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Ante Rebic VeronaGetty

Il Rebic di Verona: pochi acuti, nessun goal ed una retrocessione

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Quando nell’estate del 2013 la Fiorentina l’ha prelevato dall’ RNK Spalato , sono stati in molti coloro che hanno parlato di un vero e proprio colpo di mercato messo a segno dal club gigliato.

Prendendo Ante Rebic a fronte di un esborso da 4,5 milioni di euro, i viola si erano infatti garantiti un attaccante di vent’anni che aveva già esordito e segnato con la maglia della Nazionale maggiore croata e del quale si parlava come uno dei più grandi prospetti in assoluto proposti in quel periodo dal calcio balcanico.

Quello che approdava in riva all’Arno era un ragazzo che già da un paio di anni si era affacciato nel calcio professionistico e la sua ascesa era stata così rapida da portare in tanti a parlare di lui come del nuovo Alen Boksic.

Veloce, potente e dotato di un buon fiuto per il goal, Rebic aveva tutto per esplodere e il fatto che gli venne fin da subito affidata la maglia numero 9 (che a Firenze soprattutto da Batistuta in poi è stata sempre vista come un qualcosa di speciale) fu la chiara dimostrazione di quanto a Firenze credessero in lui.

Al giovane attaccante croato bastò però poco per capire quanto fossero diverse le cose rispetto a Spalato: era quella infatti una Fiorentina molto forte e del reparto avanzato messo a disposizione di Vincenzo Montella , c’erano elementi del valore di Ljajic, Ilicic, Giuseppe Rossi e Mario Gomez, il che si tradusse in una concorrenza troppo forte da superare.

La sua prima stagione gigliata fu quindi scandita da sole quattro partite di campionato condite da un goal, alle quali si aggiunse anche un’altra di Coppa Italia con un’altra rete, e anche un infortunio serio.

Ritenuto troppo acerbo per il campionato italiano, Rebic l’estate successiva si trasferì in prestito ad un Lipsia che allora militava nella Zweite Liga, ovvero la seconda divisione tedesca, ma anche lì le cose non andarono propriamente secondo le aspettative: undici partite tra campionato e Coppa di Germania e nessun goal.

Tornato a Firenze, per rendere più ampio il gruppo messo a disposizione di Paulo Sousa, il talento croato trova spazio soprattutto in Europa League, dove viene utilizzato principalmente da esterno destro chiamato ad coprire tutta la fascia. Un ruolo insolito, ma al quale si prova ad adattare al meglio, prima di fare di nuovo le valigie. E’ infatti il 2015 ed è la stagione che conduce agli Europei e Rebic sogna una convocazione , visto che tra l’altro ha anche preso parte ad un match di qualificazione proprio contro l’Italia.

La Fiorentina sa che il giocatore ha bisogno di spazio per crescere e valorizzarsi e quindi cerca una squadra nella quale ‘parcheggiarlo’ ancora. E’ il 14 gennaio 2016 quando il Verona annuncia il trovato accordo con i viola .

“L’Hellas Verona FC comunica di aver acquisito, a titolo temporaneo, le prestazioni sportive del calciatore classe 1993 Ante Rebic. L’attaccante proveniente dalla ACF Fiorentina ha svolto stamani le visite mediche di rito e ha scelto il 27 come numero di maglia. Nel pomeriggio sosterrà il primo allenamento con i compagni”.

Ante Rebic VeronaGetty

E’ quello un Verona che può contare una discreta rosa della quale fanno parte anche elementi molto esperti come Rafa Marquez, Matuzalem, Romulo, Halfredsson, Jakonvic, Pazzini e soprattutto Luca Toni, ma nelle prime diciannove partite del torneo non è riuscito a vincere una sola partita.

Rebic si trasferisce quindi nella squadra fanalino di coda del campionato tuttavia, fin dalla conferenza stampa di presentazione, si mostra molto sicuro della sua scelta.

“Il Verona ha mostrato grande interesse per me e sono qui per giocare. Sappiamo che questa rosa vale di più di quanto ha raccolto sin qui e abbiamo anche un allenatore molto esperto come Delneri con il quale ho già parlato. Ultimamente mi hanno schierato a destra, ma il mio ruolo naturale è a sinistra. So che qui posso crescere, ma sono qui soprattutto per aiutare la squadra a restare in Serie A. Il paragone con Boksic? Ne devo fare ancora di strada”.

L’esordio in maglia gialloblù arriva già tre giorni dopo sul campo della Roma . Rebic viene schierato largo a sinistra in un 3-4-3 nel quale i suoi partner d’attacco sono Pazzini e Wszolek. Il goal non arriva, ma resta in campo per tutti i 90’ e l’1-1 finale è uno di quei risultati che vale oro.

Poi arriva un’altra presenza da titolare in un altro 1-1, ma questa volta interno contro il Genoa . La prestazione in questo caso è negativa e viene lasciato negli spogliatoi dopo 45’ deludenti.

Rebic, complice anche un infortunio, dovrà attendere più di un mese per tornare in campo, ma da qui in poi le sue prestazioni non saranno mai realmente all’altezza delle aspettative. Il punto più basso lo tocca in uno scontro salvezza contro il Carpi quando, entrato nella ripresa per sostituire Pazzini, non solo non riesce a mettersi in luce, ma negli ultimi minuti di gara collezionerà due ammonizioni che vorranno dire espulsione ed un turno di squalifica.

Da lì in poi collezionerà altre quattro presenze, solo una delle quali da titolare, e proprio contro il Milan , il 25 aprile 2016, vincerà la sua unica partita in gialloblù da elemento in campo.

Le ultime due gare del campionato non lo vedranno protagonista e quindi a metà maggio la sua esperienza al Verona si chiuderà con dieci presenze, nessun goal, pochi picchi ed una retrocessione .

Anni dopo, parlando a ‘Sportweek’, svelerà che aveva scelto il Verona proprio per guadagnarsi una chiamata per l’Europeo.

“Non volevo rischiare di perderlo, così chiedo al mio procuratore di mandarmi da qualche altra parte, non importava dove, purché giocassi. Così vado al Verona ma il ct Cacic non mi convocò lo stesso: peggio per lui, fu eliminato agli ottavi”.

Fu anche quella parentesi all’Hellas a convincere la Fiorentina che forse era meglio concentrarsi su un altro tipo di ‘progetto’. Rebic non vestirà più la maglia viola in partite ufficiali e ripartirà dell’ Eintracht . Il resto è storia.

A Francoforte, l’attaccante croato riuscirà finalmente ad esplodere al punto di diventare uno dei grandi protagonisti della Bundesliga , ma anche uno dei titolari inamovibili di una Croazia che ai Mondiali del 2018 si spingerà fino alla finale.

Quanto fatto all’Eintracht convincerà il Milan a puntare su di lui e lo stesso Rebic , che intanto è diventato un attaccante molto ambito in Europa, fin dal giorno in cui verrà presentato come un nuovo rinforzo rossonero, metterà in chiaro che quello visto a Firenze e Verona era un altro giocatore.

“Quando sono arrivato per la prima volta in Italia ero molto giovane e non avevo esperienza. E’ stata l’esperienza di Francoforte ad aiutarmi a crescere e a darmi la possibilità di mostrare quelle che sono le mie qualità. Ora sono molto più maturo e mi sento pronto per il Milan”.

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