Nella classifica generale del lancio del giavellotto alle Olimpiadi di Londra 2012 non è presente alcun atleta irlandese, ma semplicemente per un rifiuto. Conclusi i Giochi di Pechino, quattro anni prima, la Federazione, in realtà, un nome in lista lo aveva, trovato casualmente a metà strada, o all’incrocio, tra la disciplina olimpica, il calcio e il basket.
Rory Delap non ha la corporatura adatta a un giavellottista, né quella di un cestista: di entrambi, però, ha una caratteristica fondamentale che, in breve, è possibile leggere attraverso gli occhi stralunati di Kolo Touré che, voltandosi, guarda i suoi compagni al Britannia Stadium e, non riconoscendo alcun tipo di appiglio, porta le mani ai fianchi e si affida alla sorte, dopo aver assistito al vantaggio di Ricardo Fuller, un attaccante giamaicano che in carriera non ha messo a segno poi così tanti goal in Premier League, soprattutto se rapportati alle partite disputate, ma che in quel pomeriggio di novembre del 2008 sapeva esattamente dove trovarsi, quando Delap stava prendendo in mano il pallone della rimessa laterale.
La recente comunicazione dell’IFAB circa la sperimentazione, in alcune gare sparse nel globo, della rimessa con i piedi non troverà certo impreparato Arsene Wenger, che una trovata del genere la propose proprio pochi mesi dopo quello Stoke City-Arsenal terminato 2-1 per i Potters. Anche perché nella ripresa Delap ha ancora il pallone tra le mani, ma questa volta nell’out di sinistra: prende la rincorsa e la scodella all’indirizzo di Ryan Shawcross, che sa benissimo cosa fare e come farlo, ovvero prolungarla per Seyi Olofinjana, per il raddoppio. Non c’è storia.
Delap sempre stato un centrocampista, ma non ha mai disdegnato l’impiego in difesa, se necessario. Conclusa la carriera da giocatore, al Britannia Stadium ci è tornato anche da allenatore: era il vice di Nathan Jones, prima dell’esonero. E qui, mano del destino: perché Jones viene sollevato dall’incarico l’1 novembre 2019. Esattamente undici anni dopo la partita coi Gunners: e la panchina va a Delap che, però, nell’unica gara da tecnico della prima squadra perde 0-2, in casa, contro il West Bromwich, cedendo il posto la settimana successiva a Michael O’Neil (attuale guida dei Potters).
Ad allenare, Rory ha iniziato nelle giovanili del Derby County, a dire il vero, intrecciando il suo destino con quello di Liam, suo figlio, che appena dodicenne entra nell’Academy dei Rams. A differenza del padre è un attaccante, ed è uno dei migliori talenti del calcio europeo: punta vera che, al di là del fisico importante, incarna alla perfezione gli ideali e la figura del centravanti moderno. E, non a caso, il Manchester City ha deciso di puntare su di lui nel 2019.
Il suo percorso è stato lineare: giovanili ed esordio in prima squadra. All’Etihad, a fine settembre, i Citizens sfidano il Bournemouth al terzo turno di Carabao Cup: al 18’ Phil Foden vede un corridoio visionario per Delap che fa rimbalzare la palla qualche volta e la scarica col mancino alle spalle di Travers, scivolando sulle ginocchia davanti agli spalti vuoti per le normative anti-Covid. Questo, probabilmente, l’unico rimpianto di Liam. Perché per il resto è stato tutto fantastico.
La sua stagione con l’Under 23, l’ultima, invece, si è chiusa con 8 goal in 10 presenze: di Rory ha preso la corsa, ma non la gittata in rimessa laterale. O, almeno, non è ancora stato possibile notarlo: magari ce ne sarà occasione.
Quel che colpisce, comunque, delle rimesse di “Delapidator” (come lo hanno soprannominato in patria) e la posizione delle mani propria dei cestisti professionisti. Rory non teneva il pallone con i palmi simmetrici, opposti, come spesso si vede sui campi da calcio, ma sosteneva la sfera.
Questo gli permetteva di far prendere una traiettoria parabolica, ma tendente verso l’alto: spiovente, a ricadere velocemente e violentemente sull’obiettivo. E, di fatti, il risultato era sempre lo stesso: efficace.
Nella stagione 2008/09 Delap ha partecipato attivamente a 7 delle prime 13 reti siglate dallo Stoke City, propiziate proprio da una sua rimessa laterale. Un fattore determinante e non aggiunto, voluto e studiato in allenamento da Tony Pulis, allenatore dei Potters in quel periodo. Un video presente su You Tube e ideato proprio dalla Premier League contiene una perfetta sintesi di quanto fatto da Rory.
Se il calcio fosse fatto di sole rimesse laterali, probabilmente Rory Delap avrebbe vinto più di un Pallone d’Oro e qualche trofeo: e invece, al netto di qualche apparizione in Nazionale con l’Irlanda, si è tenuto su una fascia di squadre media. D’oro, però, avrebbe potuto essere dal punto di vista olimpico.
Perché terminati i Giochi di Pechino si è a lungo discusso della possibilità di vederlo come atleta nel lancio del giavellotto rappresentante l’Irlanda alle Olimpiadi di Londra, nel 2012: un’ipotesi spenta dallo stesso Delap nel corso dei mesi, ma praticamente in principio.
Rimarrà comunque nella storia come “Delapidator”, guardando il figlio Liam crescere agli ordini di Pep Guardiola, che dopo l’acquisto di Erling Haaland e la partenza di Gabriel Jesus potrebbe anche pensare di far crescere in prima squadra, come già avvenuto, il giovane attaccante inglese. E magari chiedere consigli sulle rimesse laterali: quelli ereditati dal padre. L’assistman che non ti aspetti.




