L'U.R.S.S. ELIMINA L'ITALIA DI VICINI
In principio era l'U.R.S.S., l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, che agli Europei del 1992 si qualificò al termine di un girone eliminatorio vinto con merito, nel quale eliminò dalla fase finale l'Italia, guidata da Azeglio Vicini e reduce dal 3° posto ai Mondiali di Italia '90.
Dopo i Mondiali, in cui terminò il suo cammino al 1° turno, la Nazionale sovietica ripartì da Bishovets come Commissario tecnico e i risultati furono incoraggianti. Prima un secco 2-0 alla Norvegia, poi il prezioso pareggio di Roma con gli azzurri, quindi vittorie con Ungheria, Cipro e ancora con la Nazionale scandinava battuta all'esordio. Intanto però nel Paese socialista era iniziato un processo che di lì a poco avrebbe portato alla dissoluzione dell'Impero sovietico.
Il 9 aprile la Georgia, dopo le libere elezioni svoltesi nel Paese, si stacca dall'Unione. Con l'elezione di Boris Eltsin a presidente della Repubblica russa nel mese di giugno, si crea un dualismo via via sempre più forte fra lui e il presidente dell'U.R.S.S., Michail Gorbaciov. Ad agosto fallisce il tentato golpe comunista, e la posizione di Eltsin ne esce rafforzata. Intanto la Bielorussia (25 agosto) e la Moldavia (27 agosto) sono riconosciute come Stati indipendenti.
A settembre è la volta delle tre Repubbliche baltiche, Estonia, Lettonia e Lituania, seguite dall'Armenia (21 settembre) e dall'Azerbaijan (18 ottobre). Gli eventi storici si ripercuotono inevitabilmente anche sul cammino della Nazionale di calcio, che continua ad avvalersi anche di giocatori delle Repubbliche già indipendenti, verso Euro 1992. Così il 12 ottobre 1991 la squadra di Bishovets si fa imporre il 2-2 a Mosca dall'Ungheria, rendendo decisiva per la qualificazione allo fase finale il confronto di ritorno con l'Italia, ancora in corsa nonostante la pesante debacle di Oslo (sconfitta per 2-1 con la Norvegia). Gli azzurri e Vicini (con Sacchi già pronto a subentrare) si giocano tutto il 30 ottobre 1991 a Mosca.
L'U.R.S.S. ci mette il proprio strapotere fisico, ma gli azzurri tengono botta. Dopo un primo tempo tattico, nella ripresa le occasioni non mancano. Con un protagonista su tutti: Ruggiero Rizzitelli. L'attaccante della Roma, richiamato in azzurro da Vicini per l'occasione, prima al 51' sfiora di testa il palo, poi lo colpisce in pieno al 64', a Cherchesov battuto. "Se quel palo sarebbe andato in goal...", commenta a caldo, dopo il fischio finale, con un italiano maccheronico, l'attaccante giallorosso.
Su quel legno si infrangono infatti le speranze degli azzurri di passare. Alla fase finale di Euro 1992 accede infatti l'U.R.S.S., che nonostante i processi disgregatori in corso, chiude il suo percorso nel Gruppo 3 con un secco 3-0 fuoricasa a Cipro e con 13 punti in 8 gare (allora la vittoria valeva 2 punti) stacca il biglietto per la Svezia ponendo fine all'era Vicini nell'Italia.
DALL'U.R.S.S. ALLA C.S.I.
La fase finale del crollo del 'gigante dai piedi d'argilla' si ha nel mese di dicembre del 1991. Il 1° dicembre l'Ucraina, in seguito al risultato plebiscitario del referendum (90% dei votanti favorevole) proclama la propria indipendenza dall'Unione Sovietica. E' il colpo di grazia per l'Impero sovietico.
L'8 dicembre i presidenti di Russia, Ucraina e Bielorussia si riuniscono a Belavežskaja pušča, nei pressi di Brest, e con l'accordo di Belaveža fondano la Comunità degli Stati Indipendenti (CSI). Anche Russia (12 dicembre) e Kazakistan (16 dicembre) escono dall'Unione Sovietica. Il 21 dicembre Armenia, Azerbaijan, Kazakistan, Kirghizistan, Moldavia, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan aderiscono alla C.S.I. Preso atto della situazione, Gorbaciov il 25 dicembre dà le sue dimissioni da presidente dell'U.R.S.S. e il giorno seguente l'Unione Sovietica cessa formalmente di esistere.
Alla luce della nuova realtà politica, l'11 gennaio 1992 è costituita la Federazione calcistica della CSI, riconosciuta dalla FIFA due giorni dopo. La neonata Nazionale della C.S.I. comprende gli atleti di 11 delle 15 Repubbliche appartenenti all'URSS. Conti alla mano, rispetto all'U.R.S.S., alla nuova Nazionale mancano gli atleti di Estonia, Lituania e Lettonia, che hanno già creato rispettive Nazionali, mentre la Georgia aderisce alla C.S.I. solo nel 1993 e permette comunque ai suoi calciatori di partecipare.
Il 25 gennaio la C.S.I. debutta ufficialmente in amichevole a Miami contro gli Stati Uniti vincendo 1-0 con un goal dell'ucraino Tsveiba al 67'. Della rappresentativa post sovietica, scendono in campo in quella gara 14 giocatori: di questi 9 sono russi, 2 ucraini naturalizzati russi (Tsveiba e Nikiforov), uno georgiano (Tskhadadze), uno uzbeko (Piatniskiy) e uno tagiko naturalizzato russo (Mandreko).
Al primo test ne seguono altre 6, che danno risultati incoraggianti rispetto all'impegno ufficiale che attende la C.S.I. a giugno, ovvero gli Europei in Svezia. Il bilancio delle 7 gare amichevoli è infatti di 3 vittorie, 3 pareggi e una sconfitta di misura contro gli Stati Uniti il 2 febbraio. I brillanti pareggi con Spagna (1-1) e Inghilterra (2-2) fanno pensare che la C.S.I. possa dire la sua nel Gruppo 2, dove sono state inseriti anche i campioni del Mondo della Germania, l'Olanda e la Scozia.
LA DELUSIONE DI EURO 1992 E LA FINE DELLA C.S.I.
Per il torneo svedese Bishovets può contare su una rosa comunque valida nella quale spiccano alcuni elementi: il portiere Dmitri Kharin della Dinamo Mosca, i difensori Viktor Onopko dello Spartak Mosca e Oleg Kuznetsov dei Rangers, le bandiere Alexei Mikhailichenko e Sergej Alejnikov, il foggiano Igor Shalimov e il futuro viola Andrei Kanchelskis a centrocampo, il talentuoso Igor Dobrovolskij del Servette (giocherà con il Genoa nel 1994), Sergej Juran del Benfica, il bomber della Dinamo Mosca Sergej Kiriakov e l'altro foggiano, il giovane Igor Kolyvanov, in attacco.
La prima vittoria per il gruppo è quella di esserci, dopo il rischio di dover dare forfait per i cambiamenti stotico-politici del Paese, ma c'è anche la convinzione che la qualificazione non sia impossibile. Il primo impegno è sulla carta il più difficile: quello contro la Germania, per la prima volta unita dopo il crollo del muro di Berlino nel 1989 e la vittoria dei Mondiali in Italia nel 1990 della Germania Ovest.
Sulla carta la squadra di Vogts è nettamente favorita, ma l'assenza per infortunio di Matthäus e la rottura di un braccio da parte di Rudi Völler dopo uno scontro con Kuznetzov, danno speranze alla C.S.I., che si impegna a fondo e in una gara molto tattica riesce a portarsi in vantaggio al 61'. Reuter, su cross dalla destra di Kanchelskis, travolge in area Dobrovolskij. Lo stesso numero 10 si incarica della trasformazione e spiazza Illgner insaccando sulla destra con un tiro preciso. Proprio al 90' però Thomas Hässler trova l'incrocio dei pali su calcio di punizione e fissa il risultato sull'1-1.
Nella seconda partita, una sorta di remake della finalissima di Euro '88, la C.S.I., vista la forza offensiva dell'Olanda, interpreta una partita puramente difensiva e riesce a imbrigliare Van Basten e compagni. L'ala Kanchelskis viene sacrifata in marcatura su Roy, e la squadra di Bishovets riesce a strappare lo 0-0 anche grazie alle grandi parate di Kharin.
Tutto si decide così nell'ultima gara, sulla carta quella più facile per la C.S.I., opposta alla Scozia, già eliminata. Ma qui accade quello che nessuno si aspetta. Gli ex sovietici sottovalutano l'avversario e vengono puniti da due goal nei primi minuti di gara. La C.S.I. si riversa in attacco per trovare il 2-1, ma spreca con Juran e Alejnikov, subendo nel finale anche il 3-0 di McAllister che ha il sapore della beffa. Per la Comunità degli Stati Indipendenti, è la fine più amara. Un po' quello che rappresenta calcisticamente la conclusione del 'secolo breve' di Hobsbawm.
Quel ko per 3-0 in Svezia contro la Scozia sarà l'ultima partita della C.S.I., la Nazionale più breve di sempre, la cui vita è durata appena 5 mesi, e anche l'ultima gara che ha visto in campo assieme i giocatori appartenenti alle Repubbliche ex sovietiche. Dopo gli Europei, infatti, i giocatori che facevano parte della C.S.I. giocheranno ciascuno per la Nazionale della propria Federazione di appartenenza.
