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Marcelo Bielsa Andrea Radrizzani LeedsGetty

La missione di Radrizzani e la rivoluzione di Bielsa: così il Leeds è tornato a casa, in Premier League

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Una promessa è una promessa. Andrea Radrizzani, uno che nella vita non ha mai avuto paura di porre l’asticella molto in alto, ha tenuto alla fede alla mission che si era prefissato, con tutta l’ambizione, la passione, la determinazione ma soprattutto la grande visione imprenditoriale che lo contraddistingue: “take Leeds home”, riportare il glorioso United in Premier League dopo 16 anni di agonia.

Ci sono voluti tre anni per completare l’opera, in un percorso ricco di colpi scena, a tratti drammatico. La promozione sfiorata lo scorso anno, con il crollo nel finale e la sconfitta ai playoff dopo un campionato dominato per gran parte della stagione, un epilogo incredibile raccontato dalla serie targata Amazon. E la rivincita in questa stagione, quella del centenario del club, dopo aver fatto tesoro degli errori commessi, con una cavalcata diventata imperiosa e inarrestabile negli ultimi mesi.

“Unfinished business”, lo aveva definito Radrizzani al momento dell’annuncio del rinnovo dell’accordo con Bielsa per un’altra stagione. E proprio la conferma del maestro di Rosario è stata fondamentale per permettere al Leeds di rialzarsi prontamente dopo la batosta psicologica dello scorso anno, di proseguire sulla strada intrapresa e di migliorare e affinare quegli aspetti che avevano condizionato l’esito della Championship 2018/19.

LA RIVOLUZIONE BIELSISTA

“Un leader in grado di cambiare la cultura del club”. Identikit che Marcelo Bielsa ha saputo incarnare alla perfezione, guidando la rivoluzione calcistica e filosofica non solo della squadra ma anche dell’intera città, oggi completamente devota al bielsismo.

Leeds United 2019/2020Getty

Una sfida affascinante, stimolante, coinvolgente per il tecnico argentino, che dopo una prima stagione inevitabilmente condizionata da eventi del tutto imprevedibili come lo ‘Spygate’ o il gesto durante Aston Villa-Leeds che è valso al club il FIFA Fair Play Award, ha accettato di tornare ad Elland Road per completare il lavoro e riportare lo United in Premier League. Bielsa ha trasmesso valori come l'etica del lavoro e la lealtà sportiva, ha lavorato sulla mentalità dei giocatori e dell'ambiente, ha preteso miglioramenti nel centro sportivo di Thorp Arch e soprattutto ha dato un'identità di gioco che da queste parti non si era mai vista. Possesso palla, pressing a tutto campo, altissima intensità: qualcosa di unico, soprattutto in un campionato come la Championship. 

Sarà disposto ora a guidare la squadra anche nella storica stagione del ritorno nella massima serie o considererà concluso il suo compito nello Yorkshire, rimanendo fedele alla sua tradizione che lo vede restare in un club europeo per al massimo due stagioni?

DA WHITE A PHILLIPS: STELLE DA PREMIER LEAGUE

Dopo i troppi goal concessi nella stagione 2018/19 prioritario era registrare la difesa, diventata oggi la migliore del torneo grazie soprattutto all’innesto di un talento giovane ma già pronto per i massimi palcoscenici come Ben White, partner ideale del capitano e leader di questa squadra, Liam Cooper.

Senza Kemar Roofe, ceduto in estate all’Anderlecht, tutto il peso dell’attacco è ricaduto invece sulle spalle e sul sinistro di Patrick Bamford, “Bamfordinho” come lo chiamavano i tifosi del Chelsea quando era ancora una promessa dei Blues. A 26 anni è ormai una certezza per la categoria ma la sua grande missione sarà ora quella di dimostrare di poter essere un fattore anche in Premier League, dove finora è riuscito a segnare soltanto un goal in carriera.

Leeds United 2019/2020Getty

Determinanti per la promozione anche due centrocampisti d’esperienza come lo spagnolo Pablo Hernandez (ex Valencia) e il polacco Mateusz Klich, entrambi a un passo dalla doppia cifra. Ma la vera stella della squadra, il gioiello di casa, è Kalvin Phillips, mediano tutta grinta e sostanza, nato e cresciuto a Leeds, un idolo assoluto in città. Il soprannome di ‘The Yorkshire Pirlo’ è fuorviante rispetto alle caratteristiche di Kalvin, il cui nome è finito non solo nel mirino delle big d’Inghilterra ma anche sul taccuino di Southgate, che sembrava pronto a convocarlo in Nazionale prima del lockdown.

E pensare che in questo Leeds poteva esserci anche uno come Daniel James, che nel gennaio del 2019 era stato a un passo dalla firma con il club di Elland Road: visite mediche sostenute, foto di rito già scattate, poi il colpo di scena sul gong, con lo Swansea che ritratta sulle condizioni del trasferimento facendo saltare l’affare da 7 milioni di sterline. Cifra che i gallesi riusciranno poi a raddoppiare nell’accordo firmato qualche mese dopo con il Manchester United.

LA MISSION DI RADRIZZANI

Sulla promozione del Leeds, più di ogni altro nome, c’è in calce la firma del presidente Andrea Radrizzani, che in tre anni ha trasformato lo United in una delle realtà più interessanti e dal maggiore potenziale nel panorama europeo.

La prima scelta, fondamentale per dare al club una struttura e un’organizzazione più moderna e completa rispetto agli standard in Inghilterra, è stata quella di nominare lo spagnolo Victor Orta, ex direttore sportivo di Siviglia e Middlesbrough, Director of Football, affidandogli il controllo totale delle operazioni di scouting e recruitment dei giocatori.

Andrea Radrizzani LeedsGetty

La vera pietra miliare nella (ri)costruzione del club è stato però l’acquisto di Elland Road nel 2017, tornato ad essere di proprietà del Leeds dopo circa 13 anni. E dopo aver rimesso la chiesa al centro del villaggio Radrizzani, dopo l’esperimento fallito con Christiansen, è riuscito a trovare il pastore capace di riaccendere la fede di un popolo che non ha mai fatto mancare il proprio sostegno alla maglia ma che era inevitabilmente sfiduciato dalle tante, troppe delusioni del recente passato. Convincere Bielsa, manager di caratura internazionale, considerato una delle menti più brillanti del mondo del calcio, ad accettare di guidare un club di Championship è stato il suo all in, la sua più esplicita dichiarazione d’intenti.

Perché riportare il club, la città, ‘back where they belong’ è dal 2017 la sua più grande missione, il fine unico di ogni suo sforzo. “Chi mi conosce sa quanto sono determinato nel raggiungere quello che voglio, sono come un bambino da questo punto di vista”. Obiettivo oggi finalmente centrato: il Leeds è tornato a casa.

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