GOALDa talento a meteora. Il Napoli puntando su Josip Radosevic si augurava di aver pescato un gioiello, il croato invece deluderà sia sul campo che sotto l'aspetto caratteriale.
E'9gennaio 2013 quando gli azzurri - allora allenati da Walter Mazzarri - scommettono su questo 19enne mediano rilevandolo in prestito con diritto di riscatto dall'Hajduk Spalato, con cui Radosevic è già titolare, si è guadagnato una presenza in Nazionale e ha sfidato da protagonista l'Inter di Stramaccioni in Europa League: grinta, dinamismo e un discreto piede, lo rendono un profilo interessante. L'obiettivo è farlo crescere senza ansie, tant'è che inizialmente viene aggregato alla Primavera.
"Sono felicissimo per essere approdato in una grande squadra come quella partenopea - le parole di Radosevic al quotidiano locale 'Jutarnji list' in seguito alla firma - Al Napoli ci sono tanti campioni che subito mi hanno aiutato ad inserirmi nello spogliatoio. Anche la mia famiglia è molto felice del mio trasferimento in Italia".
Il biglietto da visita promette bene, anche perchè ancor prima di atterrare a Capodichino - via social - il ragazzo assicura massimo impegno anticipando ciò che i tifosi potranno trovarsi davanti.
"Mi piacciono i duelli giocati in maniera tosta. E ancor di più, mi piace uscirne vincitore. Non vedo l'ora di indossare la maglia del Napoli".
Radosevic, come detto, si ambienta tra le fila della Primavera azzurra e tra febbraio e maggio viene convocato coi 'grandi' soltanto 6 volte, senza mai debuttare in partite ufficiali. Zero spazio con Mazzarri, mentre la musica sembra cambiare quando al posto del tecnico livornese arriva Rafa Benitez.
GettyLo spagnolo aggrega al ritiro precampionato Radosevic - nel frattempo riscattato dall'Hajduk per un paio di milioni - e nella prima giornata del 2013/2014, in Napoli-Bologna, gli regala addirittura l'esordio.
"Sono felice che finalmente abbia debuttato anche se solo per pochi minuti - dichiarerà Giuseppe Bosife, agente del calciatore, a 'Napolisoccer.net' - Conosco il valore del ragazzo e sono certo che in questa squadra può giocare e ritagliarsi uno spazio importante, anche se sappiamo che sarà difficile, dal momento che parliamo del Napoli e non di una squadra qualunque".
"Ho visto Radosevic giocare in Croazia, vi garantisco che in 7 minuti contro il Bologna ha già fatto vedere le sue caratteristiche e le sue qualità. Per me resta un calciatore che ha grande personalità e lo dimostrerà nel corso della stagione. In questo mese e mezzo di ritiro Josip è cresciuto tanto e con la società abbiamo deciso di rimanere. Anche lui è contento di restare all'ombra del Vesuvio ed ha voglia di fare bene, vuole migliorare se stesso ma soprattutto crescere con i campioni che ha attualmente in rosa il club azzurro".
I presupposti per imporsi finalmente ci sono tutti, peccato che pian piano vengano smentiti dai fatti: il bilancio stagionale di Radosevic reciterà 9 presenze complessive, di cui appena una da titolare (in Coppa Italia) e il resto da subentrato, con un minutaggio irrisorio.
Ancora peggio va nella prima metà del 2014/2015, con un solo gettone dalla panchina (all'84'!) contro il Cesena. Segnali che conducono inevitabilmente alla cessione, nell'intento di fargli trovare spazio e consentirgli di crescere senza farlo arrugginire in panchina.
A febbraio 2015 Radosevic si trasferisce in prestito al Rijeka, certificando l'impatto nullo (seppur con una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana da non protagonista messe in bacheca) su Napoli. Non ditelo però ad Hamsik, che nella propria biografia 'Marekiaro' svela come il croato di ricordi gliene abbia lasciati eccome.
"Ho rispettato tutti, e ho fatto del mio meglio per ottenere il rispetto di tutti - si legge nel libro dello slovacco, pubblicato nel 2018 - Il rispetto non devi chiederlo, te lo prendi e basta. Ed è proprio quando ti accorgi che qualcuno pensa che stare zitti significhi essere deboli che devi sentirti ancora più forte. Me lo ha insegnato mio nonno ed è diventato il mio mantra. La forza mi piace esprimerla in un altro modo, con l’espressione degli occhi. Mi diverte, anzi, trovarmi davanti ad avversari, o a volte persino compagni, convinti di poter fare quel che vogliono perché tanto io non reagirò. E invece so sempre quando far valere le mie ragioni e anche quando alzare la voce. A volte anche le mani".
"Se ne accorse un giorno in allenamento un ragazzino troppo spavaldo che mi fece un'entrata davvero pericolosa- racconta Hamsik - Credeva di fare il bullo, di mettersi in mostra con l’esuberanza fisica, e si trovò a rientrare nello spogliatoio con la coda tra le gambe. Non mi piace litigare, ma con Radosevic non ebbi alternativa. Era un giovanissimo calciatore appena arrivato a Napoli dalla Croazia, negli anni di Rafa Benítez, e forse non aveva capito che fare un passo indietro, ascoltare e assorbire non significa essere senza attributi. Persi la pazienza, con lui arrivammo allo scontro fisico. I compagni restarono di stucco. In otto anni nessuno aveva visto un Hamsik così arrabbiato".
"Con Radosevic poi ci chiarimmo, mi chiese scusa. Forse gli avevo insegnato qualche regola di campo che prima ignorava. È stato l’unico compagno di squadra con cui abbia veramente litigato. Mi era capitato di arrabbiarmi un po’ con qualcun altro, ma nessuno mi aveva mai mancato di rispetto".
Male dentro e fuori dal campo insomma, con annesso ritorno in patria. Il Rijeka gli consente di giocare e scaricare le tossine dell'esperienza flop partenopea: prestito di 12 mesi, dopodichè - a gennaio 2016 - Radosevic rientra alla base, ma ormai per lui le chances di affermarsi al Napoli sono svanite. A tenere insieme club e calciatore è solo il contratto, così al prestito al Rijeka ne segue un altro di 6 mesi agli spagnoli dell'Eibar.
La duplice parentesi vissuta lontano da Castel Volturno non è da buttare, gli scenari però restano immutati: ad agosto, dopo essere stato escluso dai convocati per Dimaro da Maurizio Sarri, Radosevic risolve col Napoli e si accasa da svincolato al Salisburgo.
In Austria vince il campionato, poi torna da dove era partito: di nuovo a casa, nella sua Spalato.
"Il mio obiettivo è quello di far parte dell'Hajduk che sta crescendo, dell'Hajduk che sta cambiando e guardando avanti - afferma a 'Sportske Novosti - Voglio aiutarlo a tornare dov'era una volta, in Europa e ai vertici del calcio croato".
GettyIl ritorno al passato dura una sola stagione, perchè nell'estate 2018 Radosevic lascia ancora la propria terra e vola in Danimarca per sposare la causa del Brondby. Sua squadra attuale.
"A Napoli avevo poco spazio, giocavo poco e non riuscivo a dimostrare il mio valore - ammette Josip in un'intervista a 'Radio Marte' - Ero giovane, un giocatore giovane vuole giocare ed ha bisogno anche di farlo. Sono andato via per trovare più spazio altrove. Ora sono al Brondby: è una buona squadra, sono felice qui".
Il tour calcistico di Radosevic (oggi 27enne) lo ha dunque portato a stabilirsi in Scandinavia, realtà agli antipodi rispetto a quella partenopea: promesse disattese e carattere fumantino, un mix che dalle parti di Fuorigrotta non gli ha fatto lasciar tracce.


