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LivornoGetty/Goal

"Livorno è diversa": la ripartenza dall'Eccellenza, nel segno della passione

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“Perché Livorno? Perché Livorno è diversa”, ci risponde così il neo-Presidente dei labronici quando gli chiediamo i motivi che lo hanno spinto ad abbracciare questo nuovo progetto. Proprio poco dopo averne appena “liquidato” un altro: la famiglia Toccafondi, infatti, aveva gestito l’Associazione Calcio Prato per più di 40 anni (43 per la precisione) e non si aspettava di rientrare nell’ambiente così presto. Anzi, probabilmente non si aspettava proprio di rientrarci.

Invece, dopo qualche mese, è arrivata una telefonata e, dall’altra parte, la voce di un tifoso livornese DOC: “Paolo, abbiamo bisogno di una mano. Te la senti?”. Ce la immaginiamo più o meno così. La risposta non è probabilmente quella che Cristiano Lucarelli, ex bomber degli amaranto (con trascorsi prima in Curva e poi anche in panchina) sperava, ma sicuramente sapeva in cuor suo di prendere un po’ di sorpresa il suo interlocutore.

LivornoFOTO NOVI / US LIVORNO

“Vero – ci racconta proprio Paolo Toccafondi non me l’aspettavo, ma l’ho ascoltato con un misto di sorpresa e interesse. Alla fine, gli ho detto: 'Cristiano, fammici pensare. Ci dormo su e domani ti dico qualcosa'. In realtà, meno di un’ora dopo l’ho richiamato ed ho accettato, perché queste cose o le fai d’istinto o non le fai più. Soprattutto prendere una squadra di calcio, in cui hai sicuramente più da perdere che da guadagnare. In verità, però, appena ho chiuso il telefono, ho avuto come una scarica di adrenalina” .

E così la famiglia Toccafondi si è buttata a capofitto in questa nuova avventura, con grande entusiasmo e serietà.

“Quando abbiamo presentato l’offerta, poi accettata dal Sindaco di Livorno, non c’era nulla, non sapevamo neanche se ci fossero o meno i tempi tecnici per l’iscrizione a un qualsiasi campionato, c’era anche la possibilità che Livorno rimanesse senza calcio per un anno. Un dramma per una città come questa, che di calcio vive”.

Ed è qui che il Presidente ci spiega perché Livorno è diversa.

“Me ne ero già accorto da calciatore (Paolo Toccafondi è stato un ex portiere che ha calcato soprattutto i campi della Serie C, ndr), la passione che c’è qui, è semplicemente speciale. Livorno si identifica con la squadra della sua città, ci vive quasi in simbiosi, ha un attaccamento alla maglia straordinario. E questa cosa mi ha rapito. Devo dire che quando alla presentazione della squadra si sono presentati migliaia di tifosi, ho capito che avevo preso la decisione giusta e che, forse, non avevo ancora visto nulla”.

E al tifoso che in quell’occasione voleva mettergli la sciarpa al collo, il Presidente ha risposto: “Questa tienila tu, tu te la sei già meritata, io non ancora. Ci rivediamo qui l’anno prossimo e, se vorrai ridarmela, la accetterò volentieri”.

Igor Protti LivornoFOTO NOVI / US LIVORNO

E che l’entusiasmo sia al top, lo testimoniano i 1.400 abbonamenti staccati il primo giorno di apertura della campagna e i 3.500 tifosi al Picchi nella gara contro il Fucecchio. E se pensate che stiamo ingigantendo, sentite qui: “Sono più emozionato oggi di quando segnavo in Serie A con questa maglia addosso”.

Questa la dichiarazione di Igor Protti il giorno della presentazione. Uno che la Serie A l’ha fatta ai tempi d’oro, quando segnava a ripetizione contro difensori come Pasquale Bruno & co., quando in A c’erano i Maradona, i Van Basten e i Lucarelli (non un nome fatto a caso).

“Non ho esagerato – ci racconta proprio Igor Protti – io sono uno sincero e dico sempre quello che penso. Non ho bisogno di ingraziarmi nessuno, perché credo di aver già dimostrato l’amore che provo per questa maglia e questa città. Per me non era una questione di campionato, sarei tornato anche in terza categoria, avevo bisogno solo di parlare faccia a faccia con il Presidente e capire quale fosse il progetto e che idee avesse per me. Ci siamo intesi subito e, dunque, rieccomi qui. D’altronde, non si dice che gli amici si vedono nel momento del bisogno? Ecco, per me il Livorno è come se fosse un amico. Non potevo dire di no, ma in realtà non ci ho messo molto per decidere, ad essere sincero avevo già deciso, anche se ancora non si sapeva la categoria (sorride, ndr)”

Già, perché l’ex bandiera del Livorno in campo, è tornato a ricoprire il ruolo di Club Manager, ma non semplicemente per sventolare, ma piuttosto per indicare la via della risalita. Già, perché quello che finora non vi abbiamo ancora raccontato, è che il Livorno Calcio è ripartito dall’Eccellenza. Gioca contro il Castelfiorentino, il Fucecchio, il Picchi, ma lo fa con lo stesso orgoglio di un tempo ma, soprattutto, con migliaia di tifosi al seguito.

“Quando vi dicevo che Livorno è diversa – continua il Presidente Toccafondi – intendevo questo. L’altro giorno guardavo i dati degli spettatori della Serie B e li paragonavo ai nostri: ci saremmo piazzati al nono-decimo posto. Ma noi siamo in Eccellenza, tenete conto che alcuni stadi non hanno nemmeno le tribune. È una cosa straordinaria”.

Ma d’altronde, dopo 9 anni da calciatore e più di 120 reti segnate, Igor conosce benissimo la passione amaranto.

“Eppure, sai quando mi sono innamorato di Livorno e dei livornesi? In una partita Primavera! Ero appena arrivato da Rimini ed ero aggregato alla Prima Squadra, ma per ambientarmi, ogni tanto andavo anche con la Primavera. C’era il derby contro il Pisa e c’era un sacco di gente a vederci, alcuni tifosi addirittura sui tetti delle case. Quando ho segnato ho sentito un boato che neanche in Champions League. Mi guardavo attorno sconvolto e mi dicevo: “Ma questi son pazzi”. Ecco, quello è il momento in cui mi sono innamorato per sempre del Livorno, più di quando ho segnato in Serie A. Io lo dico sempre, le emozioni nel calcio sono tutte uguali e non dipendono dalla categoria: lo spogliatoio, la tensione pre-partita, il profumo del campo. Che sia un torneo dei bar o la Serie A, cambia il contorno ma non l’adrenalina”.

E Livorno, ancora una volta, non l’ha tradito.

“Il momento più emozionante è stato quello della presentazione della squadra: più di mille persone per l’Eccellenza vale più di migliaia di persone per una squadra di Serie A, perché lì è quasi normale. L’accoglienza per me, poi, è stata indimenticabile. Io me l’aspettavo, ma dall’aspettarselo a viverlo personalmente è diverso, i brividi restano. Ma anche l’accoglienza per la squadra è stata speciale, a Rosignano per la prima amichevole stagionale c’era un sacco di gente, sembrava una partita di campionato”.

Ora, però, c’è da mettere da parte le emozioni, perché si comincia a fare sul serio.

“In queste prime partite abbiamo avuto la dimostrazione che non sarà semplice – ha confermato il Presidente Toccafondi – che si tratti di Serie A o di Eccellenza, nessuno ti regala nulla. Tutti faranno la partita della vita contro di noi, cercando di metterci difficoltà. Poi, quest’anno, chi vincerà il proprio girone non è nemmeno certo della promozione, perché le prime tre dei gironi toscani si dovranno affrontare in un mini-campionato e passeranno solo le prime due. Chiaro che il nostro obiettivo è ottenere la promozione, ma non voglio andare oltre, non sono uno che fa promesse.

Dobbiamo fare un passo alla volta, con serietà e determinazione e cercare di riportare questo club dove merita di stare. Per ora, comunque, ciò di cui vado più fiero è il fatto di aver restituito il calcio ad una città sportiva come Livorno, che ha un’eccellenza straordinaria in tante discipline e che, però, senza calcio, non può vivere. Poi l’altro nostro obiettivo sarà ricostruire il vivaio: purtroppo abbiamo perso tutti i ragazzi e c’è da rifondare anche a livello strutturale, ma la cosa non ci spaventa. Questo club deve essere il punto di riferimento della città e del suo tessuto sociale. E le generazioni future vanno sempre messe al primo posto”.

LivornoFOTO NOVI / US LIVORNO

Al di là delle cautele, il Livorno ha messo su una squadra fuori categoria, che questo campionato dovrebbe semplicemente asfaltarlo. E non a caso dopo le prime partite è saldamente in testa alla classifica. D’altronde, gente come Daniele Vantaggiato (ex tra le altre di Torino, Bologna, Parma e Bologna, anche in Serie A) e Giuseppe Torromino (33enne che la passata stagione s’è guadagnato la promozione in Serie B), sono decisamente un lusso in Eccellenza. E il fatto che arrivino dalla Ternana, magari ai più attenti può dire qualcosa.

“Lucarelli (attualmente allenatore proprio della Ternana, ndr) è davvero uno della Curva – interviene il Presidente -  che ha un rapporto viscerale con la squadra e con la città. Ovviamente mi immagino che li abbia consigliati bene (sorride, ndr), ma devo dire che tutta la città di Livorno e tutti i livornesi si sono stretti attorno alla squadra. Anche Stefano Bandecchi (Patron della Ternana e livornese DOC, ndr), aveva promesso un contributo e lo ringraziamo per il sostegno in qualità di sponsor (Unicusano, ndr)”.

E chissà che fra qualche anno non arrivi anche qualcun altro da Terni a chiudere un cerchio. Anche perché a Livorno lo aspettano una città, ma anche tanti amici. E uno in particolare.

“Per spiegarti quanto Cristiano sia tifoso del Livorno – ci spiega Protti – ti racconto come ci siamo conosciuti. In campo: lui giocava nell’Atalanta e io nel Napoli. Scoppia una mezza rissa e noi ovviamente ci siamo buttati (ride, ndr). Io vado a sbattergli contro, lui si gira mi guarda e fa: 'No, tu no Igor, venivo al Picchi a vederti quando giocavi nel Livorno…'. E se ne va. Ancora oggi ci sentiamo, lui vuole sapere tutto del suo Livorno e a me ovviamente fa piacere raccontargli come va.

Quello che succederà in futuro non lo so, anche perché Cristiano è rimasto un po’ scottato dall’esperienza di tre anni fa, nella quale fu veramente sfortunato. La squadra giocava bene, ma non faceva risultato e alla fine fu esonerato. Credo ci sia rimasto davvero male. Ad ogni modo, conoscendolo, e conoscendo il suo amore per questo club, credo che qualora il Livorno dovesse chiamare in futuro, per lui sarebbe impossibile resistere”.

E per chi ama il calcio, questo sarebbe proprio il lieto fine che manca a questa favola…

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