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Robbie Keane e la breve avventura all'Inter: dalla 'folgorazione' di Moratti alla bocciatura di Tardelli

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Attaccante rapido, dotato di fiuto del goal e temperamento, Robbie Keane è considerato uno dei migliori calciatori mai espressi dalla Repubblica d'Irlanda. Nella sua lunga carriera, durata oltre 20 anni, fra club e Nazionale maggiore ha segnato ben 393 goal, un'enormità.

Il suo percorso nel calcio professionistico lo ha visto indossare 12 diverse maglie di club, e anche per questo il talento di Tallaght, sobborgo di Dublino, è stato amato in diversi Paesi: dalla sua patria all'Inghilterra, proseguendo per la Scozia e gli Stati Uniti.

Quasi sempre, dove ha giocato, ha fatto bene, con due eccezioni: il Liverpool e, soprattutto l'Inter, dove è ricordato come una meteora. Non essere riuscito a imporsi nel calcio italiano all'inizio del nuovo millennio resterà per la punta irlandese la pagina più amara della carriera, un sogno non realizzato. E a sua volta il suo flop sarà uno dei grandi rimpianti del patron nerazzurro Massimo Moratti.

LA 'FOLGORAZIONE' DI MORATTI E L'ARRIVO ALL'INTER

Negli anni Novanta del secolo scorso, Robbie Keane, nato l'8 luglio 1980, è stato quello che a ragione può definirsi un 'enfant prodige' del calcio. Impostosi precocemente all'attenzione dei grandi club nella Scuola calcio del Crumlin United, l'irlandese brucia letteralmente le tappe e a 15 anni, declinata una proposta del Liverpool, dove a suo modo di vedere non avrebbe trovato spazio, firma con il Wolverhampton.

Con i Wolves, dopo circa 2 anni di Settore giovanile, il 9 agosto 1997 debutta in First Division e realizza una doppietta al Norwich City. A suon di reti in due stagioni si impone come miglior cannoniere della squadra e i 16 centri del 1998/99 lo portano dritto in Premier League con il Coventry City, che per lui sborsa 6 milioni di sterline, corrispondenti a circa 7 milioni di euro.

In quello che il tabloid 'The Independent' definirà "un debutto da sogno", Keane ancora una volta lascia tutti a bocca aperta realizzando 2 reti nell'esordio in massima divisione contro il Derby County. Intanto a 18 anni appena compiuti vince gli Europei Under 18 e fra coloro che lo osservano in azione c'è anche il patron dell'Inter Massimo Moratti, che da sempre estimatore del calcio britannico, resta folgorato dal suo grande talento.

Qualche mese prima, il 25 marzo 1998, a 17 anni, aveva fatto il suo esordio in Nazionale maggiore. E l'enfant prodige irlandese sembra non volersi fermare, visto che in Premier League con 12 reti in 31 gare salverà gli 'Sky Blues', mentre con l'Irlanda arriva a realizzare 5 goal nelle qualificazioni ad Euro 2000.

In un'epoca caratterizzata in Serie A da 'acquisti folli' e valutazioni generose, non sempre ponderate al reale valore del giocatore, il presidente dell'Inter decide di puntare sull'attaccante di Tallaght già nel gennaio del 2000, quando, per strapparlo all'agguerrita concorrenza, imbastisce una trattativa con il Coventry sulla base di 38 miliardi di Lire.

Quando poi il 12 aprile 2000 il ginocchio destro di Ronaldo 'Il Fenomeno' fra crack, facendo temere anche per il proseguo della sua carriera, visti anche i problemi fisici accusati periodicamente da Christian Vieri, Moratti, che vorrebbe portare ai nerazzurri lo Scudetto, si convince definitivamente a fare l'investimento.

Versati i 38 miliardi, pari a 18 milioni e mezzo di euro di oggi, nelle casse degli 'Sky Blues', Robbie Keane, il colpo più oneroso del club milanese nell'estate del 2000, caratterizzata da tanti acquisti, può aggregarsi al gruppo messo a disposizione del nuovo tecnico Marcello Lippi e sbarca a Milano il 30 luglio 2000. L'irlandese, il secondo della storia nerazzurra dopo Liam Brady, vuole per prima cosa vedere lo Stadio di San Siro, quindi appone la firma sulsuo contratto, un quinquennale da 3 miliardi a stagione, infine fa conoscenza con la squadra alla Pinetina.

"Sono davvero contentissimo - afferma l'irlandese dopo la firma -. Al pensiero di essere entrato in una società famosa in tutto il mondo come l'Inter, mi vengono i brividi. Venendo in Italia pensavo a quanto sia imprevedibile la vita. L'anno scorso, di questi tempi, mi stavo mentalmente preparando a un campionato di serie B con il Wolverhampton. Adesso devo invece prepararmi mentalmente a stare al fianco di Ronaldo, Vieri, Blanc, Seedorf, Di Biagio... Insomma, dei tanti campioni diventati miei compagni di squadra. E, soprattutto, dovrò pensare alla Champions League, che è il sogno di tutti i giocatori".

Particolarmente soddisfatto per il buon esito dell'operazione Massimo Moratti.

"Abbiamo scelto lui per la sua capacità di farsi trovare sempre al posto giusto nel momento giusto- ha spiegato il numero uno nerazzurro -. Si tratta di un giocatore in possesso di una buona tecnica, al quale daremo sicuramente il tempo per crescere. Ma io sono convinto che Robbie, da bravo irlandese, non viene qui rassegnato al ruolo di cucciolo della comitiva. Il sangue irlandese è noto in tutto il mondo e allora io credo che con lui non dovrò avere troppa pazienza, nel senso che non dovremo attenderlo troppo".
"Non credo proprio che Keane sia atterrito all' idea di dover competere con Vieri e Ronaldo - aggiunge -, anzi questo confronto sarà per lui un motivo in più per darsi da fare. Nessun allenatore ti lascia fuori se gli fai vedere quello che vali e noi siamo convinti di aver preso un giocatore che vale molto. Abbiamo deciso di andare definitivamente su di lui tre giorni fa".

Oltre all'irlandese, che sceglie la maglia numero 7, arrivano ad indossare la maglia nerazzurra i vari Sukur, Vampeta, Macellari, Michele Serena, Brocchi, Cirillo, Pacheco, Gresko, Robbiati, Peralta e Lombardi, per una spesa totale di 58 miliardi e mezzo di Lire.

DALL'ESORDIO CON L'HELSINGBORG AL SETTEMBRE MAGICO

L'Inter parte con grandi ambizioni, ma il 2000/01 si rivelerà essere la peggior stagione in assoluto dell'era Moratti. Lippi concede una prima occasione a 'Baby Irish', come i tifosi nerazzurri ribatezzano la punta irlandese,nell'andata del playoff di Champions League con gli svedesi dell'Helsingborg.

La partita in terra svedese è sfortunata per l'Inter, che non riesce a imporsi, nonostante una buona prova della giovane punta, schierata in coppia con Hakan Sukur, sono gli svedesi a imporsi 1-0 e a strappare il pareggio per 0-0 nel match di ritorno al Meazza.

Lippi impiega costantemente il nuovo acquisto, che l'8 settembre nella Supercoppa Italiana contro la Lazio firma il suo primo goal italiano: palla in verticale e scatto alla sua maniera a bruciare Mihajlovic. L'irlandese anticipa anche l'uscita di Peruzzi e con un delizioso pallonetto firma l'1-0 nerazzurro.

Ma i tanti errori in fase di non possesso, porteranno la Lazio a ribaltare il punteggio e a imporsi alla fine per 4-3, in una partita rocambolesca che assegnerà ai biancocelesti il trofeo. Fuori dalla Champions League e sconfitta in Supercoppa, l'Inter cerca il riscatto in Coppa UEFA.

E con il Ruch Chorzow, avversario del primo turno, Robbie Keane trova la seconda zampata della sua avventura italiana. L'andata si gioca in Polonia e i nerazzurri sbloccano il risultato con Seedorf e raddoppiano con Recoba. Keane, che aveva cercato la rete con una spettacolare sforbiciata deviata dal portiere avversario, mette la sua firma al 71': angolo da sinistra di Recoba, sponda aerea di Cordoba e girata vincente dell'irlandese da pochi passi. Il 3-0, unito al 4-1 del match di ritorno a San Siro, consentirà alla squadra di Lippi di avanzare.

Il mese di settembre porta un po' di serenità nel club milanese, e la conferma ulteriore la si ha in Coppa Italia. Opposta al Lecce negli ottavi di finale, l'Inter pareggia 1-1 la gara di andata, ma al ritorno si impone 3-1 al Via del Mare e strappa la qualificazione ai quarti.

Al risultato contribuisce ancora una volta anche Keane, che realizza la rete del sorpasso al termine di una bellissima azione. Partito palla al piede da metà campo, chiede e ottiene lo scambio con Seedorf, che premia il suo inserimento in area: conclusione col destro sotto l'incrocio, Chimenti non può nulla ed è 1-2 per i milanesi.

Robbie Keane Inter 2000Getty

L'ADDIO DI LIPPI, L'ARRIVO DI TARDELLI E LA BOCCIATURA

Il terribile mese di agosto sembra alle spalle, e per l'Inter e per Keane la stagione sembra poter procedere per il meglio. Tuttavia i risultati negativi in campionato faranno prendere una piega inaspettata sia alla squadra, lontana dagli obiettivi che si era prefissata, sia al giovane giocatore irlandese, desideroso di imporsi nel calcio italiano.

Keane fa l'esordio in Serie A nella prima giornata di campionato, il 1° ottobre 2000, che vede l'Inter impegnata fuoricasa contro la Reggina. Al Granillo i nerazzurri, schierati con Keane e Recoba alle spalle di Sukur, incappano in un pomeriggio no, perdono 2-1 e tutti i giocatori finiscono sul banco degli imputati.

Il tecnico Lippi è autore di una celebre sfuriata, passata alla storia.

"Non esiste che facciamo partite di questo tipo - afferma visibilmente alterato -. Non è giusto nei confronti di nessuno, di chi ci paga e di chi ci viene a vedere. Fossi io il presidente, manderei via subito l'allenatore. Prenderei i giocatori, li attaccherei tutti al muro e li prenderei a calci nel sedere".

Moratti decide di esonerare l'allenatore. Fuori Lippi, arriva Marco Tardelli. L'ex centrocampista inizialmente conferma Keane come titolare e lo impiega da seconda punta in tandem con Zamorano. Dopo il pesante rovescio per 3-0 in trasferta con l'Udinese alla 3ª giornata, tuttavia, l'irlandese finisce in panchina e scivola indietro nelle scelte del tecnico di Careggine.

Qualcosa si spezza nel rapporto fra allenatore e giocatore e il minutaggio di Keane si riduce. Tardelli lo rilancia da titolare alla 6ª giornata. A San Siro i nerazzurri ospitano il Lecce e l'ex centrocampista si augura che la giovane promessa possa sbloccarsi anche in campionato. Davanti 'Baby Irish' affianca Recoba sulla trequarti alle spalle di Sukur.

L'Inter però gioca male, perde a sorpresa per 0-1 e il tecnico boccia definitivamente Keane. L'irlandese disputa appena 14 minuti nella sconfitta per 2-0 con la Fiorentina al Franchi. Poi va fuori dai radar fino a gennaio 2001, quando l'Inter lo mette sul mercato. Colui che avrebbe dovuto essere la principale alternativa a Vieri e Ronaldo, dopo appena 5 mesi lascia l'Italia per accasarsi in prestito al Leeds United con un magro bilancio di 15 presenze e 3 goal, 6 partite senza reti in campionato (5 presenze e 1 goal nelle Coppe europee, 3 presenze e 1 rete in Coppa Italia e una presenza e un goal nella Supercoppa Italiana).

La sua carriera Oltremanica avrebbe preso una piega molto diversa, con il goal come comune denominatore. Proprio quello che gli stava venendo a mancare come l'ossigeno negli ultimi mesi a Milano, anche a causa dello scarso utilizzo. In estate i Peacocks riscatteranno il suo cartellino, pagando la stessa cifra con cui l'Inter lo aveva comprato (38 miliardi).

"Quando arrivai all'Inter ero un ragazzino - dirà nel 2016, durante l'esperienza ai Los Angeles Galaxy, ai microfoni di 'Inter Channel' -, avevo 20 anni ed ero molto giovane, senza grande esperienza".

L'amarezza per non essere riuscito a imporsi in Italia è parzialmente mitigata dai ricordi positivi di quel periodo.

"Moratti è sempre stato molto gentile con me, anni dopo abbiamo avuto modo di parlarci - ha rivelato -. È stata una buona esperienza, con buoni giocatori, avevamo un'ottima squadra, ogni persona è stata fantastica con me. Credo che per un calciatore provare esperienze diverse tra loro, imparare cose differenti in paesi differenti. Quando ero un ragazzino non ho mai avuto paura di cambiare".
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