A Dortmund ricorderanno con particolare dolcezza il mercato invernale del 2020, associandolo sempre ad Erling Haaland. Uno che nelle prime 34 partite ufficiali in giallonero ha segnato 35 goal. La media è piuttosto semplice da calcolare. Nella stessa sessione, però, è arrivato al Borussia un altro giocatore dai numeri magari meno straordinari, ma dall’apporto ugualmente importanti nelle dinamiche di squadra. EmreCan, a 26 anni, ha aggiunto un’altra maglia nobile al proprio curriculum - dopo Bayern Monaco, Bayer Leverkusen, Liverpool e Juventus. E nel giro di un anno ha già dimostrato di poter essere fondamentale per le speranze di titolo del BVB.
Il metro di soddisfazione del club del Nordrhein-Westfalen per l’acquisto del classe 1994 si può misurare con i giorni che sono intercorsi tra le due ufficialità: quella del prestito con obbligo di riscatto e quella del riscatto effettivo. 31 gennaio e 18 febbraio. Giorni intercorsi: 18. Per l’appunto. L’esordio da titolare con goal sul campo del Leverkusen - e che goal: destro a giro da 30 metri all’incrocio - ha facilitato la decisione. Sempre che non fosse già stato deciso al momento della prima delle due firme. Ah, il secondo annuncio è stato dato due ore prima che Can scendesse in campo contro il PSG in un ottavo di finale di Champions League. Senza pressione.
Il ritorno in Bundesliga, comunque, si è rivelato inizialmente un grande successo. Fino al lockdown che ha fermato il mondo, Emre Can ha sempre giocato titolare, sia in campionato che in Champions League, da centrocampista centrale al fianco di Witsel nel 3-4-3 cucito da Favre sul Borussia. Risultato: 5 vittorie su 7, comprese gare di rilievo come il successo in trasferta sul campo del Gladbach o il 2-1 in casa con il PSG. Risultato poi rivelatosi inutile, visto il 2-0 subito al ritorno. Partita che Can non ricorda con piacere: espulso nel finale per eccesso di foga, oltre all'eliminazione.
A Dortmund, comunque, l’ex Juventus ha trovato quella continuità che in bianconero non è mai riuscito ad avere a livello di minutaggio e, di conseguenza, anche in termini di rendimento. Si è alternato tra la linea mediana e la difesa a tre, nella maggior parte dei casi come interno, indifferentemente a destra o a sinistra, ma in emergenza anche da centrale. Ruolo nel quale, peraltro, ha anche trovato un goal pesantissimo contro l’Hertha Berlino, in casa, arrivando a rimorchio e segnando con un tiro dolce da fuori area. LucienFavre lo ha elogiato a più riprese.
“Emre Can è stato un grande innesto, se ne sono accordi tutti. Ci sta dando molto anche in fase offensiva ed è una parte fondamentale della squadra”.
Depo PhotosAl netto di squalifiche e di recupero lento dopo la lunga pausa primaverile, Can ha chiuso la sua prima stagione a metà da membro del Borussia Dortmund sotto i migliori auspici. Nonostante la mancata vittoria della Bundesliga, merito anche di un Bayern pressoché imbattibile, il grado di soddisfazione era ovviamente altissimo. Si è mantenuto tale anche quest’anno, nonostante i molti scossoni vissuti sia da Can a livello personale sia dal Borussia Dortmund, tra risultati altalenanti e cambi in panchina.
Ad ottobre il nativo di Francoforte è risultato positivo al Covid-19 e ha dovuto trascorrere dieci giorni in quarantena, allenandosi a casa grazie ai mezzi che gli ha messo a disposizione il Borussia Dortmund. Il suo video sulla cyclette ha fatto il giro dei social in Germania. Il ritorno, ovviamente, è stato lento e graduale e ancora non totalmente assorbito. Ha iniziato quattro delle ultime cinque gare dalla panchina. Riuscendo comunque ad essere decisivo. Lo ha sottolineato il nuovo allenatore EdinTerzic, che a metà dicembre ha preso il posto di Favre (era il suo vice).
“Non volevo perdere l’occasione di lodare Emre Can davanti a tutto il gruppo. Alza il volume nello spogliatoio, vive la partita prima e durante. È importante che tutti sentano la responsabilità”.
Non soltanto parole, ma anche il supporto dei fatti. Da subentrato nella prima sfida del 2021 contro il Wolfsburg Can ha propiziato con un lancio millimetrico in profondità il goal di Sancho. Contro il Lipsia, lo scorso 9 gennaio, è entrato in campo a gara in corso e nell’ora di gioco in cui è rimasto sul terreno di gioco, in posizione di mediano, il Borussia ha fatto le cose migliori in termini offensivi. Grazie alla sua capacità di tenere alta la squadra e di aggredire l’avversario. Cosa che, con l'infortunio di Witsel, dovrà capitare necessariamente più spesso.
33 le presenze, 3 i goal. Se consideriamo il minutaggio, in un anno ha quasi raggiunto il conto totale accumulato nell’anno e mezzo in bianconero. Giocando, di base, meno partite (in Germania il campionato è a 18 squadre e il calendario è meno fitto). Mantenendo il proprio posto nella Nazionale di Löw, per il quale è una certezza: la sua duttilità è particolarmente apprezzata. Proprio come accade a livello di club nel BorussiaDortmund. Proprio come non sembra essere accaduto nei suoi ultimi mesi alla Juventus.


