
Fedelissimo. Anthony Reveillere per Rafa Benitez è questo, l'uomo scoperto a Valencia e voluto al Napoli. Avventura lampo per il terzino francese, servita a tamponare l'emorragia di infortuni sulle corsie difensive.
Reveillere approda sotto al Vesuvio a 33 anni, quando ormai la sua carriera è nelle battute conclusive: carta d'identità non invidiabile ma sinonimo di affidabilità ed esperienza, esattamente ciò che Rafa cerca in quel momento della prima stagione in Campania per poter dormire sonni più tranquilli.
Svincolato dopo aver dominato in patria col Lione, Reveillere a novembre del 2013 riceve la chiamata del tecnico con cui aveva condiviso l'avventura in prestito al Valencia 10 anni prima: siamo nel 2003 e il cartellino del terzino appartiene al Rennes, che lo spedisce nella Liga nella seconda parte della stagione. Lì Reveillere incontra Benitez e tra i due scocca la scintilla, fondamentale per la 'reunion' partenopea.
GettyQuel Napoli si ritrova con le corsie esterne scoperte: problemi per Zuniga, crociato rotto per Mesto, Armero deludente: Maggio e l'adattato Britos provano a sopperire alla carenza di soluzioni, ma attingere dal mercato diventa fondamentale. Accade tutto con la finestra trasferimenti ancora chiusa: ecco perchè a Benitez si accende la lampadina e nasce l'idea Reveillere, senza squadra e reduce da un brutto infortunio al ginocchio ma con un pedigree da Napoli: campionati vinti, presenze in Champions, gettoni in Nazionale e il feeling con Rafa che consente il matrimonio tra il francese e gli azzurri.
"E' un onore essere qui - dichiara durante la sua presentazione - Sono felice di poter giocare in un club così importante ed in un gruppo molto forte. Napoli rispecchia le mie ambizioni. Volevo riprendere a giocare in una squadra competitiva perché sento di avere ancora molto da dare al calcio".
"L’infortunio mi ha un po' frenato, dopo essermi svincolato ho avuto varie richieste ma non le sentivo appropriate per i miei obiettivi. Il Napoli, invece, rappresenta ciò che io desideravo per poter tornare a certi livelli. Essere qui per me è una grande gioia. Sono a disposizione della squadra e del mister. Amo le grandi sfide e sono certo di poter dare tanto al Napoli. Purtroppo in Champions non potrò giocare le prossime due gare, ma tiferò sperando di esserci poi agli ottavi di finale".
"Ho ritrovato Benitez dopo l’esperienza di Valencia ed anche questo è un elemento positivo per me. Conosco il mister e so che è un allenatore che ama far giocare la squadra ed è molto attento alla fase tattica. Io sono un esterno che può esprimersi sia a destra che a sinistra e so cosa chiede il tecnico. Mi piace molto anche spingere e dare una mano nella fase offensiva".
"Napoli vive di calcio ed ama la squadra. Questo mi piace tantissimo, sento ogni giorno la passione dei tifosi, ci sostengono al 200 per 100. So cosa significa il Napoli per questa città".
Polivalente: proprio ciò che serve a Benitez per alleviare l'emergenza. L'esordio avviene a quasi un mese dal suo tesseramento, in un pirotecnico 3-3 maturato ad Udine: da lì a fine stagione le presenze complessive risulteranno 18, con Coppa Italia alzata nel cielo di Roma contro la Fiorentina (pur restando in panchina per l'intero match) nella finale rivelatasi tragico scenario della morte di Ciro Esposito.
GettyReveillere a novembre, Ghoulam a gennaio: il Napoli risolve così la carenza di terzini, dalla cui batteria intanto esce Armero ceduto al West Ham. In più arriva anche Henrique, centrale difensivo all'occorrenza capace di agire a destra. Maggio, Reveillere e Ghoulam di ruolo; Britos ed Henrique adattabili, col transalpino che rispetto ai compagni vanta la capacità di essere piazzato su ambedue le fasce.
L'uomo voluto da Rafa la Champions col Napoli non la giocherà mai, perché Higuain e soci escono ai gironi dopo aver inanellato 12 punti e aver battuto Arsenal e Borussia Dortmund al San Paolo: beffa in piena regola e 'retrocessione' in Europa League, dove Reveillere colleziona 2 gettoni contro Swansea e Porto (giustiziera del Napoli agli ottavi).
In un'intervista del 2014 a 'L'Equipe', il francese rivela un curioso retroscena legato al suo passaggio al Napoli.
"È nato tutto su Twitter: sono stato contattato da un agente italiano, dopodiché ho brevemente parlato con Benitez: il suo francese era basico, il cellulare non prendeva bene, ma ho ascoltato ciò che bastava per convincermi a partire subito. Quando sono arrivato in azzurro, però, il tecnico mi ha detto di avermi scelto perché posso adattarmi bene sia a destra che a sinistra... mica potevo dirgli che non avevo la minima intenzione di giocare sulla fascia mancina! La scelta comunque si è rivelata vincente: sarei potuto approdare in qualche squadra di metà classifica francese, ma ho puntato in alto, alla qualità".
Dal dialogo lampo con Benitez, a come il Napoli riesce a tramutare in realtà l'idea Reveillere: a raccontarlo è 'Sky' tramite Gianluca Di Marzio, con protagonista l'intermediario Fabrizio Ferrari.
Ferrari viene contattato dall'allora direttore sportivo Riccardo Bigon ("Siamo senza terzini, dobbiamo prendere Reveillere") e chiama un amico che può fare da tramite per arrivare al calciatore. Amico che, però, si trova in discoteca e non proprio sobrio oppone resistenza: "No, non ti voglio dare il numero di Anthony". Dopo diversi tentativi, Ferrari riesce ad ottenerlo e a far nascere l'asse tra il terzino e il club di De Laurentiis che porterà al tesseramento.
Una soluzione a costo zero rivelatasi preziosa, a cui il Napoli al termine del 2013/2014 sceglie di non dare continuità lasciando scadere il contratto siglato da Reveillere pochi mesi prima.
"Sono stato davvero contento della chiamata del Napoli: ho vissuto una bella esperienza - il congedo dell'esterno in un'intervista concessa in quei giorni a 'Radio CRC' - La città è incredibile ed abbiamo disputato anche una bella stagione. È arrivata la Coppa Italia e sono contento di aver indossato la maglia azzurra. I tifosi del Napoli sono incredibili, non avevo mai conosciuto un vero tifoso come è il napoletano. Adesso questa esperienza però è finita, ma mi avrebbe fatto piacere restare. Anche la mia famiglia si trova bene a Napoli. Ho conosciuto tante persone che poi sono diventati miei amici, mi piace la città, la vita, le persone per cui volevo restare a Napoli. Ma la scelta di andar via, purtroppo, non è stata mia. Sono arrivato in azzurro perché Mesto e Zuniga si erano infortunati".
"Sono triste perché non avrei voluto lasciare questa città ed anche la mia famiglia lo è. Pensate che mio figlio mi dice: 'Papà, voglio restare qui' quindi immaginate il mio stato d’animo. Purtroppo la vita è questa, ma voglio ringraziare Benitez, Bigon, De Laurentiis e soprattutto i tifosi napoletani per tutto quello che mi hanno dato in così poco tempo. È stato difficile inizialmente, ma per questa maglia ho dato tutto e sono davvero contento di aver giocato al San Paolo, davanti a quel pubblico con il grande Napoli".
"La partita più bella è stata ovviamente quella con la Fiorentina perché è arrivata la Coppa Italia e poi perché vincere è sempre un’emozione unica. Noi abbiamo sempre giocato per vincere, ma al di là del trofeo, mi è piaciuta molto la vittoria sulla Juventus. Farò sempre il tifo per il Napoli, sono diventato un tifoso".
Di nuovo senza squadra, Reveillere vive l'ultimo atto della carriera Oltremanica: ad ottobre 2014 firma fino al termine della stagione col Sunderland, un anno più tardi appende gli scarpini al chiodo. Un percorso fatto di trofei e soddisfazioni, colorato da un tocco d'azzurro.
