Questione di lucidità, forse: che poi è un tema familiare a Stefano Pioli, che ha fatto di questo concetto la base fondamentale su cui costruire l'impresa dello Scudetto conquistato nella passata stagione. A distanza di pochi mesi dalla festa di Reggio Emilia, forse, al di là dei risultati a mancare è soprattutto lei: la lucidità.
La lucidità nel progettare le gare, pure, alla vigilia: quella contro il Sassuolo conclusa con il "pokerissimo" dei neroverdi può anche essere considerata un caso, ovviamente. Il Derby è un'altra storia: approcciarlo con il 3-5-2, e con quelle scelte lì, è indice di una lucidità che ha lasciato spazio, e campo, alla necessità di svoltare "qui e ora" in maniera sorprendente e inaspettata.
Non ha premiato. Questa è la conclusione alla quale si giunge al triplice fischio: non avrebbe premiato neanche se il Derby lo avesse vinto il Milan, per essere chiari. La scelta di schierare Divock Origi al fianco di Olivier Giroud in un inedito tandem offensivo, con Junior Messias mezz'ala e Rafael Leao in panchina, è stata rischiosa sin da quando Davide Massa ha deciso di far iniziare la gara, figuriamoci poi.
"Ho scelto di giocare con due punte vicine, perché le caratteristiche di Giroud e Origi sono migliori. Poi Rafa sarà sicuramente utile a gara in corso", ha spiegato pochi istanti prima a DAZN.
Ha scelto semplicemente di giocarla di rimessa, Stefano Pioli: con dei giocatori che, però, del gioco di rimessa hanno poco. E infatti, nel primo tempo, è semplicemente dominio Inter. Sia per quanto riguarda il dato del possesso palla, 73% nerazzurro e 27% rossonero, sia per quello dei tiri. Che sono stati 9, compreso il goal di Lautaro Martinez, per i ragazzi di Simone Inzaghi (che chiuderanno a 15, con i 6 della ripresa). Zero quelli della squadra di Stefano Pioli.
L'evidenza di una scelta che non ha funzionato, comunque, si palesa al 55': dalla panchina rossonera, dopo il cambio Messias-Brahim Diaz effettuato all'intervallo, subentrano Saelemaekers e Rafael Leao per Calabria e Origi.
E infatti la partita svolta, da quel momento in poi: i nuovi innesti costringono l'Inter ad abbassarsi e rischiare qualcosa in più. Nonostante tutto, comunque, a fine gara i tiri in porta rossoneri rimarranno ugualmente zero (4 quelli generali, fuori dallo specchio).
Nel postpartita Pioli ha difeso le sue scelte a DAZN, rimarcando la necessità di optare per queste soluzioni, per diversi motivi.
"Da allenatore ho chiara la situazione, giocando il nostro calcio saremmo andati ancora più in difficoltà. In questo momento non abbiamo quelle distanze e solidità che avevamo prima. Dobbiamo fare meglio tante cose. Bisogna vivere il momento, essere consapevoli. Tornerei indietro per farlo giocare dall'inizio in questa gara? No, le scelte che ho fatto sono le migliori per quello che ho visto durante la settimana".
In un momento così, in generale, le scelte pesano: il Milan incassa la terza sconfitta consecutiva (quarta se si considera la Coppa Italia) e crolla al sesto posto in classifica. E Pioli no, ha ragione: non è esente da responsabilità.
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