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Haaland GFX

Il rap, le vacanze in Norvegia, la meditazione: Erling Haaland fuori dal campo

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Entrare nei telefoni dei calciatori per scoprire le loro playlist musicali potrebbe essere un esercizio particolarmente interessante. Di certo si può essere piuttosto sicuri che in pochi prima della partita ascoltino nelle loro cuffie l’inno della Champions League. Erling Haaland , comunque, è tra questi pochi. Lo hanno confessato i suoi ex compagni a Salisburgo. E non c’è da sorprendersi, anzi. L’attaccante norvegese che sta travolgendo tutti con i suoi numeri e i suoi goal (media di uno a partita da gennaio 2020) non è come tutti gli altri. Lo sappiamo in campo, dove ce lo mostra ogni fine settimana e anche nelle sere in settimana, ma lo stiamo imparando anche fuori dal campo. Perché l’altro lato del classe 2000, in fondo, non è così diverso da ciò che si vede all’interno del rettangolo verde. Particolare. Speciale. Forse unico.

Un esempio? La sua passione per la musica. In particolare per la musica rap . Nella sua adolescenza, Haaland ha fatto parte di un gruppo che si faceva chiamare ‘Flow Kingz’. In particolare il suo nomignolo era Lyng, chiara abbreviazione di Erling. Forse definire i Flow Kingz come un gruppo non è propriamente corretto, visto che la loro discografia si limita a un brano caricato su YouTube nel 2016, con un video chiaramente home-made , girato probabilmente con i propri telefoni cellulari e una qualità di registrazione che non si addice propriamente a quella di uno studio che si avvicini alla professionalità. E inoltre, la strumentale è ripresa da un altro brano, ’On Fire’ di Lela.

La canzone, che si chiama ‘Kygo Jo’ , è cresciuta insieme alla popolarità di Haaland: oggi conta oltre 6 milioni di visualizzazioni. Sul canale, invece, di iscritti ce ne sono 35mila. Aspettano che venga pubblicata altra musica, ma c’è un solo video pubblicato. Parlando al sito dell’UEFA, lo stesso Haaland ha affermato che per un po’ di altri brani non se ne parla: il suo focus è in campo. Nonostante una foto pubblicata da Haaland su Instagram nel dicembre 2019 facesse riferimento proprio a un’eventuale reunion , se così si può chiamare.

“Come forse sapete, abbiamo pubblicato una bella canzone su YouTube. Siamo un bel gruppo di amici. In questo momento però sono completamente concentrato sul calcio quindi la musica non è una priorità in questo momento, anche se non si sa mai cosa succederà in futuro”.

Anche gli altri due ‘membri’ del gruppo sono calciatori. Erik Botheim era la sua spalla nelle giovanili norvegesi. È un classe 2000 come Haaland, è cresciuto nel Lyn, poi è passato al Rosenborg e da un paio di settimane gioca nel Bodø/Glimt. Ha esordito giovanissimo, a 17 anni, era un po’ “l’altro’” Erling. I due hanno condiviso il percorso nelle giovanili: hanno esordito insieme in Under-15, Under-16 e Under-17. Insieme a loro anche Erik Sandberg , oggi difensore del Lillestrøm, anche lui passato per le nazionali giovanili norvegesi e come Botheim si è fermato all’Under 19. Lyng, invece, ha fatto tutt’altra carriera. Nel calcio, non nella musica.

Nonostante la fama, Haaland in Norvegia vive ancora una vita da adolescente. A volte anche fatta di eccessi, come quando la scorsa estate un video su Snapchat - social ancora molto popolare nel paese scandinavo - mostrava l’attaccante del Borussia Dortmund essere allontanato da una discoteca. La discussione coi buttafuori e le condizioni poco brillanti del classe 2000 hanno immediatamente fatto il giro del web.

Una piccola caduta, in una vacanza trascorsa per la maggior parte del tempo a correre per i sentieri per allenarsi oppure con papà Alf-Inge a lavorare nella baita di famiglia, in particolare a tagliare legna. Lo ha mostrato lo stesso Haaland sui social. Anche in questo caso, la foto ha fatto il giro del mondo. Anche sui social, in fondo, Haaland è sempre sé stesso. Un ragazzo di vent’anni.

Forse a volte esagera, un po’ come è successo prima della sfida di ritorno con il PSG nella Champions League 2019/20. Dopo la doppietta dell’andata, su Snapchat sarebbero girate delle foto in cui Haaland scriveva che “Parigi è la mia città, non la vostra”. Dopo la sconfitta al ritorno, i giocatori del PSG lo hanno ripreso suoi social, rispedendo il messaggio al mittente e hanno mimato la sua esultanza per deriderlo. Non un’esultanza banale, peraltro, ma la meditazione. Per Haaland un qualcosa tutt’altro che banale, un vero e proprio rito. Ne ha parlato in varie occasioni al sito della Bundesliga e a ‘Esporte Interactivo’.

“Prima delle patrtite ascolto sempre una canzone che si chiama ‘Keep Dreaming’ e poi medito. Mi fa sentire calmo, mi dà tranquillità. Ecco perché a volte esulto così”.

Quel giorno l’esultanza parigina non lo ha toccato più di tanto. Forse per la spensieratezza dei 19 anni, forse perché in fondo, alla fine, ha trovato il modo di uscirne brillantemente. Ha infatti affermato che deve ringraziare i giocatori del PSG per averlo aiutato a diffondere il messaggio dell’importanza della meditazione — una delle sue attività preferite extra campo insieme al rap, al videogioco FIFA e alla pizza kebab. In attesa di prendersi la sua rivincita in campo.

Dortmund celebrate Erling Haaland's first goal vs PSGGetty

Nel frattempo, sta mostrando al mondo intero che fare goal per lui non è un problema, anzi. Comunque non lo sarebbe stato nemmeno provare a cimentarsi in altre attività sportive. Papà Alf-Inge ha raccontato al ‘Dagbladet’ che Erling non è cresciuto soltanto con il pallone da calcio, ma anche con quello da pallamano, oltre che con gli sci ai piedi come molti suoi connazionali. E anche praticando atletica leggera.

“Quando era un ragazzino, lo abbiamo portato ad alcune gare di atletica leggera, e lì ha avuto modo di mettersi alla prova. Erling ha giocato a pallamano, atletica leggera e sci fino all'età di 14 anni”.

Non è dato sapere se Haaland sia così incredibile anche quando si parla di atletica. Di certo però c’è che fino a qualche mese fa il norvegese deteneva anche un record mondiale: il salto da fermo più lungo per un bambino di 5 anni. Era 22 gennaio 2006, il piccolo Erling saltò un metro e 63. Su un campione di 47 paesi, nessuno ha mai fatto meglio di lui. E viste le lunghe leve c’è da credergli.

Alla fine, comunque, ha scelto il pallone. Di certo grazie al papà, che ha giocato in Premier League e protagonista di una faida con Roy Keane. Forse anche grazie a un idolo non proprio usuale, specialmente se si pensa ad un ragazzo cresciuto con Cristiano Ronaldo, Messi, Henry, Drogba, Eto’o, Ronaldinho, Ibrahimovic e tanti altri. No, nessuno di questi è stato un suo idolo quanto lo è stato Michu . Sì, l’attaccante spagnolo passato per il Napoli e che fu un flop sotto ogni punto di vista. Quando Haaland cresceva e guardava la Premier League, vedeva lo spagnolo fare magie con lo Swansea . “Faceva cose pazzesche” , ha dichiarato in seguito. In effetti aveva ragione.

Lo scorso febbraio, scoperto il retroscena, lo stesso Michu ha postato una foto con una maglia di Haaland e l’attaccante norvegese, come fosse un fanboy qualunque, è esploso di gioia. D’altro canto, per lui Michu era un modello: lo taggava in continuazione su Twitter nei video in cui postava le sue migliori giocate. Oggi non c’è più bisogno di taggarlo: anche l’ex Rayo, Napoli e Swansea ha probabilmente capito che, nonostante non abbia neanche 21 anni, Haaland sta toccando vette che sembravano inesplorate. D’altro canto, ve l’abbiamo detto: il ragazzo è speciale. Dentro al campo, sì, ma anche fuori.

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