La Coppa Italia viene spesso giustamente snobbata e considerata un impedimento, sia dagli addetti ai lavori che dai media, per finire con i tifosi. Ma poi, all'improvviso, arrivano squadre come il Pordenone a sconvolgere quella noiosa e prevedibile routine.
Il quarto turno di Coppa Italia iniziava da una deserta Sardegna Arena, dove il Cagliari ospitava il Pordenone. Partita dall'esito scontato, ma appena prima di cambiare canale arriva il lampo che ti cambia la giornata: goal del Pordenone.
Il pareggio immediato di Dessena sembra riportare tutto alla normalità e invece nel secondo tempo i 'Ramarri del Noncello' (questo il soprannome del Pordenone) si portano nuovamente in vantaggio e vincono la partita.
Allora un pomeriggio che si preannunciava costellato da sbadigli diventa improssivamente esaltante: i social e i siti internet si tingono di neroverde per celebrare l'impresa del Pordenone, che in questa edizione della Coppa Italia ha vinto più partite che in tutta la sua storia nella competizione.
Il primo passo è stato il successo col Matelica, poi i friulani hanno fatto fuori il Venezia di Pippo Inzaghi e il Lecce prima di regalarsi un sogno chiamato San Siro. Sì perché il Pordenone affronterà l'Inter agli ottavi di finale, il punto più alto di una scalata iniziata nel 2003.
Nella sua storia il Pordenone non ha mai partecipato a un campionato di Serie A, ma nemmeno di Serie B. Ha vissuto gran parte della sua vita nei dilettanti e nel 2003 fu addirittura costretto a ripartire dall'Eccellenza dopo l'esclusione dalla Serie C2 per problemi finanziari.
Il ritorno in Serie D è stato immediato, mentre per quello tra i professionisti ci sono voluti altri otto anni. Nel 2015 il club si riaffaccia in Serie C, ma retrocede immediatamente. Sembra la fine del progetto, in realtà è proprio questo il momento in cui cambia la storia del Pordenone.
I neroverdi vengono infatti ripescati e con il ritorno in panchina di Bruno Tedino (oggi tecnico del Palermo) diiventano una delle più belle realtà della categoria. Per due anni consecutivi sfiorano la promozione diretta in Serie B, venendo sconfitti nelle semifinali playoff, lo scorso anno anche in maniera piuttosto clamorosa dal Parma.
Anche in questa stagione i 'Ramarri' stanno disputando un campionato di vertice, ma non hanno voluto trascuare la Coppa Italia e oggi vivono un sogno impensabile fino a qualche tempo fa: "Siamo partiti dall'Eccellenza 9 anni fa - ha dichiarato il presidente Lovisa - e oggi siamo una realtà importante. Andare a San Siro è il giusto premio per questo percorso, è il punto più alto della società. A Milano è una missione impossibile ma l'importante è esserci".
La squadra è allenata da Leonardo Colucci, uno che a San Siro ci ha giocato già tante volte con le maglie di Verona, Bologna e Cagliari: "Andare a giocare contro l'Inter è un sogno - le sue parole al termine della partita - i ragazzi sono stati bravissimi, la proprietà ha costruito qualcosa di importante, siamo entrati nella storia".
Colucci a parte, la rosa non è composta da grandi nomi e ha un'età media di poco superiore ai 25 anni. Il più anziano, ma anche il più conosciuto, è Emanuele Berrettoni che proprio oggi ritornava titolare dopo un lungo infortunio. "Godiamoci questa impresa storica per noi, per la città e per la società", ha dichiarato l'ex Perugia, uno dei pochi in squadra ad aver assaggiato la Serie A.
Il Pordenone e prima ancora l'Alessandria ci insegnano quindi che anche la Coppa Italia può regalare emozioni. Basta crederci.


