GOALIl 3 ottobre del 2001 un ragazzino spagnolo di 21 anni si permetteva di umiliare il Real Madrid dei Galacticos nel giro di un quarto d'ora. Giocava nel Las Palmas, non lo conosceva nessuno, ma dopo quella sera lo conosceranno tutti.
Il suo nome, Ruben, è molto comune. Il suo cognome, Castro, ancor di più. Nessuno immaginava un impatto del genere. La partita era ferma sul 2-2, con il Real ridotto uno in meno per l'espulsione di Munitis. Dieci minuti dopo il suo ingresso in campo, Ruben Castro segnava il primo goal nella Liga. Un quarto d'ora dopo, metteva dentro anche il secondo. Las Palmas-Real Madrid 4-2. Delirio totale.
A questo punto, con una presentazione del genere, la carriera di Ruben Castro sembrava pronta a decollare. Ma le cose non sono andate esattamente in questo modo. Perlomeno non nei tempi e con le dinamiche che ci si aspettava. Il trasferimento al Deportivo La Coruna, a quei tempi protagonista anche in Europa, doveva rappresentare il definitivo trampolino di lancio per il grande calcio, ma da lì a poco il mitico Depor si è sgretolato e Ruben Castro, dal canto suo, ha iniziato a girovagare in prestito per tutta la Spagna.
Nello stesso periodo ha iniziato però a fare anche un'altra cosa: segnare, sempre di più, in maniera impressionante. 13 goal con l'Huesca, 14 con il Rayo Vallecano. Dalla stagione 2008/09 in poi, non c'è stato un anno in cui Ruben Castro ha concluso il campionato senza andare in doppia cifra. Non importava la squadra, non importava la divisione. Lui andava in doppia cifra. Potevate starne certi.
La vera svolta della sua carriera è arrivata con la chiamata del Betis. A quei tempi gli andalusi giocavano in seconda divisione e avevano bisogno di qualcuno che li tirasse fuori dalle sabbie mobili. Ruben Castro, l'uomo giusto. Lui che ancora una volta si è migliorato: 27 goal in 41 presenze e promozione immediata nella Liga, in quella che sembrava non essere più la sua dimensione, un treno ormai passato.
Ruben Castro è tornato a giocare nella massima serie spagnola a 30 anni. Il suo score fino a quel momento era di 16 goal complessivi, gli stessi segnati nella sua prima stagione col Betis. Ricordatevi della statistica di prima, quella riguardante la doppia cifra. Dunque: 16 goal il primo anno, 18 il secondo e 10 il terzo. La retrocessione ha rappresentato soltanto l'occasione per raddoppiare tutto: 32 reti in seconda divisione, altra promozione immediata e successiva stagione da record nella Liga.
Più invecchia, più segna. A 34 anni ne ha messi dentro 19 in 38 partite, praticamente un goal ogni due giornate. In sole sei stagioni è diventato il miglior marcatore nella storia del Betis con 148 reti segnate. Ruben Castro 'Gran Riserva', denominazione di origine Betis. Una leggenda vivente.
Nel 2018, dopo una parentesi in Cina, ha deciso di tornare a casa, al Las Palmas, dove tutto è iniziato con quella doppietta al Real Madrid. E dove tutto è proseguito. Altri 30 goal in due stagioni e poi il trasferimento al Cartagena, dove si è preso il record di marcatore più anziano nella storia del calcio spagnolo a 40 anni e 328 giorni.
C'è però un'altra statistica che fa capire quanto Ruben Castro sia stato impattante e presente in termini di goal. Nel maggio 2021 è diventato infatti il secondo giocatore dopo Messi a segnare in più partite tra prima e seconda divisione spagnola. 219 per la precisione, contro le 299 di Messi. Un dato che ha ulteriormente migliorato con i 20 goal realizzati con il Cartagena.
Non ha mai avuto la possibilità di giocare in Nazionale, ma non ha mai smesso di segnare. E non ha affatto intenzione di farlo. Di smettere, in generale.
“Perché dovrei smettere? Ho ancora la voglia di quando ero quindicenne e sto bene fisicamente. Finché mi sentirò così, andrò avanti.”
