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Afonso Alves GFXGOAL

Quando il numero 10 Afonso Alves segnò 7 reti in un match: il 7/10/07

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Interessante branca, la numerologia. In migliaia si interessano ai numeri, magari relativamente a date importanti per loro, andando oltre il loro valore semplicemente matematico. Cosa significa il 3? E il 13? Il 6 (6,6)? Cosa vogliono dire 4, 8, 15, 16, 23, e 42 tutti in fila? Citazione. Il numero può avere una qualità, può rappresentare l'inizio o la fine di un determinato periodo, collegandosi a cicli umani che si ripetono da centinaia di anni. C'è chi accarezza la superficie e chi si addentra sempre più nella tana del Bianconiglio. Cercando di capire, ad esempio, se sia solamente una coincidenza che il numero dieci dello Sportclub Heerenveen, Afonso Alves, possa segnare sette reti indossando la maglia numero dieci. Il 7/10/2007.

Se siete convinti che i numeri contengano a priori la giornata di Afonso Alves di quindici anni fa, puntando sulla sacralità e la perfezione del 7 e del 10, la giornata vissuta dal brasiliano, ritiratosi nel 2013 dopo aver vestito la maglia dell'A-Gharafa, Doha, rimane storica in ogni caso. Se pensare solo ad una simpatica coincidenza accaduta ad Heerenveen, nella settima giornata, quando il termometro locale tocca i dieci gradi (ok, basta), il record di reti in una singola gara può essere un buon quesito da porre all'interlocutore davanti a voi. Dopo una, sette, dieci birre.

AFONSO ALVES: PIÙ RETI CHE PRESENZE

Chi è Afonso Alves? Classe 1981, punta centrale mobile abile con entrambi i piedi e qualitativamente capace su calcio da fermo, sia punizione che rigore, nella sua carriera europea non riuscirà mai ad approdare in un grande club, avendo come massimo traguardo l'aver militato in Premier League con la casacca del Middlesbrough, dove non riuscirà a ripetere i fasti dell'Heerenveen. Nel web c'è chi dice che il desiderio di lasciare l'Olanda, dopo aver fatto registrare un numero più alto nella casella delle reti rispetto a quello delle presenze, sia dovuto alle prese in giro, degli amici e compagni di squadra nella Nazionale brasiliana.

Ok Afonso Alves Martins Júnior, hai segnato 45 goal in 39 presenze di Eredivisie, ma vuoi mettere il campionato inglese o quello spagnolo? Forse è meglio che ci dimostri di poter segnare ovunque, e non solo in Olanda. E in Svezia. Ah sì, Örgryte IS e Malmö FF, le squadre nordiche che accoglieranno il brasiliano dopo l'addio al campionato brasiliano e all'Atletico Mineiro. Come consuetudine, giocare l'Allsvenskan non porta quasi mai ad uno dei top cinque tornei del continente, ma presuppone un ulteriore step intermedio. In Belgio, in Russia, in Portogallo. In Olanda. Eccolo.

Dopo aver segnato 52 goal nel quinquennio svedese, in poco più di novanta apparizioni, Alves viene scelto dall'Heerenveen, in quelle stagioni continuamente presente sui campi dell'Europa League. La sua prima stagione lontano dall'Olanda, tra Spagna, Francia, Danimarca e Italia, fa rima con tre goal in sei presenze. Ci sa fare, lo dimostra. I tifosi e la società Superfriezen, però, possono esclamare tombola, o jackpot che sia a seconda dell'adattamento, guardando i numeri del campionato. Afonso chiude il torneo con 34 reti in 31 apparizioni. Solamente Kezman, con 35 goal, ha fatto meglio negli anni precedenti, oltre a sua cignosità Marco van Basten a fine anni '90, con 37 centri uno più bello dell'altro. Totti, grazie al calcolo derivante dal maggior coefficente della Serie A, gli strappa la Scarpa d'Oro per un punto.

Non è un gran chiaccherone, spesso sembra sentire il peso dell'entusiasmo attorno a lui. I tifosi, i compagni, vorrebbero vederlo darsi alla pazza gioia e all'esultanza sfrenata dopo i suoi goal di sinistro, destro, punizione e acrobazia, ma lui accenna solamente un sorriso, torna a centrocampo, si complimenta con i compagni. Spesso non sembra essere sicuro di sé e di chi è, numero dieci, perfetto, con lo sguardo accigliato.

Afonso AlvesGetty/Goal

7/10/07: 7 GOAL DEL 10 NELLA 7ª GIORNATA

All'Abe Lenstra Stadion di Heerenveen, la squadra locale ospita l'Heracles. 17esimo in classifica, il club allenato da Ruud Brood non se la passa certo bene. La squadra è quella che è, la qualità scarseggia e i bookmakers quotano Eracle come una delle maggiori candidate alla retrocessione. Spoiler: non avverrà, salva con trenta punti e 14esima su diciotto. Riuscirà ad inanellare i risultati giusti con le unghie e con i denti, graffiando al momento opportuno e proteggendosi con i pugni sul volto quando necessario. Non cadrà nell'abisso, dopo aver subito un roboante 9-0 il 7 ottobre 2007.

Dopo aver saltato le prime cinque gare di campionato causa ritardo di condizione (ha appena vinto la Copa America con il Brasile), e un rapporto con l'Heerenveen incrinatosi per il mancato trasferimento a cui puntava, Afonso Alves è sceso in campo a Rotterdam nel match perso 2-0 contro il Feyenoord, giocando solamente il secondo tempo. C'è bisogno di ancora qualche giorno per ripartire titolare - dimenticando l'estate - e provare a confermarsi leader della squadra, che in mezzo può contare sullo statunitense Bradley e sulla velocità di Danijel Pranjic, nazionale croato che gioca come terzino, e Roy Beerens, ala nel giro della Nazionale olandese. Tutti e quattro partono titolari sotto gli occhi di mister Verbeek e dei 25.000 spettatori presenti nel match domenicale pomeridiano.

C'è chi considera il campionato olandese come di medio-basso livello, ma ciò che accade ad Heerenveen in quella giornata non si è mai visto negli altri tornei di simili levatura, né tantomeno nei maggiori cinque campionati (filastrocca SerieAPremierLeagueBundesligaLigaLigue1). Nessuno ha mai segnato sette goal in una sola gara. Afonso Alves, senza minimamente pensarci, comincia a fissare il primo mattone al decimo minuto. Sì, l'Heracles fa di tutto per passare una giornata terribile, ma il brasiliano non può essere fermato. Leggiadro, naturale.

  • 1. Servito in profondità da Sibon, si insinua strisciante tra le maglie nere degli avversari, presentandosi da Martin Pieckenhagen. Che respinge il primo destro, lasciando la palla per il secondo tentativo. 1-0.
  • 2. E' ovunque Alves, tanto da prendere palla nei pressi del centrocampo al 17', saltare due uomini ed essere atterrato da Wuytens ai 25 metri. Si incarica della battuta, spedendo all'incrocio su punizione. 2-0.
  • 3. Dopo circa 70 secondi, l'Heracles ha deciso di non avere più voglia di giocare. Colpo di testa verso il proprio portiere da parte di Smit? Alle sue spalle c'è Alves che ruba palla e apre il destro. 3-0.

A questo punto, l'Heerenveen, nonostante ci provi, non trova più spazi, andando al riposo con un comodo tris frutto della tripletta di Alves, che si protrarrà fino al 60', quando Sibon sigla il poker. Assist dalla destra (Poulsen), destro di prima e Pieckenhagen battuto. Povero Martin: non ha avuto la minima colpa in questa disfatta, martire nelle pieghe del destino, abbattutosi su di lui.

  • 4. Alves ha ormai capito che qualunque cosa esploda nella sua mente, può permettersi di provarla. Compreso uno stop su lancio dalla difesa utile a superare due giocatori, saltarne un terzo e soffiare. 5-0.
  • 5. Passano due minuti e al 70', il goal di rapina, da vecchio centravanti con i trucchi nella manica. Si fa trovare in area al momento giusto, col destro. Per le cinque reti. Sorride, non esulta, cammina. 6-0.
  • 6. Il sesto goal? Figlio di un Heracles che non vede l'ora di tornare ad Almelo. Sulejmani taglia difensori e portiere, Alves mostra un tocco che non è stop né tiro. Abbastanza per rotolare in porta. 7-0.
  • 7. C'è qualcosa che manca al repertorio? Il colpo di testa. Ci prova Alves, ma finisce col toccare con il tacco, involontariamente, data la chiusura a tenaglia, maldestra, degli avversari. Anche meglio. 8-0.

REAZIONI E ADDIO

Al 77' si chiude la mole di reti più importante di Afonso Alves in tredici anni di carriera. Un quarto d'ora dopo, il fischio finale del signor Bossen manda le squadre negli spogliatoi. E' finita 9-0 dopo la doppietta di Sibon. Se l'amico brasiliano riceve 10 in pagella, l'olandese torna a casa con un 8 pieno, frutto di un assist e tante idee interessanti.

Alves ha tra l'altro lasciato la squadra in dieci negli ultimi tre minuti di partita, perché mister Verbeek ha deciso di concedergli la standing ovation nonostante i tre cambi già operati. Una decisione che porterà a polemiche nonostante il 9-0: l'Heereveen, già sicuro della miglior vittoria della sua storia, avrebbe voluto anche il decimo goal. Afonso, restio a concedere interviste durante il suo biennio olandese, per una volta si lascerà andare:

"Sono orgoglioso di aver dimostrato ciò che Afonso Alves sa fare, ma ringrazio la squadra per questo".

Solo in parte, perché nonostante abbia superato Marco van Basten, Johan Cruyff, Pierre Kerkhofs e Dirk Lammers, gli unici capaci di mettere insieme sei reti in una sola gara, parlerà solamente per qualche altro secondo, a proposito del capocannoniere di Eredivisie fino a quel momento:

"Quel ragazzo dell'Ajax (Huntelaar, ndr) ha segnato nove goal in sette partite, io ne ho segnati sette in una partita e mezzo. La caccia è cominciata".

Una caccia che anche mister Verbeek vede nuovamente possibile:

"Si meritava questi sette goal. Di recente sono successe molte cose, ma è ancora un giocatore unico. L'uscita dal campo? La squadra era un po' arrabbiata perché ansiosa di segnare dieci goal. Non mi aspettavo che fosse già così avanti. Segnare così tante reti è un dato unico nella storia delle Eredivise, ma è anche merito dei suoi compagni di squadra".

Passata la sbornia Heracles, Alves giocherà titolare anche le successive gare, decidendo le sfide contro AZ e VVV. Le sue prestazioni, causa infortuni, turnover, e nuovi problemi con la società, compresi alcuni arrivi in ritardo agli allenamenti, porteranno Afonso a chiudere il 2007 con undici goal in otto partite di Eredivisie. Nella storia del torneo e dell'Heerenveen, di comune accordo con il club verrà ceduto in Premier nel mese di gennaio, in un campionato dove non riuscirà a ripetere i vecchi orizzonti di gloria. Le reti a Middlesbrough? Dieci. Ah, la numerologia...

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