sondaggio della BBC. Inoltre la band gallese dei Super Furry Animals ha usato la sua fotografia mentre fa il segno della 'V' ad Aleksic nel 1977 per la copertina del suo singolo del 1996 'The Man Don't Give a Fuck', dedicato alla sua memoria.
Restano le prodezze nelle Serie minori, la leggenda di un fenomeno, ma anche il rammarico di quello che avrebbe potuto essere e non è stato, a causa di un'esistenza vissuta senza regole e troppo rapidamente volata via.




